Altro che abbracci e complimenti
tra Renzi e Obama, per fare un esempio. Quello che sta avvenendo a livello di
rapporti tra gli Stati è esattamente il contrario: si tratta di una guerra
scatenata ai vari livelli, economico, politico, militare… uno scontro teso a
rafforzare l’uno o l’altro paese imperialista e che perciò deve per forza
cercare di indebolire quanto più possibile il proletariato e le masse popolari.
Nella crisi economica più
profonda dell’imperialismo che stiamo vivendo, infatti, e che in queste forme
non si vedeva dagli anni ’30 del secolo scorso, tutte le contraddizioni si
acutizzano, in particolare si acutizza quella tra gli stessi paesi imperialisti,
appunto, per cui ogni paese prova a “fare da sé” per reggere alla concorrenza
mondiale.
Nei “vecchi” termini dell’economia
politica si dice che si sta sviluppando ancora una volta il “protezionismo”, e
cioè il governo di ogni paese deve difendere il proprio imperialismo, i profitti
dei propri padroni. Ed è proprio quello che sta facendo per esempio il governo
Renzi con l’immensa quantità di aiuti alle industrie, piccole medie e grandi,
alle banche ecc. del paese. I padroni naturalmente ringraziano, e tanto anche,
ma proprio per affrontare meglio la concorrenza hanno la necessità di agire a
livello globale, ma non vorrebbero che altri godessero degli stessi aiuti statali,
per cui criticano per esempio, da un lato l’Unione Europea che non permette di
sforare il tetto di spesa, e dall’altro il mancato accordo chiamato Ceta, un
accordo con il Canada che avrebbe abbattuto molte tariffe doganali e il mancato
accordo chiamato Ttip che, ancora più importante, avrebbe abbattuto molte
tariffe con gli Stati Uniti!
In questa confusione generale, in
cui per i padroni niente è più come prima, si fanno più chiari i rapporti di
forza tra i vari paesi. E ministri e “analisti” si accusano l’un l’altro. A proposito
dell’accordo “Ceta” per esempio il ministro italiano Calenda dice che “è
assurdo che un complesso accordo transcontinentale, negoziato per anni dalla
Commissione europea a nome di tutta la UE, venga sottoposto alla ratifica dei parlamenti
nazionali, per non parlare dei sub-parlamenti regionali come quello della
Vallonia.” come si legge in un articolo di Affari&Finanza di oggi. E ci si
accusa a vicenda sul fatto che a forza di cercare manodopera a bassissimo
costo: “industrie a bassa specializzazione, come molti settori del tessile e
del manifatturiero, sono state letteralmente cancellate dall’Europa.”
Insomma, l’attuale sviluppo del
sistema imperialista mette a dura prova ogni iniziativa tesa a salvaguardare i
profitti e i portavoce dei padroni italiani temono la “frammentazione europea”
sul piano della guerra economica globale perché essa agevola solo i più forti!
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