Pubblichiamo oggi un intervento di un compagno di Alessandria sulla Formazione Operaia pubblicato nelle passate settimane. Prendiamo l'occasione per invitare altri compagni, compagne, lavoratori, giovani a intervenire e a leggere i 2 Quaderni sulla Formazione Operaia su L'Imperialismo, finora usciti, che raccolgono i testi della FO usciti dal 28 gennaio al 28 luglio.
leggendo la critica alla seconda parte del settimo capitolo de "L'imperialismo" di Lenin - e segnatamente la parte che riguarda i riformisti finto antimperialisti - mi è venuto da fare una considerazione, molto semplice, che concerne un'altra fondamentale opera del compagno Vladimir Ilic Uljanov: "Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa".
In questo scritto epocale Lenin sostiene che "dal punto di vista delle condizioni economiche dell’imperialismo, ossia dell’esportazione del capitale e della spartizione del mondo da parte delle potenze coloniali ‘progredite’ e ‘civili’, gli Stati Uniti d’Europa in regime capitalistico sarebbero o impossibili o reazionari".
Il rinnegato Kautsky afferma che "l’imperialismo non è il capitalismo moderno, ma semplicemente una forma della politica del moderno capitalismo”, e ne fa discendere che non bisogna cambiare l'approccio verso di esso.
Ecco, questa è, a mio avviso, la posizione corretta da cui partire per analizzare - e demolire - tutte le teorie che si sono diffuse negli ultimi decenni all'interno di quello che penso si possa definire il 'campo revisionista': dal Socialismo del XXI Secolo, al solito vecchio e trito discorso delle 'riforme di struttura' (dette anche terza via) di togliattiana memoria.
E' evidente che, almeno nel panorama italiano, si assiste ad un ritorno del togliattismo e contemporaneamente ad una affascinazione di buona parte della restante sinistra 'comunista' per quel caudillismo, che poco c'entra con il socialismo, che governa molti Stati dell'America latina.
leggendo la critica alla seconda parte del settimo capitolo de "L'imperialismo" di Lenin - e segnatamente la parte che riguarda i riformisti finto antimperialisti - mi è venuto da fare una considerazione, molto semplice, che concerne un'altra fondamentale opera del compagno Vladimir Ilic Uljanov: "Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa".
In questo scritto epocale Lenin sostiene che "dal punto di vista delle condizioni economiche dell’imperialismo, ossia dell’esportazione del capitale e della spartizione del mondo da parte delle potenze coloniali ‘progredite’ e ‘civili’, gli Stati Uniti d’Europa in regime capitalistico sarebbero o impossibili o reazionari".
Il rinnegato Kautsky afferma che "l’imperialismo non è il capitalismo moderno, ma semplicemente una forma della politica del moderno capitalismo”, e ne fa discendere che non bisogna cambiare l'approccio verso di esso.
Per
contro, Lenin dimostra che questa posizione altro non è che "una
più raffinata e coperta (e perciò più pericolosa) propaganda per
la conciliazione con l’imperialismo”.
E’ banalmente la teoria della possibilità di esistenza di un
“imperialismo buono”. E i riformisti prima chiedono agli
imperialisti di essere buoni e poi si riducono a propagandisti
dell’”imperialismo buono”.
Ecco, questa è, a mio avviso, la posizione corretta da cui partire per analizzare - e demolire - tutte le teorie che si sono diffuse negli ultimi decenni all'interno di quello che penso si possa definire il 'campo revisionista': dal Socialismo del XXI Secolo, al solito vecchio e trito discorso delle 'riforme di struttura' (dette anche terza via) di togliattiana memoria.
E' evidente che, almeno nel panorama italiano, si assiste ad un ritorno del togliattismo e contemporaneamente ad una affascinazione di buona parte della restante sinistra 'comunista' per quel caudillismo, che poco c'entra con il socialismo, che governa molti Stati dell'America latina.
Si
tratta in ambedue i casi di teorie che negano la possibilità della
trasformazione della società in senso socialista, ed in prospettiva
comunista:
si
ammantano di frasi 'rivoluzionarie', ma finiscono per sostenere
regimi oggettivamente di altra natura.
Stefano Ghio - Alessandria/Genova
Stefano Ghio - Alessandria/Genova
Nessun commento:
Posta un commento