Botte e minacce al bracciante: “Non devi lasciare la stalla”
Il giovane indiano denuncia: “Dovevo
ritirare il permesso di soggiorno”
Guruseb Singh
La storia di Guruseb Singh è quella di un indiano 26 enne che da marzo dello
scorso anno, in una stalla di Macello, nel pinerolese, munge due volte al giorno
120 mucche. Ha un contratto come bracciante agricolo, vive in un container
collocato davanti alla stalla, non ha il gabinetto, deve usare quello dello
stalla. E l’acqua gli arriva solo quando non serve per le mucche. In un anno e
mezzo di lavoro, 10-12 ore al giorno, racconta di avere avuto solo un paio di
giorni di riposo. Ma lui, un giovane dal carattere mite, come quello di tutti
gli indiani che in Piemonte lavorano nelle stalle, ha
sempre abbassato la testa, quei soldi, 800 euro al mese li mandava alla sua famiglia che vive in India. Ma poi la situazione è degenerata: «Mi trattavano in modo brusco e ostile».
sempre abbassato la testa, quei soldi, 800 euro al mese li mandava alla sua famiglia che vive in India. Ma poi la situazione è degenerata: «Mi trattavano in modo brusco e ostile».
Il permesso da ritirare
I rapporti si sono fatti tesi quando lui ha saputo che in questura era
arrivato il permesso di soggiorno. Voleva andare a ritirare quel documento
fondamentale per la sua permanenza in Italia, ma i suoi datori di lavoro, i
fratelli Livio e Walter Rol, continuavano a non dargli il permesso di
allontanarsi dalla stalla. «Poi - racconta il bracciante - mi avevano promesso
che mi avrebbero accompagnato in auto martedì scorso. Ma così non è stato quel
giorno si era finito di lavorare troppo tardi e gli uffici erano ormai chiusi».
E proprio martedì il giorno del tracollo. C’è una discussione. Lui nella
denuncia presentata alla Procura della Repubblica scrive: «Alle 16, 30 mentre mi
trovavo nel container, il signor Livio Rol mi presentava due fogli bianchi e mi
chiedeva, insistentemente, di apporvi una firma in calce. Io rifiutavo di
sottoscrivere un foglio in bianco e gli chiedevo le ragioni di tale richiesta.
Temevo che potesse essere utilizzato contro di me, magari per tacitare qualunque
mia pretesa legata al rapporto di lavoro».
La lite e la fuga
Quello che è accaduto dopo lo potrà solo accertare una eventuale inchiesta
della Procura, che ha già ricevuto l’esposto preparato dall’ufficio legale della
Cgil di Pinerolo. La situazione - stando al racconto del giovane indiano -
sarebbe degenerata, i toni si sono alzati e dalle parole si sarebbe passato ai
maltrattamenti da parte dei sui datori di lavoro. Lui è scappato, si è rifugiato
in un maneggio poco distante, poi quanto ha incontrato una pattuglia di
carabinieri ha detto che aveva avuto una lite con i fratelli Rol. Il giorno dopo
è andato al pronto soccorso per farsi rilasciare un referto medico affermando di
essere stato colpito con una chiave inglese, ma i medici non hanno riscontrato
«tumefazioni evidenti».
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