La crisi profondissima del
sistema imperialista e capitalista è come un vortice che raccoglie tutto ciò
che trova sulla sua strada, lo avvolge con la violenza che è insita in questo
sistema e poi lo lascia ricadere concentrandosi in un punto: con le elezioni
recenti in USA possiamo dire che essa si è concentrata nella fetta più marcia della
classe borghese, che in ogni modo cerca di riportare in pieno vigore il sistema
dominante sempre più in putrefazione, questo marciume, questa spazzatura
borghese, oggi al potere, è Trump, il
neo presidente fascio-imperialista, razzista e sessista.
Trump è l’espressione più
avanzata, più arrogante del moderno fascismo in trasformazione che investe i
diversi settori strutturali e sovrastrutturali della società, è l’espressione di
chi usa il potere a suon di becero populismo per attaccare sempre più
pesantemente i diritti e la vita dei più oppressi, dai migranti, alle donne,
alle masse popolari.
E proprio la questione delle
donne è una cartina di tornasole in tal senso. Appena insediato come presidente
le donne sono state tra i primi “pensieri” di Trump, dopo tutta la maschilista campagna elettorale in cui ha
fatto diverse affermazioni e gesti apertamente sessisti che hanno fatto
imbestialire molte donne (e anche uomini); non ha perso tempo infatti a
procedere nell’attacco al diritto di aborto, per ora nelle forme della
cancellazione dei fondi federali da destinare alle Organizzazioni non governative (Ong)
internazionali che praticano aborti o fanno azione preventiva a riguardo, provvedimento
firmato all’indomani della manifestazione oceanica delle donne di Washington a
cui si sono unite quelle in diverse città del mondo.
Certo Trump ha voluto dare subito
una risposta anche ai settori più
integralisti della chiesa che ne hanno sostenuto l’elezione, ma ciò è solo la
punta di un iceberg perché Trump incarna profondamente l’ideologia e il grado
di inciviltà della borghesia al potere che fa del “moderno medioevo” contro la
maggioranza delle donne una base per conservare l’attuale sistema sociale.
Questa ideologia fascista e
sessista è quella di chi usa e abusa del potere per usare e abusare delle donne
come oggetto di “conquista”, per mostrare la propria potenza di maschio perché “il
potere è maschio”, la considerazione della moglie come donna che deve subire le
sue azioni alla stregua di una prostituta di alto bordo, i “consigli” agli
altri maschi su come si “afferrano” le donne per “conquistarle”, spargendo un
humus nero maschilista che inevitabilmente si diffonde a livello di massa, legittimando
la concezione che le donne in questo sistema devono essere o puttane o mogli, compagne
sottomesse senza alcuna libertà di scelta.
Durante il “giorno dell’inaugurazione”
che sembrava il giorno dell’investitura Trump avanzava come un “imperatore”
circondato dalla corte delle sue donne di famiglia, ma questo più che un’immagine
“rassicurante” è stata una visione impressionate di come l’uomo al potere usi
le donne per rafforzare la sua immagine di potere.
In tal senso, scrivevamo ai tempi
di Berlusconi al governo nel nostro paese, di fatto un caposcuola rispetto a
Trump, oggi di nuovo rinviato a giudizio per la vicenda delle “olgettine”: “…la concezione di Berlusconi e della sua
corte (anche femminile) sulle donne, la considerazione del loro ruolo nella società,
sono di fatto una cartina di tornasole di una casta che, non potendo più
nascondere e mentire, ormai rivendica pubblicamente come “legittima”
espressione di un sentire di massa quel modo di vivere e di concezione…
dichiarando apertamente che la concezione del loro sistema è quella che noi
chiamiamo “moderno medioevo”, quella per cui “Dio, Patria e Famiglia” vale per
gli altri, deve essere imposta anche con la legge alla gente, ma non vale
affatto per sé…”
Con Trump, presidente del paese
imperialista più importante del mondo, più potente attualmente dal punto di
vista militare, è come se si fosse concentrato in questa fase in solo punto ancora
più nero la concezione “degli uomini che odiano le donne” e nella maniera più
marcia e volgare.
La protesta delle centinaia di
migliaia di donne che hanno manifestato negli Usa e in diverse parti del mondo contro Trump nel
giorno del suo insediamento, ma che avevano manifestato la propria indignazione
anche durante la campagna elettorale, è un concreto e positivo segnale di un
percorso che auspichiamo diventi più forte e incisivo e in cui la maggioranza
delle donne, odiate doppiamente dal sistema che Trump rappresenta, comprendano la
necessità di sviluppare contro di esso la rivolta e la lotta rivoluzionaria.
MFPR
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