pc 18 giugno - Lo sciopero dei metalmeccanici del 14 giugno ha semplicemente posto il tema dello sciopero vero di cui i metalmeccanici hanno bisogno - contro sindacalismo collaborazionista e sindacalismo stupido
Un testo che largamente condividiamo
Una parte di metalmeccanici delle
fabbriche di antica tradizione sindacale ha comunque scioperato, hanno
partecipato alle manifestazioni le aziende in crisi, che hanno comunque
inteso scioperare contro i padroni e il governo, tanto è la rabbia
accumulata. Sono scesi in piazza a prescindere da una politica sindacale
rinunciataria e concertativa. Chi è mancato all’appello sono le
concentrazioni operaie più significative, dall’automotive alla
siderurgia, alle medie fabbriche metalmeccaniche del nord-est.
Fim, Fiom e Uil hanno proclamato lo
sciopero generale rispolverando il vecchio polpettone, dato da una serie
di rivendicazioni di facciata, tutte demandate al rinnovo dei contratti
nazionali e di secondo livello.
La provocatoria sfrontatezza di Salvini
che in nome della “sicurezza” produce norme e decreti anti operai e
anti immigrati, non è stata minimamente fermata da questo sciopero
generale. Non rientrava nei suoi obbiettivi. Salvini continuerà, a
sproloquiare e legiferare in nome della “sicurezza”, calpestando la vita
di 7 operai che ogni giorno muoiono, fra infortuni sul lavoro e
malattie professionali.
Tantomeno, da questo sciopero generale,
ne esce toccato il ministro del lavoro Di Maio, con le sue passerelle
nelle fabbriche a promettere il blocco dei licenziamenti, dall’Ilva alla
Whirlpool, ecc. Di Maio che del problema dei salari fermi da 20 anni
non se ne è mai accorto, salvo ora parlare solo del “salario minimo”. E’
inoltre conclamato il sabotaggio di Di Maio all’antinfortunistica,
compiuto con il regalo di 1,7 miliardi di euro fatto ai padroni,
tagliando loro del 32%, l’importo che devono versare all’Inail, per
l’antinfortunistica e le malattie professionali.
I metalmeccanici hanno scioperato
consapevoli che, ad esempio, l’urgenza di misure per fermare le morti
sul lavoro fa a pugni con la richiesta di Fim Fiom e Uil di “lavoro e
investimenti al centro dell’agenda politica”. Un “lavoro” che quando non
uccide gli operai, li condanna ad una vita di sfruttamento e di
povertà.
Gli infortuni e le morti sul lavoro
sono aumentati in assoluto in questi anni, ed in percentuale sono molto
di più se rapportati con gli occupati. Proprio perché mentre questi
morti aumentavano, i metalmeccanici sono scesi da 2 milioni di occupati a
1,6 milioni. Ciò nonostante lo sciopero generale non rivendicava
provvedimenti chiari su questi punti.
I metalmeccanici lottano contro i
padroni e il governo, al tempo stesso conducono una lotta di altro tipo
nel sindacato, per sconfiggere le posizioni rinunciatarie e
concertative.
Hanno scioperato ben sapendo che la
richiesta di “rilancio degli investimenti pubblici e privati”, è
finalizzato a sostenere i profitti, non a “rilanciare” i salari, né a
contrastare i licenziamenti, le morti sul lavoro, il peggioramento della
condizione operaia.
La decisione dello sciopero generale,
dichiarano Fim Fiom e Uil: “è determinata dalla sempre maggiore
incertezza sul futuro, vista la contrazione della produzione
industriale, la perdita di valore del lavoro, [cosa sarebbe?], l’aumento
degli infortuni e dei morti sul lavoro”.
Come rimedio a tutto questo, così
riassumono Fim, Fiom e Uil: “per rilanciare il mercato interno è
indispensabile aumentare i salari, ridurre la tassazione, garantire lo
stato sociale”.
Incredibile: il salario e lo stato
sociale, rivendicati come garanzie “per rilanciare il mercato interno”.
La lotta per aumenti salariali, per aumentare il prezzo della forza
lavoro bloccato, grazie al collaborazionismo sindacale, da più di venti
anni non si può nemmeno enunciare. Invece c’è anche la riduzione delle
tasse per i padroni, in sintonia con Salvini.
