mentre lo stesso tronfio capataz si fa pubblicare un libro-intervista da una casa editrice dichiaratamente fascista. Il 9 maggio al salone del libro di Torino portiamo quest'immondizia cartacea al macero!
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Denunciate per aver chiamato Salvini “fascista” durante un comizio a Torino
di Annalisa Girardi
Due ragazze sono state denunciate per aver urlato "fascista" a Matteo Salvini durante un comizio a Torino. Al momento della contestazione il ministro dell'Interno si trovava in piazza Carlo Alberto per sostenere la campagna elettorale del candidato centrodestra alle regionali, Alberto Cirio. Durante il suo discorso, il ministro dell’Interno ha ringraziato le forze dell’ordine "che soprattutto a Torino devono tenere a bada quei deficienti dei centri sociali, la cui utilità sociale è pari a zero".
Due giovani, vicine all'ambiente del centro sociale Askatasuna, avrebbero quindi gridato al
vicepremier "sei un fascista". Salvini ha subito risposto: "Ti voglio bene, sorella mia. Un bacione, pane e nutella a quelli che vedono fascisti dove non ci sono fascisti. Avete rotto le scatole". Il vicepremier ha poi continuato affermando che non torneranno né fascismo, né nazismo, né comunismo, dal momento che ci troviamo in una democrazia. "Che tristezza, nel 2019 ancora con la falce e il martello. Però mi piacerebbe ci fosse un po' più di rispetto", ha concluso. Le due attiviste sono state poi identificate dalla Digos del capoluogo piemontese e denunciate per vilipendio a istituzioni e cariche dello Stato. Il comizio sarebbe poi proseguito senza ulteriori incidenti.
Dalla pagina Facebook di Askatasuna arrivano anche i commenti dal centro sociale, che ha condiviso la notizia accompagnata dalla descrizione "un pallone gonfiato".
Ad un commento che spiega che "la Cassazione ha già stabilito che dare del fascista a Salvini non è reato", la pagina risponde così: "Lo sappiamo, e lo sa anche la Digos, ma comunque quando si tratta di Akatasuna la polizia denuncia sempre e comunque. Per loro è gratis, per noi che siamo tutti lavoratori precari è tempo perso, soldi da spendere per gli avvocati etc. è quello che chiamano lo "stato di diritto" (il loro)".
"Rivendico assolutamente il mio gesto. Salvini sei un fascista – ha scritto si Facebook una delle due ragazze protagoniste della vicenda – Sono una delle due donne che sabato scorso a Torino ha contestato Salvini", ha raccontato in un video pubblicato sulla pagina Facebook del centro sociale Askatasuna. "Questo – ha aggiunto – è il modo in cui il ‘coraggioso capitano' cerca di difendersi da chi lo accusa di essere un fascista. Ma le cose vanno chiamate con il loro nome: le sue affermazioni, la loro politica contro i migranti, contro le donne, contro i poveri, contro i territori sono politiche fasciste"
L’editore del libro di Salvini: “Sono fascista nell’unico senso possibile”
02/05/2019
Francesco Polacchi, editore della casa editrice “Alta Forte”, che sta per pubblicare il libro Io sono Matteo Salvini, intervista allo specchio, oggi è intervenuto a Un Giorno da Pecora , su Radio1, per parlare del volume sul Ministro dell’Interno e rispondere alle polemiche che indicherebbero la sua casa editrice vicina a Casa Pound. “Il libro è un’intervista esclusiva, ci sono delle cose simpatiche e carine, che riguardano sia la sua vita privata che quella politica. Sono 100 domande stilate dalla giornalista Chiara Giannini. Uscirà il 9 maggio e lo presenteremo al Salone del Libro di Torino”.
“Alta Forte” viene definita la casa editrice di Casa Pound. E’ corretto? “Io sono militante da 15 anni di Casa Pound e sono stato fondatore del Blocco Studentesco: questa è la mia vita personale. Poi ho deciso di fare iniziative imprenditoriali: oltre alle attività editoriali sono anche il proprietario del brand Pivert (Salvini venne fotografato ad una partita del Milan con una giacca di questa marca, ndr)”. Anche quella giacca indossata da Salvini scaturì una bufera mediatica. “Nel mio piccolissimo, io sono un piccolo Berlusconi: per ogni cosa che faccio c’è la sinistra che mi attacca come fossi il diavolo in terra”. E’ improprio, insomma, dire che il libro di Salvini sarà pubblicato dalla casa editrice di Casa Pound? “E’ improprio perché è un’attività privata, imprenditoriale, mentre è vero che io ho una linea editoriale”. Si può definire una linea editoriale ’sovranista’? “Assolutamente. Noi abbiamo utilizzato il termine sovranismo, che nacque sul ’Primato Nazionale’ 5 anni fa”. Avete chiesto voi a Salvini di fare questo libro-intervista? “Non proprio - ha spiegato Polacchi a Un Giorno da Pecora - abbiamo ricevuto questa proposta da Chiara Giannini. Non c’è stato mai nessun tipo contatto con Matteo Salvini”. Quante copie avete stampato? “Cinquemila copie, siamo sicuri di poter fare un best seller”. Lei si sente fascista o neofascista? “Io sono fascista, sì”. In quale senso si sente fascista? “Nell’unico senso possibile”. Essere fascista è contro la legge. “Questo non è tecnicamente corretto”. Intende dire che l’apologia di fascismo è un reato mentre esser fascista no? “Esatto. E poi esprimere delle opinioni, anche da poter avversare, dovrebbe essere l’elemento cardine della democrazia. C’è una legge che vieta la ricostruzione del disciolto partito fascista, quindi di una cosa irripetibile, tecnicamente e storicamente impossibile”. Insomma, se si dice che il libro di Salvini viene pubblicato da una casa editrice con tendenze fasciste, lei cosa risponde? “Dico che secondo me è sbagliato, noi esprimiamo una linea editoriale sovranista. Io, su me stesso, mi mordo la lingua”. E perché? “Ci sono tante cose che si potrebbero dire e raccontare anche di altri periodi storici, noi cerchiamo di non trattarli, per una mia scelta editoriale”.
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