Naturalmente
sull’Inghilterra, sulla vera natura di questa civiltà, sono imprescindibili le
letture di Engels (La condizione della classe operaia in Inghilterra) e di Marx
(Il Capitale)
***
Quando l’Inghilterra “deportava” i bambini
È stata una “deportazione nascosta”, perpetrata
tra la metà del XIX secolo e il 1970 dall’imperiale Inghilterra, culla della
democrazia
E a spiegare ogni cosa, anche se usando la
giustificazione di voler costruire la “cittadinanza imperiale”, ci sono
soprattutto ragioni economiche. Così, per oltre un secolo, 130 mila minori
britannici (orfani, ma perlopiù poveri) furono costretti all’emigrazione
forzata in Australia, in Canada e in altri Paesi del Commonwealth. La loro età
variava tra i 3 e i 15 anni e, con la speranza spesso di un futuro migliore e
grazie alla mediazione anche di organizzazioni umanitarie, il governo inglese
convinceva le famiglie a lasciarli partire. Portati via dagli affetti e dalla
loro terra, quei bambini e ragazzi ebbero in realtà destini ugualmente molto
sfortunati: qualcuno riuscì a trovare un lavoro e a formarsi, una volta adulto,
una famiglia; gli altri – la maggior parte – vissero in condizioni di
sfruttamento e di indigenza non molto diversi da quelli delle loro famiglie
d’origine in Inghilterra. Sino al 12 giugno prossimo, le loro storie e le loro
tragedie saranno raccontate a Londra nella mostra On Their Own: Britain’n Child Migrants al Museum of Childhood.
Il
venerdì 1 aprile ‘16
Nessun commento:
Posta un commento