giovedì 2 maggio 2019

pc 2 maggio - Una manifestazione classista e internazionalista a Roma-Torpignattara - corrispondenza

Per il 1° maggio sono stata a Roma, a un corteo organizzato da classe contro classe.
Ero preparata ad una piccola partecipazione e ho fatto solo 15 copie del giornale, ma le ho date via tutte e pressoché tutti i compagni hanno dato anche il doppio o il triplo del prezzo di copertina. Lo stesso per il dossier 8 marzo, ne ho fatto 3 copie e non mi sono bastate.

Quindi, buona la distribuzione e buono anche il corteo, che, anche se piccolo per una città come questa, è stato realmente di classe e internazionalista: almeno 200 persone hanno sfilato per Torpignattara, un quartiere molto popolare e con larga presenza di immigrati, soprattutto del Bangladesh. Nonostante la presenza di digos e polizia, il quartiere era molto vivo anche oggi e guardava con simpatia i manifestanti, mentre non capiva tutto quel dispiegamento di sbirri.
Vari gli slogans che accompagnavano gli interventi al megafono: "il proletariato non ha nazione, internazionalismo rivoluzione", "cosa vogliamo? vogliamo tutto, lo stato borghese dev'essere distrutto" "se ci sono tanti disoccupati la colpa è dei padroni e non degli immigrati", "aumenta il pane, aumenta la benzina tutti i governi sono di rapina". Tra i canti, come "bella ciao" e "l'Internazionale", non poteva mancare "su comunisti della capitale".
Al termine del corteo, dopo un breve intervento di un compagno che ha parlato dei presidi del 28 aprile a L'Aquila, Tolmezzo e Ferrara, ho fatto un'intervento io su carcere, repressione e 41 bis, riportando la proposta di costruire per il 19 giugno, un presidio nazionale a Roma davanti al ministero di giustizia.

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