Alla fine lo sciopero generale di 8 ore
per i metalmeccanici è servito a Fim, Fiom e Uil come anteprima per il
rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Con una piattaforma
sicuramente contenuta e tale da non disturbare gli affari delle imprese.
Poi ci sono i furbi e gli stupidi. I
furbi, i padroni e i manager che brindano ogni qual volta gli scioperi
non riescono, misurano tutto sulla produzione mancata. Se la processione
di piazza è numerosa va anche bene, per smuovere le acque politiche,
l’importante è che la fabbrica funzioni. Gli stupidi, i concorrenti
sindacali che salutano con calore il fallimento degli scioperi indetti
dai loro avversari, che anzi attaccano, già da prima e giustamente, i
contenuti dello sciopero, ma non si occupano del suo impatto sul nemico
diretto: il padrone. E’ così difficile capire che si può lavorare per la
riuscita di uno sciopero e allo stesso tempo rompere l’involucro
parolaio entro cui i dirigenti venduti vogliono relegarlo? Oltretutto
risulta chiaro che la riuscita degli scioperi di fabbrica non
interessano più a nessuno se non agli operai stessi.
Per dare il vero senso alla sciopero
generale ed alle lotte, gli operai devono partecipare motivati e
intervenire nelle assemblee e nell’attività sindacale, organizzarsi in
tal senso, oltre le parrocchie sindacali. Un sindacalismo operaio, che
non aspetta la mal riuscita di uno sciopero per attaccare i dirigenti
venduti, ma che agisce per far riuscire gli scioperi, per garantirsi
nelle manifestazioni di piazza una forte presenza operaia e far ballare
sul palco i tromboni del sindacalismo fallito.
Saluti Oxervator
alcuni dati
Adesione in percentuale su dati ufficiali a campione raccolti nelle
aziende comprensivi di certificati di malattia e altre assenze, da
tenere in considerazione che molte aziende importanti oggi erano in
cassa integrazione.
SIRPRESS AVELLINO – 0%
EX ARMENA NAPOLI – 0%
SODECIA RAIANO AQ – 0%
CATIS LATINA.- 0%
DITTE APP. FINCANTIERI PA – 0%
CBRE ROMA – 0%
FCA MIRAFIORI TO – 1%
TECHNIP ROMA – 1%
THALES ALENIA ROMA – 1%
FCA CENTO FE – 2%
SOGEI ROMA – 2%
FCA MELFI – 2,5 %
FCA. TERMOLI – 3%
M.MARELLI CAIVANO – 3%
LEONARDO AQ – 3%
FCA POMIGLIANO – 4%
AVIO POMIGLIANO- 5,5%
IVECO FOGGIA – 9%
AVIO. BRINDISI – 6%
CANTIERISTICA BR – 6%
DATALOGIC BOLOGNA – 7%
FCA SEVEL CH – 9,5%
LONARDO MONTEVARCHI – 8%
CIRA CAPUA CE – 10%
M.MARELLI SULMONA – 11 %
HITACHI PISTOIA – 13%
FCA MIRAF. MECC. TO – 13,5%
PERMASTELISA SPA TV – 15%
INDOTTO MELFI – 15%
MONTORSO BOLOGNA – 18%
XILEM VICENZA – 20%
FCA COS. STAMPI TO – 20%
FCA VERRONE BI – 20%
LEONARDO BRINDISI – 25%
AVIO TORINO – 27,5%
FINCANTIERI PALERMO – 28%
LEONARDO VARESE – 28%
ILVA TARANTO – 30%
DENSO T. S. AVELLINO 35%
NIDEC GORIZIA – 40%
PCMA NAPOLI – 40%
LEONARDO ANAGNI – 47%
HITACHI REGG. CALABR – 50%
TEKSID. TO – 50%
FPT INDUSTRIAL TO – 50%
MARCEGAGLIA FORLI’ – 60%
ELECTROLUX FORLI – 55%
SNOP EX TOWER CE – 60%
VALBRUNA VICENZA – 65%
ELECTTROLUX MILANO – 70%
TRASMITAL FORLI’ – 70%
IVECO BRESCIA – 70%
PIAGGIO PONTEDERA – 70%
LEONARDO POMIGLIANO – 80%
IVECO SUZZARA – 95%
BABCOCK ROMA – 0%
LEONARDO TIBUR. ROMA 11%
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