I legami dominati dal capitale finanziario producono la corruzione dei funzionari governativi in ogni nazione...
Come
nella fase di prosperità i profitti del capitale finanziario
aumentano a dismisura, dice Lenin, così esso ha la possibilità
nella fasi di crisi di assorbire le imprese piccole e deboli che
vanno a picco. Le forme vanno dall'acquisizione diretta, a cosiddetti
“risanamenti” e “riorganizzazione”, comunque tutto questo si
traduce in un affare vantaggioso e le banche qui giocano un ruolo,al
servizio del capitale finanziario, per assoggettare ancor più quelle
società che si rivolgono a loro per aiuti. Mentre i dividenti delle
imprese assorbite calano e gli azionisti di esse sono costretti ad
accettare di perdere una parte per non perdere il tutto, le banche
invece in ogni passaggio continuano a guadagnare.
E non
si tratta solo di un rapporto banche/industria, ma scrive Lenin. “Una
delle più redditizie operazioni del capitale finanziario è
costituita dalla speculazione fondiaria, in particolare sui terreni
posti nelle vicinanze delle città in rapido sviluppo. In questo
campo il monopolio bancario si fonda con il monopolio della rendita
fondiaria e con il monopolio dei mezzi di comunicazione”, dato
che l'aumento del prezzo dei terreni è legato alla distanza dei
mezzi di comunicazione col centro città.
In
sostanza, nell'epoca del capitale finanziario, questo intreccio
produce a sua volta un controllo e un utilizzo dei rapporti con le
amministrazioni comunali che sono depositarie delle licenze e hanno
un ruolo nelle informazioni circa gli appezzamenti di terreno.
Qui è la fonte, come si vede, di un rapporto di corruzione, concussione, che lungi dall'essere dipendente dall'onestà o meno di amministratori, è tutto il sistema che organicamente funziona attraverso questi intrecci e questi legami dominati dal capitale finanziario.
E
Lenin diceva già nella sua epoca che questo “è diventata la
lettera, il costume di ogni grande città, in qualsivoglia nazione”.
Quindi, Lenin spiega come “il monopolio non appena
creato dispone di miliardi, penetra necessariamente tutti i campi
della vita pubblica, indipendentemente dalla costituzione
politica del paese e da altri consimili “particolari”.
Solo tutti gli analisti che non hanno una comprensione
profonda del sistema, possono lamentarsi della corruzione dei
funzionari statali che si manifesta nel passaggio di funzionari
governativi al servizio alle banche. E viceversa, diremmo, i passaggi
dai consigli di amministrazione dei grandi monopoli agli incarichi
nel governo e nelle banche.
E Lenin scrive, citandoli, come perfino autori borghesi
sono costretti ad ammettere che “la libertà economica garantita
dalla Costituzione germanica, in molti campi della vita economica del
paese non è che una frase priva di contenuti”.
Lenin, quindi, riassume la questione di fondo:“In
generale il capitalismo ha la proprietà di staccare il
possesso del capitale dall'impiego del medesimo nella produzione, di
staccare il capitale liquido dal capitale industriale o produttivo,
di separare il rentier, che vive soltanto del profitto tratto dal
capitale liquido, dall'imprenditore e da tutti coloro che partecipano
direttamente all'impiego del capitale. L'imperialismo, vale a dire
l'egemonia del capitale finanziario, è quello stadio supremo del
capitalismo, in cui tale separazione raggiunge dimensioni enormi. La
prevalenza del capitale finanziario su tutte le rimanenti forme del
capitale importa una posizione dominante del rentier e
dell'oligarchia finanziaria, e la selezione di pochi Stati
finanziariamente più “forti” degli altri”.
A questo corrisponde il fatto da un progressivo distacco
tra paesi capitalistici più ricchi ed altri paesi, che a loro volta
si distinguono tra quelli che sono più ricchi di colonie, cioè che
hanno un maggiore dominio nei paesi dipendenti, e coloro che
attraversano fasi di rapidità di sviluppo.
Questa come distinzione interna ai paesi che ora
definiamo più precisamente come paesi imperialisti, mentre tutti
insieme si trovano in una posizione in cui il resto del mondo fa la
parte del debitore o di tributario di questi Stati.
I paesi imperialisti sono, pertanto, le “colonne”
- dice Lenin – del capitale finanziario mondiale e “fungono
da banchieri internazionali” di tutto il sistema.
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