La direzione dei penitenziari ordina: "Chiudete le celle punitive di Ivrea"
Svolta dopo i pestaggi di ottobre denunciati da alcuni detenuti
Le due celle del carcere di Ivrea luogo dei pestaggi di fine ottobre vanno chiuse. A dirlo non è un'associazione per i diritti dei detenuti, ma Santi Consolo, il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che, alcuni giorni fa, ha inviato alla direttrice delle Casa circondariale di Ivrea, Assuntina Di Rienzo, una lettera dove si chiede di "inibire l'uso della stanza detentiva denominata cella liscia nel riparto di isolamento e di interdire l'utilizzo della sala d'attesa per le visite mediche".
La ricostruzione del Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, e la relazione degli ispettori del ministero di Giustizia avrebbero confermato che lì, nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2016, si sarebbero praticate le violenze su almeno un paio di detenuti, denunciate da un altro compagno di cella, e sulle quali sta indagando anche la procura di Ivrea. Dopo aver letto la relazione sulla visita dell'avvocata torinese Emilia Rossi, che fa parte del collegio del Garante Nazionale, fatta a dicembre insieme all'omologo regionale, Bruno Mellano, il garante Palma ha preso carta e penna e scritto a Consolo: "Una stanza vuota di ogni elemento d’arredo, priva di passaggi per la circolazione dell’aria e di impianto di riscaldamento, senza sufficienti passaggi di luce naturale, non può essere adibita ad ospitare le persone, soprattutto se chiusa, nemmeno per tempi molto contenuti, salvo violazione evidente di tutti i parametri dettati dalla Carta europea dei diritti dell'uomo".
Nella prima delle due stanze, ora chiuse, sarebbe stata messa una delle due persone prese da agli agenti di polizia penitenziaria durante le proteste di quella notte, mentre nella seconda, da tutti chiamata acquario, stando alla ricostruzione di Palma, era finita l'altra vittima dei pestaggi. "La cella di attesa del vicino locale di infermeria è priva di ogni arredo» e il referente sanitario del carcere, durante la visita di Rossi e Mellano, ha confermato che lì «le persone vengono chiuse anche per ore e che ne viene fatto uso come di una cella di contenimento". Palma ha raccomandato di interrompere l'uso di entrambe le celle e ora è arrivata la risposta del Dap: "Non possono essere usate fino a che non saranno ristrutturate". La direttrice Di Rienzo si era già impegnata a intervenire e mettere a norma quelle stanze, ma finora non è stato fatto nulla e per questo è arrivato lo stop del Dipartimento.
Nella lunga relazione del Garante si conferma, insomma, che qualcosa di anomalo è avvenuto in quella notte di ottobre e gli atti sono stati inviati anche al procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, che ha aperto un fascicolo per ora contro ignoti. "Siamo contenti che intanto si intervenga per mettere fine a una situazione che rischia di creare tensione – commenta il garante regionale Mellano – Sia io che il mio collega della Città di Ivrea Michelizza siamo molto attenti a quanto succede in quel carcere e verificheremo che le prescrizioni del Dap siano accolte".
Tra un paio di settimane la Commissione legalità del Consiglio regionale farà un'audizione con Mellano per parlare di rispetto delle regole nelle carceri piemontesi, proprio a partire dal caso Ivrea.
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