lunedì 11 aprile 2016

pc 11 aprile - (n)PC - Carc una componente elettoralista e filoreazionaria nel campo dei falsi comunisti

Analisi grottesche e fantasie politiche dietro le posizioni di questa formazione - Una corrispondenza


Le prossime elezioni amministrative sono un terreno ostico per la cricca di Renzi. Lo dimostra l’articolata e massiccia campagna che i vertici della Repubblica Pontificia stanno conducendo contro il M5S. La concorrenza del M5S costringe le clientele locali PD antirenziane a rompere con Renzi per salvarsi. Il grosso della posta in gioco la cricca Renzi se la gioca a Roma, ma anche nel resto delle grandi città (Milano, Torino, Bologna e Napoli) la crisi politica emerge dalle difficoltà di trovare candidati con qualche speranza di vincere, ma al contempo abbastanza fedeli al progetto di accentramento dei poteri, di smantellamento degli enti locali, di privatizzazione dei servizi pubblici in corso d’attuazione. Motivo per cui, molto pragmaticamente: o la campagna di diffamazione, ridicolizzazione e denigrazione del M5S ottiene il risultato di farlo ridimensionare nei sondaggi oppure la cricca Renzi farà l’impossibile per rinviare le elezioni amministrative”.

Sono ormai diversi anni che il gruppo – fondato da Giuseppe Maj, ed attualmente guidato da Pietro Vangeli – partecipa attivamente alle elezioni.
Nel 2004 si presentarono autonomamente alle elezioni amministrative, poi – in seguito a travagli interni – decisero di sostenere prima la candidatura del magistrato Luigi De Magistris a sindaco di Napoli, per successivamente schierarsi apertamente a fianco del partito di Grillo
Questo senza dimenticare le farneticazioni di qualche anno fa, quando – con l’intento di battere le destre – diedero, come indicazione di voto, di sostenere, nell’ordine: o il candidato loro, o in assenza quello di un’organizzazione ‘comunista’, o qualora non ve ne fosse stato tracciare la croce sul candidato dei revisionisti, e via dicendo fino a giustificare le peggiori cose.
Sinceramente trovo indecente che costoro continuino a definirsi ‘comunisti marxisti-leninisti-maoisti’, quando nulla della loro tattica ricorda nemmeno vagamente quella dei gloriosi fronti popolari decantati dai classici del marxismo-leninismo.
Sostenere che occorre votare una formazione dichiaratamente reazionaria come il Movimento 5 Stelle - si veda aad esempio  sul Manifesto del quindici dicembre scorso, come questi hanno votato alla circoscrizione 9 Nizza-Lingotto di Torino per far cessare i rapporti tra questa e l'Anpi - per porre un argine allo strapotere dell’estremismo renziano non è solo una sciocchezza: è sintomo di trasformazione in senso oscurantista del pensiero della formazione legata a Giuseppe Maj.

G

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