La lotta delle donne,
dall’8 marzo alla manifestazione delle centomila a Verona, ha
imposto il ruolo delle donne nella lotta di classe in Italia
oggi. Questo DOSSIER - presente in varie manifestazioni del
1° Maggio - ne spiega ragione e contenuti. Invitiamo a leggerlo
e a diffonderlo - Segue presentazione.
Anche questa volta abbiamo voluto
raccogliere in un Dossier la ricchezza, la forza, la
combattività che le donne hanno portato nell'8 marzo. Abbiamo
fatto questo dossier per restituire a tutte le donne, sia quelle
che sono scese in lotta, in sciopero, nelle piazze l'8 marzo,
sia alle donne che non l'hanno potuto fare o ancora non hanno
fiducia, coscienza della necessità dell'unità e della lotta
delle donne, ciò che è stata questa importante giornata. La
forza delle donne è un'effettiva sfida ai padroni, allo Stato,
al governo oggi esplicitamente fascio-razzista-sessista. Il movimento delle donne
è stato il primo e il più grande movimento a dire No a
questo governo, a rispondere colpo su colpo ad ogni
sua azione, provvedimenti di aperto attacco ai diritti
delle donne, e continua ad essere – vedi Verona - una
grande barriera/frontiera contro il moderno fascismo
che vuole imporre alle donne un moderno medioevo.
La combattività
delle donne si è espressa ancora una volta e soprattutto
nello sciopero delle donne. Ciò che questo sistema borghese
teme, infatti, è quando la ribellione delle donne si esprime
in effettiva lotta. Per questo, fin dall'inizio
dell'organizzazione dell'8 marzo, noi insieme ad altre
realtà di lavoratrici, abbiamo posto la necessità e lavorato
perchè si trattasse di uno “sciopero vero”; certo, con
grandi o
piccoli numeri secondo le possibilità; ma era più
importante uno sciopero in un posto di lavoro che una
manifestazione rituale. Questo è avvenuto. Rispetto agli
altri anni, lo sciopero delle donne si è esteso, anche in
tante realtà in cui è difficile scioperare, soprattutto
fabbriche, aziende private, settori ad alto ricatto e
sfruttamento/oppressione, come nei settori dei servizi,
delle pulizie, degli appalti, delle cooperative, anche dove
tante sono immigrate e che spesso hanno dato a tutte un
esempio di coraggio.
In questo dossier abbiamo cercato di
rappresentare questo sciopero in varie realtà lavorative. Sicuramente la nostra
rappresentazione è parziale, perchè tante notizie è stato
difficile averle, ma dà una visione di quello che è stato
quest'anno lo sciopero delle donne, che rispetto agli
altri anni ha agito come un “tam-tam”, per cui anche dove
ancora non si è fatto, la voce, la necessità che le donne
scendessero in sciopero su tutto, su ogni aspetto della
condizione di doppio sfruttamento e di oppressione, su una
piattaforma che grida e impone i propri bi/sogni su tutta
la condizione pratica, ideologica, lavorativa, familiare,
sessuale, è arrivata e ha trovato consenso. I comunicati, i
testi riportati in questo dossier dimostrano il
peggioramento a tutti i livelli che subiscono le donne
proletarie. Emblematici sono i dati sull'attacco alla salute
e alla vista delle donne, punta di iceberg dell'intera dura
condizione delle donne sul lavoro e in casa.
Certo, ancora una volta i sindacati confederali, e
in particolare le dirigenti della Cgil/Fiom hanno
contrastato lo sciopero – come raccontiamo in un articolo -
trovando però in non poche realtà l'opposizione pratica di
loro stesse iscritte e in alcuni casi loro delegate che
hanno fatto lo sciopero. Certo, occorre superare
arretratezze, visioni particolari, ristrette tra le donne
lavoratrici, ma, come si è visto anche in questo 8 marzo,
sono le proletarie che portano l'intreccio tra lotta di
genere e lotta di classe, che quando lottano sono “più
femministe delle femministe”, perchè, subendo non una ma
tutte le oppressioni, sono la forza più determinata e
coerente contro questo sistema capitalista. Abbiamo, quindi,
con questo dossier voluto raccontare, attraverso alcune
realtà questo “sciopero delle donne”, nella sua grandezza e
nelle sue difficoltà.
Lo abbiamo fatto anche perchè il movimento generale
delle donne che è sceso in piazza l'8 marzo, nella sua
rappresentazione di Nudm, ha il più delle volte, in varie
città, “dimenticato” lo “sciopero delle donne”; hanno fatto
cortei, presidi, varie iniziative di piazza, ma gli “veniva
difficile”, anche quando stavano concretamente le
lavoratrici in sciopero, parlare di loro. E' la piccola
borghesia che usa, alza grandi denunce sulla condizione
delle donne, si indigna anche della condizione delle donne
più sfruttate e oppresse, ma... quando queste portano sulla
“scena” la loro vera lotta, le mettono da parte.
Un'altra importante novità quest'anno è stata la
battaglia portata dalle lavoratrici nei sindacati di base.
In questo dossier abbiamo riportato la lotta, politica e
pratica, molto importante e soprattutto di esempio per altre
lavoratrici in altri sindacati di base, che è stata fatta
prima, durante e dopo (e che continua) nel Si.cobas. Essa
non è scontata, ma è assolutamente necessaria per il
protagonismo, l'affermazione della azione delle donne in
tutti gli ambiti, e contro atteggiamenti, posizioni
maschiliste presenti anche in questi sindacati, per dare
coscienza di quale lotta serve come donne, non solo quella
sindacale, alle stesse lavoratrici.
Abbiamo dedicato uno spazio ampio alla
mobilitazione dell'8 marzo nel mondo, anche se soprattutto
con foto - mentre i comunicati, documenti in lingua sono a
disposizione per chi li volesse richiedere. Anche questa
mobilitazione è stata più estesa e più alta in questo 8
marzo. Di essa abbiamo voluto in particolare rappresentare
le mobilitazioni delle realtà delle donne rivoluzionarie,
perchè esse segnano la strada di una effettiva liberazione,
di una lotta perchè “tutta la vita deve cambiare”.
Anche per questo, abbiamo pubblicato in questo
Dossier, la lunga presentazione del libro di una compagna
dirigente comunista maoista indiana, Anuradha Ghandy, che
fino alla sua morte ha soprattutto organizzato il più grande
movimento delle donne in India, le donne adivasi, in prima
fila nella guerra popolare in corso in questo grandissimo
paese. E' un libro – come è scritto – che serve a tutte
noi perchè ci dà un grande strumento di analisi critica
teorica delle varie tendenze nel movimento femminista
occidentale. Una guida molto attuale nella lotta tra
femminismo piccolo e medio borghese e femminismo proletario
e per costruire anche nel nostro paese un vasto movimento
femminista proletario rivoluzionario.
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