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VERBANIA
Il corteo, composto e pacifico, e con tanti bambini, è partito da piazza Ranzoni ed è sfilato per le vie del centro storico confluendo nel parco Besozzi Benioli dove i partecipanti hanno disegnato su cartelli bianchi il profilo della propria mano e postato la firma con pennarelli colorati, «un atto simbolico di condivisione e di fratellanza al di là del colore della pelle».
«Questi ragazzi - ha spiega Ndoye nell’intervento finale - non sono criminali, ma giovani che fuggono dalle guerre e dalle minacce per costruirsi una vita migliore. Prima di giudicare bisogna conoscere persone e fatti. Ci vogliono far credere che la criminalità, a Verbania, è aumentata per la presenza degli stranieri, quando i dati reali forniti dalla prefettura dicono il contrario».
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