"Rimettiamoli tutti sui
barconi", gli insulti razzisti in ambulatorio del medico di Monza al nuovo
paziente
L'uomo, cittadino italiano originario dello Sri Lanka,
da 22 anni nel nostro Paese, ha denunciato il medico di base dopo il primo
appuntamento e le frasi con cui è stato accolto. L'azienda sanitaria costretta
a inviare una lettera di scuse
di GABRIELE CEREDA
|
02 febbraio
2017
"Bisogna
riempire i barconi e rimandarli indietro". A pronunciare queste parole,
rivolte a un cittadino originario dello Sri Lanka, un medico di base di Monza.
A raccontare la vicenda è Mosaraf Mozumder, 48 anni, che ha denunciato l'uomo
per insulti razziali e ha scritto alla Ats (ex Asl) per informarla
dell'accaduto. In
Italia dal 1995, sposato, padre di tre figli, il 48enne lavora in Cgil come receptionist. Alla fine dello scorso anno, Mozumder è stato costretto a cambiare medico di base perché chi lo seguiva da oltre dieci anni è andato in pensione. Trovato il sostituto e compilata la domanda di accettazione, Mozumder si presenta dal suo nuovo medico, chiede alla segretaria di poterlo incontrare per conoscerlo e per la compilazione delle ricette di cui ha bisogno. Ma quando il medico esce dal suo studio e il 48enne si fa avanti con il foglio su cui ha scritto i nomi dei farmaci che prende da tempo, il dottore risponde infastidito. E, forse convinto che la persona di fronte non capisca l'italiano, si rivolge alla segretaria: "Questi qua fanno sempre così, come vogliono loro". Poi rincara la dose dicendo che sarebbe meglio metterli su un barcone e rispedirli a casa.
A quel punto, il 48enne fa notare di essere un cittadino italiano, di essere arrivato nel nostro Paese in aereo e di aver sempre pagato le tasse "come tutti gli onesti cittadini". Per tutta risposta, racconta Mozumder, il medico insiste: "Ha detto che a lui non interessava come ero arrivato, che la gente come me appena sbarca in Italia dovrebbe essere riportata subito indietro. A quel punto gli ho detto che avrebbe fatto bene ad andare a vedere i posti da dove scappano le persone e me ne sono andato".
A distanza di pochi giorni, l'azienda sanitaria si è scusata con Mozumder e ha fatto sapere, tramite una lettera, che il medico è stato richiamato per evitare che si ripetano episodi del genere.
LE LETTERA DI SCUSE
Italia dal 1995, sposato, padre di tre figli, il 48enne lavora in Cgil come receptionist. Alla fine dello scorso anno, Mozumder è stato costretto a cambiare medico di base perché chi lo seguiva da oltre dieci anni è andato in pensione. Trovato il sostituto e compilata la domanda di accettazione, Mozumder si presenta dal suo nuovo medico, chiede alla segretaria di poterlo incontrare per conoscerlo e per la compilazione delle ricette di cui ha bisogno. Ma quando il medico esce dal suo studio e il 48enne si fa avanti con il foglio su cui ha scritto i nomi dei farmaci che prende da tempo, il dottore risponde infastidito. E, forse convinto che la persona di fronte non capisca l'italiano, si rivolge alla segretaria: "Questi qua fanno sempre così, come vogliono loro". Poi rincara la dose dicendo che sarebbe meglio metterli su un barcone e rispedirli a casa.
A quel punto, il 48enne fa notare di essere un cittadino italiano, di essere arrivato nel nostro Paese in aereo e di aver sempre pagato le tasse "come tutti gli onesti cittadini". Per tutta risposta, racconta Mozumder, il medico insiste: "Ha detto che a lui non interessava come ero arrivato, che la gente come me appena sbarca in Italia dovrebbe essere riportata subito indietro. A quel punto gli ho detto che avrebbe fatto bene ad andare a vedere i posti da dove scappano le persone e me ne sono andato".
A distanza di pochi giorni, l'azienda sanitaria si è scusata con Mozumder e ha fatto sapere, tramite una lettera, che il medico è stato richiamato per evitare che si ripetano episodi del genere.
LE LETTERA DI SCUSE
di curare tutti i miei
pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che
essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione,
nazionalità, condizione sociale e ideologia politica;
di prestare assistenza
d'urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di
pubblica calamità, a disposizione dell'Autorità competente;
di rispettare e facilitare
in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico tenuto
conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni
caso sul reciproco rispetto;
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