Modena, “Foglio di via” ad una sindacalista.
Nonostante l’alone di silenzio che troppo spesso la accompagna, la repressione delle lotte sociali e sindacali in città è un dato che non conosce “ferie”. «Manifesti davanti ai cancelli di Italpizza? Ti vietiamo di entrare in città per due anni.» Più o meno questo doveva essere il pensiero circolato nelle stanze della Questura di Modena prima che, in un torrido giovedì di luglio, una sentenza del Tar di Bologna annullasse il provvedimento e condannasse il Ministero dell’Interno al pagamento di 2 mila euro di spese legali.
Cade così il primo dei dieci fogli di via che la Questura di Modena aveva emesso per altrettanti sindacalisti del S.I.Cobas durante le varie fasi della vertenza Italpizza. Provvedimento, questo,
firmato dal Questore di Modena, Maurizio Agricola, in data 3 maggio e cassato dal Tribunale amministrativo regionale di Bologna con queste considerazioni.
In primo luogo, i precedenti penali della sindacalista non possono essere considerati validi per giustificare un foglio di via perché ancora ingiudicati. In secondo luogo «L’appartenere a movimenti sindacali che siano particolarmente attivi sul piano delle manifestazioni pubbliche a difesa dei lavoratori che talvolta possono trascendere in manifestazioni di caratterizzate dall’uso di una qualche forma di violenza che possono costituire reato non può automaticamente far attribuire alla persona la categoria di persona pericolosa per l’ordine pubblico.»
Inoltre che la persona colpita dal foglio di via «svolge il suo compito di rappresentate sindacale e se talvolta nel corso di manifestazioni a tutela dei lavoratori la sua condotta sia uscita o dovesse uscire dai canoni di legalità, sarà denunciata per la sua condotta.» Dunque: «Una misura di prevenzione non è uno strumento per colpire soggetti che, per motivi politici o sindacali, possono talvolta assumere atteggiamenti oppositivi con forze dell’ordine.»
Una sentenza importante dunque, quella del Tribunale di Bologna che definisce, nero su bianco e con delle motivazioni chiare, i “paletti” d’applicazione ad una norma, quella del foglio di via, spacciata come misura di prevenzione in materia di antimafia (d.lgs. n. 159/2011) ed applicata, nel contesto modenese alla repressione delle lotte sindacali a difesa dei lavoratori.
E in merito alla sentenza, si esprime così il sindacato S.I.Cobas di Modena:
Per arginare l’allargamento della lotta sindacale promossa dal S.I. Cobas e mantenere in piedi il vergognoso sistema di sfruttamento delle “eccellenze emiliane”, il #sistemaModena sta usando due strategie parallele: da un lato l’impiego dei sindacati confederali (Cgil-Cisl-Uil), che accorrono in soccorso dei padroni attaccati dagli operai, convocando tavoli “riconosciuti” con l’esclusione dei sindacati scomodi, dall’altro l’impiego dei metodi repressivi ereditati dal fascismo con il Regio Decreto di Pubblica Sicurezza del 1931, ed inaspriti dai Decreti Sicurezza di Minniti e Salvini: fogli di via, sorveglianza speciale, avvisi orali, ecc. Tutte misure date non sulla base di condanne, ma in base ad un giudizio di “pericolosità sociale” emesso dalla polizia, senza alcun processo. Scioperi? Sei del S.I. Cobas? Allora sei socialmente pericoloso.
Per assicurare alla trattativa separata tra #Cgil ed #Italpizza la massima tranquillità la Questura di #Modena aveva emesso una decina di Fogli di Via contro militanti e dirigenti del S.I. Cobas impegnati nella vertenza Italpizza, anche contro quelli direttamente coinvolti dai tavoli in Prefettura. […]
Dopo l’assoluzione di Aldo Milani nel processo che lo vedeva imputato a Modena, costruito sulla base di una inquietante sinergia tra Digos e padroni d’azienda, arriva quindi un nuovo smacco per la Questura di Modena e per lo stesso ministro Salvini.
Nel mentre, in attesa che i lavoratori si esprimano sull’accordo siglato dai sindacati confederali con azienda e cooperative in appalto (accordo che ha visto l’esclusione del principale sindacato che ha portato avanti la vertenza), da dentro all’azienda, continuano ad arrivare voci di nuovi macchinari testati sulle linee di farcitura. Robot che se adottati nel processo produttivo, potrebbero ridurre considerevolmente la necessità di manodopera. Quella stessa manodopera alla quale oggi si promette l’assunzione diretta da parte di Italpizza e il CCNL dell’industria alimentare nel 2022.
Prosegue inoltre, senza soste, anche la campagna denigratoria della pagina filo-aziendale NoCobas che ora, a quanto pare, condivide pure gli stessi volantini dei sindacati confederali…
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