Un’altra delle sue immediate iniziative, “promesse” in
campagna elettorale, quella della “guerra al terrorismo islamico”, è stata
portata a termine. In maniera tragica (come poteva essere altrimenti?) per circa
30 donne e bambini in Yemen.
Strage di bambini per le mine antiuomo
“Primo raid della nuova era ma in Yemen è strage di civili”,
è infatti il titolo di un articolo della Repubblica di ieri. Le versioni dell’accaduto
sono naturalmente diverse! Per Trump (è lui che detta il comunicato! come a
sottolineare che l’operazione l’ha voluta fortemente lui): “Gli americani sono
addolorati dalla notizia che un nostro eroico militare è caduto nella battaglia
contro l’inferno del terrorismo radicale islamico”. È bene ribadire che il vero
terrorismo radicale è quello dell’imperialismo americano che oggi ha la faccia
di Trump.
“Ma proprio questo tono – continua il quotidiano - contrasta
con i discutibili risultati dell’azione che non solo ha portato alla prima
vittima della “nuova era”, ma avrebbe mancato il vero bersaglio e provocato
molte vittime innocenti.”
Un imperialismo che nella sua folle ferocia non riesce più
nemmeno a portare a termine operazioni militari considerate “semplici” come un
vero e proprio “gigante dai piedi d’argilla”. Infatti, continua la Repubblica: “Oltre
a guerriglieri e civili, nell’operazione è
rimasto ucciso un membro dei Seal team six, l’élite delle squadre speciali
americane, mentre tre altri “rambo” sono stati feriti e un aereo MV-22 Osprey a
decollo verticale si è danneggiato nell’atterraggio ed è stato di strutto
perché non cadesse in mano ai nemici.” E per cercare di parare il brutto
colpo hanno pure la scusa pronta: “Ma il Pentagono, forse per non ammettere la
delusione, dice che il raid doveva servire solo a raccogliere informazioni preziose
nel quartiere generale di Al Qaeda indebolire i guerriglieri.”
L’altra versione è quella di Al Qaeda riportata dalla
Repubblica: “versione completamente diversa dei fatti di eri mattina: nessun jihadista
ucciso, ma solo civili innocenti, una trentina, di cui dieci tra donne e
bambini. Tra questi anche la figlia di 8 anni di Anwar Al Awlaki, lo yemenita
nato negli Stati Uniti (quindi con cittadinanza americana) che era divenuto un
capo religioso e militare dei jihadisti, e che poi fu colpito da un drone
americano nel 2011.”
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