Genova. Nave in ritardo e presidio
rinviato ma resta la forte pretesta per l’arrivo nel porto di Genova della Bahri
Jazan, il cargo che porterebbe a bordo armi e strumenti bellici caricati nei
porti che la nave ha toccato dalla California, da dove è partita, al
mediterraneo. Tra gli scali di carico, infatti, c’è anche Genova dove la nave
doveva arrivare domani Martina all’alba e, invece, attraccherà giovedì.
Per quel giorno i lavoratori portuali annunciano, quindi,
una mobilitazione. Il Calp, collettivo autonomo lavoratori portuali ha diffuso
una lettera aperta” al Presidente dell’Autorità di Sistema portuale di Genova e
Savona Signorini e al Segretario generale Sanguineri annunciando il nuovo
presidio, per giovedì mattina alle 7.00.
presidio, per giovedì mattina alle 7.00.
“Il 20 maggio abbiamo scioperato per non imbarcare armi
destinate all’Arabia saudita che le usa oltre i suoi confini per fomentare la
guerra civile in Yemen – scrivono – fonte di stragi civili e di catastrofi
umanitarie di cui riceviamo testimonianze quotidiane dai media e dai profughi
che giungono sulle nostre coste spinti dalla disperazione.
Quel giorno voi avete affermato che non c’era certezza delle
nostre ragioni perché non era sicuro che si trattasse di armi. Per questo
avevate disposto il ricovero in magazzino del carico e vi eravate impegnati a
accertare la esatta natura della merce trasportata. Dopo due settimane avete
accettato la versione dell’azienda esportatrice, la Teknel di Roma, senza fare
alcun controllo nemmeno sul lato amministrativo, come controllare i documenti
doganali di esportazione”.
Con ciò avete garantito nero su bianco con la vostra firma
che si trattava di materiale civile e non di armi, sottoscrivendo un accordo
basato sulla falsità e quindi nullo. Se il 20 maggio potevate giustificarvi con
l’impreparazione, dopo 2 settimane non avete giustificazioni di sorta se non la
vostra sottomissione agli interessi dei mercanti di morte.
Ci sono voluti i lavoratori per scoprire e dimostrare che si
tratta ufficialmente di materiale militare, quindi di armamenti. L’azienda
Teknel lo ha dovuto ammettere anche sulla stampa. E tuttavia continuate
vergognosamente a tacere, costringendo nuovamente i lavoratori a mobilitarsi
autonomamente per mostrare all’opinione pubblica la verità.
Denunciamo la Presidenza e la Segreteria generale dell’AdSP
– concludono i lavoratori del Calp – che non hanno fatto i controlli di cui sono
responsabili e si sono perciò fatti complici della falsità dichiarata
dall’azienda di armi Teknel ingannando anche la pubblica opinione. Le armi
devono essere rispedite immediatamente al mittente. I lavoratori portuali
vogliono tornare a lavorare in sicurezza e per commerci di pace e di
prosperità”.
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