Assolti perché "il fatto non sussiste" i 2 carabinieri e i 6 poliziotti che hanno seviziato a morte Giuseppe Uva nella caserma di Via Saffi.
Lo fermarono il 13 giugno di 8 anni fà, Giuseppe, per aver spostato delle transenne in mezzo a una strada. Si era ubriacato con gli amici dopo aver visto la partita dell'Italia agli Europei di calcio e uno dei 2 carabinieri che lo fermarono glielo promise: «Uva, proprio te cercavo questa notte, questa non te la faccio passare liscia, te la faccio pagare».
Mantenne la promessa il caramba, ma oggi "il fatto non sussiste"
Nella caserma di Via Saffi era Giuseppe che sbatteva la testa contro gli stivali dei suoi aguzzini e non il contrario. Certo, era lui l'autolesionista che quella testa avrebbe voluto sbattere sul pavimento e urlava disperatamente chiedendo aiuto affinchè gli sbirri si intenerissero e lo facessero crepare con dignità e non con i loro calci in faccia o i loro manganelli.... Chissà se proprio quelli o qualche altra perversa sevizia gli hanno provocato «aree gassose che sarebbero effetto di una lesione traumatica intestinale e del retto»
Racconta Lucia Uva, sorella di Giuseppe: «La prima cosa che ho visto è stato il naso viola. Poi aveva l'occhio
sinistro con una botta di colore blu e la mano destra con una bozza
viola. Tutte le gambe tagliuzzate, il ginocchio gonfio. Aveva delle
bruciature sullo zigomo destro e sulla spalla destra, come se gli
avessero spento le sigarette addosso. Aveva lividi sulla schiena e sul
fianco. Poi aveva un pannolone tutto sporco di sangue. Gliel'ho tolto
per guardarlo bene. Gli ho aperto le natiche: aveva l'ano fuori e i
testicoli irriconoscibili e violacei. Da lì ho capito che mio fratello
era stato picchiato e seviziato».
Questo Stato, che pratica la tortura nera con la complicità di tutti gli apparati, magistratura inclusa e sancisce "legalmente" quella bianca, dell'isolamento totale e permanente del 41 bis
Questo Stato, che ci fa la guerra dentro e fuori il carcere, che sfrutta, uccide, tortura i proletari dentro e fuori le frontiere perché è parte di un sistema sovranazionale, quello capitalistico, per cui le persone sono semplici numeri in una "partita doppia" e non tutte hanno lo stesso peso, lo stesso valore, la stessa "considerazione"
Questo Stato va abbattuto ed è urgente rilanciare contro la sua violenza, la solidarietà proletaria!
In quest'ottica rilanciamo il sostegno alla campagna "Pagine contro la tortura", che vedrà, domani 16 aprile, presidi in contemporanea sotto le carceri di Tolmezzo; Milano-Opera, Cuneo, Parma, Bancali, Terni, di cui si allega locandina
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