Dall'intervista di ROBERTO MANIA su Repubblica
«Le ragioni storiche, politiche e partitiche che portarono alla divisione tra i sindacati italiani non esistono più. Oggi possiamo avviare un nuovo processo di unità tra Cgil, Cisl e Uil... La nuova frontiera sindacale, senza più i veli delle ideologie del Novecento..."
Su questo siamo d'accordo con Landini: non c'è effettivamente alcuna ragione di distinzione tra Cgil e Cisl, Uil. La nuova "era" della Cgil di Landini, come abbiamo detto fin dalla sua elezione a segretario generale, compie anche formalmente il passaggio al sindacato della fase del fascismo padronale. Dietro i toni acuti di Landini c'è la miseria dell'azzeramento di ogni residuo di riferimento alla classe della Cgil
«...Il sindacato deve allargare gli spazi della sua rappresentanza, dobbiamo sempre più far entrare nelle nostre sedi e nelle nostre piattaforme rivendicative i nuovi lavori, le differenze di genere, l’attenzione per l’ambiente».
Landini usa i giovani, i lavoratori precari e senza diritti, le donne per attaccare il cuore centrale del mondo dei lavoratori, la classe operaia. Ma quando vanno
indietro gli operai vanno indietro tutti. Questo, la storia lo ha ampiamente dimostrato!
indietro gli operai vanno indietro tutti. Questo, la storia lo ha ampiamente dimostrato!
«Sulla nostra tripartizione sindacale ha pesato enormemente la divisione del mondo nel secolo scorso in blocchi contrapposti. Oggi non c’è più nulla di quella stagione, non ci sono più i partiti, il Pci, la Dc e il Psi, che avevano tra le loro ambizioni anche quella di rappresentare il lavoro. Quello è un mondo antico... Abbiamo proposte condivise sul fisco, sulla sanità, sulle pensioni, sul Mezzogiorno, sulla contrattazione, sulle politiche per gli investimenti pubblici e per valorizzare il lavoro nella pubblica amministrazione..."
"...siamo stati noi della Cgil ad aver depositato in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare per un nuovo Statuto del lavoro, non per tornare agli anni Settanta bensì per garantire a ciascuno, indipendentemente dal rapporto di lavoro che ha, gli stessi diritti e le stesse tutele».
Anche sul fatto che "non c'è più nulla di quella stagione" siamo d'accordo con Landini. E' effettivamente difficile vedere oggi distinzioni e, meno che mai contrapposizioni, sull'attacco alle condizioni e ai diritti dei lavoratori e difesa degli interessi del padronato, tra partiti di centro, di destra e di cosiddetta "sinistra". Effettivamente gli anni 60/70 sembrano "un mondo antico".
Ma attenzione... "A volte ritornano..."
Così come non c'è divisione tra le proposte di Cgil, Cisl, Uil. Ma soprattutto non c'è contrapposizione tra le proposte dei tre sindacati confederali e quelle del padronato e dei loro partiti sul "non tornare agli anni settanta" e cancellare lo "Statuto dei lavoratori", per sostituirlo con un innocuo, conciliante "Statuto del Lavoro" .
«Il nostro non è un no a un salario minimo.... E c’è una differenza: i contratti di lavoro non regolano solo la retribuzione diretta, come il salario minimo, ma anche gli orari, le indennità per i turni, le ferie, le malattie, il Tfr e via dicendo. Serve una legge sulla rappresentanza sindacale e imprenditoriale che recepisca gli accordi interconfederali per togliere di mezzo i cosiddetti "contratti pirata"».
Quindi: salario minimo e diritti minimi...
Ma ancora una volta è la classe operaia che ne viene attaccata. Si usa la condizione di sottosalario, mancanza di diritti contrattuali dei lavoratori precari, per ridurre anche la condizione degli operai sempre più ai minimi di legge, validi erga omnes.
Chiaramente, passaggio necessario è l'eliminazione dei "contratti privati" - leggi sindacati di base.
Chiaramente, passaggio necessario è l'eliminazione dei "contratti privati" - leggi sindacati di base.
Nessun commento:
Posta un commento