sabato 4 maggio 2019

pc 4 maggio - SUL "GOLPE" IN VENEZUELA - UN ARTICOLO, TANTO PER CHIARIRE...

"Non ci sono più i golpisti di una volta" di Tommaso Di Francesco - stralci 

"...Il golpe tanto auspicato dalla Casa bianca e, di sottecchi, da molti governi europei, con in Italia Salvini plaudente e l’appoggio del confinante fascista Bolsonaro, annunciato poi dai media di mezzo mondo, si è alla fine rivelato una bolla di sapone.
Ora gira la voce che di una «farsa» si sarebbe trattato, con i «russi» che avrebbero giocato a Guaidó e agli americani un brutto tiro, facendo arrivare notizie false di un improbabile compatto schieramento dell’esercito con l’autoproclamato presidente ad interim, ma talmente convincente da fargli proclamare la «rivolta militare» per «l’Operazione libertà definitiva».
...è sicuro che Guaidó passerà non alla storia latino-americana ma tout-court al costume: si potrà dire
infatti d’ora in poi che una cosa annunciata come vera in realtà è «alla Guaidó», oppure «Gran Varietà Guaidó».
Non dimenticando che solo tre mesi fa Juan Guaidó, un signor nessuno formatosi alla scuola di rivolte sanguinose quanto fallite di Otpor (dalle molte primavere arabe alla Georgia, all’Ucraina) e diventato per caso presidente dell’Assemblea nazionale, si è autoproclamato presidente della repubblica ad interim, subito riconosciuto dagli Usa e dall’Unione europea.
Che ha consentito al sequestro di Londra di dieci miliardi della divisa di Stato venezuelana derivati dal commercio del petrolio, ma inviando «ben» 20 milioni in derrate alimentari alla frontiera di una paese, la Colombia, in crisi nera ma taciuta. Tutti questi ricatti e «aiuti» non hanno prodotto alcun risultato, se non impoverire ulteriormente i venezuelani e alimentare la propaganda...
...Ma per passare dal faceto al serio, non possiamo dimenticare che quest’ultimo alzamiento è una tragedia e prelude al peggio. Anche se resta vero che le vittime del tentato colpo di Stato alla fine sono due e decine i feriti, e se ci guardiamo attorno la guerra tra gang a Londra nelle ultime 24 ore e l’ultimo, ordinario mass shooting in un campus universitario Usa, ne hanno fatte molte di più.
È una tragedia perché insiste su una situazione di indubbia crisi aperta, per un paese nevralgico del mondo globalizzato: è la riserva petrolifera del pianeta, ed ha avviato da venti anni una trasformazione socialista della società che chiama «bolivariana» che aveva sollevato dalla miseria milioni di persone. I due termini però sono entrati in conflitto fra loro: l’estrattivismo, il petrolio come fondamento dei processi redistributivi e centralità organizzativo-burocratica, si è rivelato una maledizione quando il costo del barile è precipitato, e insieme uno strumento non sufficiente per sviluppare i grandi progetti sociali avviati; e, invece, si è appalesato come un meccanismo riproduttivo di una vasta corruzione....

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