info Rete nazionale sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio
da AIEA
sprimiamo la nostra profonda delusione e preoccupazione per la
decisione di ieri della Corte Suprema di Cassazione di rinviare alla
Corte d’Appello di Lecce, Sezione Distaccata di Taranto, il procedimento
contro gli ex dirigenti Italsider-Ilva di Taranto: ci aspettavamo una
conferma delle condanne dei due ex dirigenti ritenuti responsabili della
morte per mesotelioma di undici lavoratori,
per un atto di giustizia da
troppo tempo attesa, ma che ci appare sempre più come una chimera
inafferrabile“. Così in una nota Maura Crudeli, presidente nazionale di AIEA, Associazione Nazionale Esposti Amianto, parte civile nel processo, interviene con una nota.
(leggi il nostro articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/06/13/processo-morti-amianto-ex-lavoratori-ilva-ci-sara-un-appello-bis/)
“In Cassazione, ieri sono arrivati in due, rispetto ai 27
imputati condannati in primo grado nel 2014 a ben 189 anni complessivi,
perchè ritenuti responsabili della morte di 31 lavoratori. Si tratta di
Sergio Noce, condannato a 2 anni e 4 mesi (9 anni e 6 mesi in primo
grado) e Attilio Angelini a 2 anni (9 anni e 2 mesi in primo grado):
l’accusa è di omicidio colposo e di omissione dolosa di cautele. C’era
un terzo imputato, Giambattista Spallanzani, ma è deceduto“, spiega
Crudeli. Nuovo ruolo per un errore di notifica, invece, per l’ex
proprietario di Ilva Fabio Riva e il manager Luigi Capogrosso. “Questi
i nomi degli 11 lavoratori deceduti per mesotelioma pleurico: Simonelli
Domenico, Tillilli Antonio, De Carlo Paolo, De Marco Dalmasso, Carrieri
Marcello, Cito Sante, Russo Angelo, Mariano Vittorio, Casamassima
Giuseppe, Lanzo Antonio, Pisoni Arcangelo. Quanto ancora dovranno
aspettare per aver giustizia, se mai giustizia ci sarà?“, domanda Crudeli.
“Si tratta di una questione fondamentale di principio – spiega la presidente di Aiea – perchè
nonostante l’esiguità della pena, la sentenza della Corte d’Appello di
Taranto del 2017 aveva riconosciuto il nesso di causalità fra
l’esposizione all’amianto e il mesotelioma e quindi il nesso fra
l’amianto e la morte della gran parte degli operai. È questa la nostra
battaglia: il riconoscimento penale delle responsabilità, contro tutti i
tentativi in atto per arrivare ad un nulla di fatto. Per questo Aiea,
con Medicina Democratica, è impegnata su numerosi procedimenti
giudiziari fra cui i processi del Petrolchimico di Mantova; della Marina
Militare 1 e 2; della Fibronit di Broni; della Solvay di Spinetta
Marengo, dell’Eternit a Torino, Napoli e Vercelli“.
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