Dopo la grande manifestazione dell’8 dicembre il movimento No Tav invita tutti e tutte a partecipare alla manifestazione del 1 Maggio a Torino per portare, ancora una volta in piazza, una visione diversa e maggioritaria della città e dell’intero Paese.
Una visione del presente, e soprattutto del
futuro, distante dalle parole d’ordine che abbiamo sentito in questi
mesi da parte di Madamine, industriali e partiti che hanno inquinato il
dibattito pubblico
figurando una seconda linea tra Torino Lione come la panacea di tutti i mali.
Ricette vecchie per l’economia, insostenibili economicamente e ambientalmente, falsate e già conosciute, che sono diventate un ritornello stonato che oggi si trasforma in mera campagna elettorale da parte di volti noti che hanno già fatto abbastanza danni.
Il modello TAV è precisamente il modello di sviluppo che ci ha portato alla catastrofe attuale: disoccupazione di massa in particolare per i giovani, lavoro temporaneo e precario, enorme consumo di suolo, concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, tagli ai servizi e mancanza di manutenzione delle infrastrutture essenziali.
Ancora più insopportabile è che si parli del supertreno come qualcosa di utile al lavoro. I dati forniti da TELT, la società che vorrebbe costruire il tunnel, sono chiarissimi: a fronte di un impatto ecologico devastante sulla Val di Susa, le ricadute occupazionale sarebbero minime. Per i dieci anni di durata del cantiere, il TAV darebbe lavoro sui due lati delle frontiera in media a 470 persone. Anche tolti gli incerti finanziamenti europei, a carico delle casse statali italiane restano 3 miliardi di euro di costi per il solo tunnel. Il calcolo è presto fatto: ogni singolo posto di lavoro creato con il Tav costerebbe 640.000 euro di investimento di soldi pubblici ogni anno. Dopo dieci anni il problema della disoccupazione sarà esattamente dove si trova ora, ci troveremmo da capo con una nuova infrastruttura inutile costruita solo per compiacere qualche costruttore.
Per quanto ci riguarda, non siamo più disposti ad accettare l’odioso ricatto tra lavoro e salute. Un treno misto treni passeggeri tra Torino e Lione esiste già e non vogliamo vedere un ennesimo buco nelle nostre montagne mentre scorre parallelo un tunnel che potrebbe sostenere 20 milioni di tonnellate di merci all’anno mentre a oggi il traffico è di soli 3 milioni di tonnellate.
Quanti posti di lavoro utili per tutti si potrebbe creare con i soldi del TAV? Quante piccole opere di cui abbiamo disperatamente bisogno potrebbero essere realizzate?
La nostra opposizione al TAV Torino Lione parla di un modello di sviluppo diverso, funzionante e sostenibile, capace di dare benefici immediati a tutto il Paese, dirottando da subito i fondi pubblici sprecati con grande opere inutili, in tante, piccole opere utili a tutti, da subito senza aspettare trent’anni.
Vogliamo un 1 maggio che parli di diritti, di lavoro, e soprattutto di reddito per tutti e tutte.
Vogliamo soffiare via, con la nostra vitalità e le nostre bandiere, quel fumo negli occhi che industriali e politici hanno lanciato in tutti questi mesi, mentendo, consapevoli di mentire per mantenere i propri benefici, costruiti solamente sulla pelle dei lavoratori e sulle spalle del nostro pianeta, che non ha più tempo per questi modelli produttivi.
Invitiamo tutti e tutte a popolare la manifestazione del 1 maggio, in piazza Vittorio dalle 9 partecipando al tradizionale spezzone dei movimenti, con bandiere e cartelli.
Avanti No Tav! Ci vediamo il primo maggio!
figurando una seconda linea tra Torino Lione come la panacea di tutti i mali.
Ricette vecchie per l’economia, insostenibili economicamente e ambientalmente, falsate e già conosciute, che sono diventate un ritornello stonato che oggi si trasforma in mera campagna elettorale da parte di volti noti che hanno già fatto abbastanza danni.
Il modello TAV è precisamente il modello di sviluppo che ci ha portato alla catastrofe attuale: disoccupazione di massa in particolare per i giovani, lavoro temporaneo e precario, enorme consumo di suolo, concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, tagli ai servizi e mancanza di manutenzione delle infrastrutture essenziali.
Ancora più insopportabile è che si parli del supertreno come qualcosa di utile al lavoro. I dati forniti da TELT, la società che vorrebbe costruire il tunnel, sono chiarissimi: a fronte di un impatto ecologico devastante sulla Val di Susa, le ricadute occupazionale sarebbero minime. Per i dieci anni di durata del cantiere, il TAV darebbe lavoro sui due lati delle frontiera in media a 470 persone. Anche tolti gli incerti finanziamenti europei, a carico delle casse statali italiane restano 3 miliardi di euro di costi per il solo tunnel. Il calcolo è presto fatto: ogni singolo posto di lavoro creato con il Tav costerebbe 640.000 euro di investimento di soldi pubblici ogni anno. Dopo dieci anni il problema della disoccupazione sarà esattamente dove si trova ora, ci troveremmo da capo con una nuova infrastruttura inutile costruita solo per compiacere qualche costruttore.
Per quanto ci riguarda, non siamo più disposti ad accettare l’odioso ricatto tra lavoro e salute. Un treno misto treni passeggeri tra Torino e Lione esiste già e non vogliamo vedere un ennesimo buco nelle nostre montagne mentre scorre parallelo un tunnel che potrebbe sostenere 20 milioni di tonnellate di merci all’anno mentre a oggi il traffico è di soli 3 milioni di tonnellate.
Quanti posti di lavoro utili per tutti si potrebbe creare con i soldi del TAV? Quante piccole opere di cui abbiamo disperatamente bisogno potrebbero essere realizzate?
La nostra opposizione al TAV Torino Lione parla di un modello di sviluppo diverso, funzionante e sostenibile, capace di dare benefici immediati a tutto il Paese, dirottando da subito i fondi pubblici sprecati con grande opere inutili, in tante, piccole opere utili a tutti, da subito senza aspettare trent’anni.
Vogliamo un 1 maggio che parli di diritti, di lavoro, e soprattutto di reddito per tutti e tutte.
Vogliamo soffiare via, con la nostra vitalità e le nostre bandiere, quel fumo negli occhi che industriali e politici hanno lanciato in tutti questi mesi, mentendo, consapevoli di mentire per mantenere i propri benefici, costruiti solamente sulla pelle dei lavoratori e sulle spalle del nostro pianeta, che non ha più tempo per questi modelli produttivi.
Invitiamo tutti e tutte a popolare la manifestazione del 1 maggio, in piazza Vittorio dalle 9 partecipando al tradizionale spezzone dei movimenti, con bandiere e cartelli.
Avanti No Tav! Ci vediamo il primo maggio!
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