Terzo valico, vertici Cociv querelarono i Notav per diffamazione, oggi sono agli arresti
I vertici Cociv finiti in manette contro un 72enne. L'ambientalista li aveva accusati di corruzione
Delle due l'una. O il 72enne Antonello Brunetti, anima del movimento No Tav tra Genova e Alessandria, possiede doti divinatorie oppure, in maniera un po' arrischiata, anticipando troppo i tempi, ha messo nero su bianco quanto sostengono oggi due procure della
Repubblica e altrettanti gip. Oltre ad un video piuttosto esauriente. Ossia che Cociv, il consorzio General Contractor per la realizzazione del Terzo Valico, sarebbe infiltrato dalla corruzione.
Quello che inizierà il 3 novembre davanti al tribunale di Alessandria è un processo che oggi va visto con una prospettiva ben diversa. L'imputato è il signor Brunetti, genovese residente a Castelnuovo Scrivia, accusato di diffamazione a mezzo stampa e difeso dall'avvocato genovese Giancarlo Bonifai.
Le parti offese, anche volendo, non potranno presenziare. A presentare querela contro Brunetti furono infatti il presidente di Cociv Michele Longo e il direttore generale Pietro Marcheselli, oggi entrambi agli arresti domiciliari nell'ambito della maxi inchiesta per corruzione e turbativa d'asta sul Terzo Valico.
Nel settembre 2013, in un articolo dedicato alla cronistoria dell'alta velocità tra Genova e Milano pubblicato sul sito internet notavegnova.alervista.org, Brunetti scrisse: "Il terzo valico è come il ponte di Messina: lo dovrebbe costruire la stessa ditta, cioè Impregilo, c'è stata tutto attorno una fitta rete tangentizia… il primo lotto è di 500 milioni, Ma non erano 750? Dove sono finiti gli altri 250? Un rimborso per le tangenti pagate a suo tempo?"
Nella sua querela dell'epoca il presidente Longo definiva "affermazioni, gratuite, maliziose e denigratorie" quelle di Brunetti.
Scriveva l'imputato: "Il terzo valico non servirà a nulla…le proprietà sono altre, i dati tecnici per giustificarlo sono fasulli, alle spalle hanno reti ferroviarie penose e inefficienti con pendolari trattati come bestie".
In una lettera pubblicata da un giornale locale Brunetti tornava sul tema : "Lo Stato italiano ridotto a erogare soldi freschi per una compagnia di giro di costruttori incapaci di stare sul mercato e bisognosi di commesse pubbliche ottenute senza appalto e costata qualche tangentina a dei poveracci comprandone anima e corpo".
Nei confronti di Longo e Marcheselli oggi diversi magistrati usano parole assai più pesanti. Marcheselli, per la cronaca, è l'uomo immortalato nel video in cui un imprenditore campano, Antonio Giugliano, gli consegna una bustarella con 10 mila euro.
Oggi può far sorridere la motivazione con cui il gip di Alessandria manda a giudizio Brunetti: "In tal modo ingenerava nel lettore la convinzione che la Cociv ed i soggetti apicali della stessa si fossero resi responsabili di fatti di corruzione".
Ieri Cociv ha comunicato con una nota stampa che i suoi dirigenti arrestati si sono dimessi da ogni incarico e ha annunciato che sono stati nominatii nuovi:"presidente Vittorio Maria Ferrari e direttore generale Nicola Meistro".
Il 3 novembre sarà interessante vedere se il nuovo corso Cociv si manifesterà proprio nel tribunale di Alessandria, ritirando una querela che, in un momento assai critico per il consorzio, sta generando un clamoroso effetto boomerang.
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