domenica 16 giugno 2019

pc 16 giugno - E' tempo di comprendere che questo Stato e questi governi al servizio dei padroni e del profitto non daranno mai giustizia vera ai lavoratori morti per amianto

info Rete nazionale sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio

da AIEA
sprimiamo la nostra profonda delusione e preoccupazione per la decisione di ieri della Corte Suprema di Cassazione di rinviare alla Corte d’Appello di Lecce, Sezione Distaccata di Taranto, il procedimento contro gli ex dirigenti Italsider-Ilva di Taranto: ci aspettavamo una conferma delle condanne dei due ex dirigenti ritenuti responsabili della morte per mesotelioma di undici lavoratori,
per un atto di giustizia da troppo tempo attesa, ma che ci appare sempre più come una chimera inafferrabile“. Così in una nota Maura Crudeli, presidente nazionale di AIEA, Associazione Nazionale Esposti Amianto, parte civile nel processo, interviene con una nota.
(leggi il nostro articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/06/13/processo-morti-amianto-ex-lavoratori-ilva-ci-sara-un-appello-bis/)
In Cassazione, ieri sono arrivati in due, rispetto ai 27 imputati condannati in primo grado nel 2014 a ben 189 anni complessivi, perchè ritenuti responsabili della morte di 31 lavoratori. Si tratta di Sergio Noce, condannato a 2 anni e 4 mesi (9 anni e 6 mesi in primo grado) e Attilio Angelini a 2 anni (9 anni e 2 mesi in primo grado): l’accusa è di omicidio colposo e di omissione dolosa di cautele. C’era un terzo imputato, Giambattista Spallanzani, ma è deceduto“, spiega Crudeli. Nuovo ruolo per un errore di notifica, invece, per l’ex proprietario di Ilva Fabio Riva e il manager Luigi Capogrosso. “Questi i nomi degli 11 lavoratori deceduti per mesotelioma pleurico: Simonelli Domenico, Tillilli Antonio, De Carlo Paolo, De Marco Dalmasso, Carrieri Marcello, Cito Sante, Russo Angelo, Mariano Vittorio, Casamassima Giuseppe, Lanzo Antonio, Pisoni Arcangelo. Quanto ancora dovranno aspettare per aver giustizia, se mai giustizia ci sarà?“, domanda Crudeli.

Si tratta di una questione fondamentale di principio – spiega la presidente di Aiea – perchè nonostante l’esiguità della pena, la sentenza della Corte d’Appello di Taranto del 2017 aveva riconosciuto il nesso di causalità fra l’esposizione all’amianto e il mesotelioma e quindi il nesso fra l’amianto e la morte della gran parte degli operai. È questa la nostra battaglia: il riconoscimento penale delle responsabilità, contro tutti i tentativi in atto per arrivare ad un nulla di fatto. Per questo Aiea, con Medicina Democratica, è impegnata su numerosi procedimenti giudiziari fra cui i processi del Petrolchimico di Mantova; della Marina Militare 1 e 2; della Fibronit di Broni; della Solvay di Spinetta Marengo, dell’Eternit a Torino, Napoli e Vercelli“.

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