Affari e Finanza di oggi prende in giro a modo suo Renzi e
Alfano sulla proposta di quest'ultimo che ha rilanciato la costruzione del Ponte sullo stretto di Messina, dicendo che Renzi ne parla come “se
parlasse di una costruzione in mattoncini di Lego, “Voglio provare davvero a
vedere se si può fare”” mentre “quasi nelle stesse ore, Olbia finiva sotto l’acqua
a causa di un ponticello sul Rio Siligheddu appena ricostruito tale e quale a
quello che nel 2013 fu spazzato via dall’alluvione che fece tredici morti”.
Per non dire dello stesso Delrio che appena sentite le
dichiarazioni di Alfano aveva detto che il Ponte non era in programma”. E qui
il giornalista puntualizza che “L’episodio illustra bene lo stile di governo
che è andato consolidandosi negli ultimi mesi, che vede il presidente del consiglio
sordo ad ogni opinione dei suoi ministri e dei suoi grand commis, blindato tra
gli unici tre collaboratori che hanno qualche voce in capitolo: Luca Loti, Marco
Carrai e Maria Elena Boschi.”
E il ponte non solo non è prioritario per Delrio ma anche per “il nuovo presidente dell’Anas Gianni Armani che – dice - ben altre sono le priorità a cominciare dalla conclusione dei lavori per la Salerno-Reggio Calabria e dal collegamento con Palermo.” E ancora: “Gli studi e i progetti durano da decenni, con un costo di almeno mezzo miliardo, gran parte degli esperti di economia dei trasporti dicono che l’opera non è prioritaria e lui, con Alfano, vuole davvero vedere? Come se non bastasse il guaio delle follie contrattuali che costeranno qualcosa come 700 milioni per rifondere la Salini-Impregilo, vincitrice dell’appalto nel 2005. Poi ci sono i ponticelli, migliaia di ponticelli sparsi in tutta Italia che provocano tragedie come quelle di Olbia e della Liguria. Sul dissesto idrogeologico si sprecano lacrime di coccodrillo ogni volta che, sempre più spesso, c’è un disastro dovuto al dissesto idrogeologico, ma langue la pulizia degli argini dei fiumi, mancano gli interventi nelle zone franose, la manutenzione minima che un territorio come l’Italia richiede.”
E allora perché questa “allisciata” di Renzi nei confronti d
Alfano? “La sortita di Renzi si deve quindi esclusivamente a uno dei soliti
giochetti politici nello specifico, un favore a quel grande statista che si è
rivelato il ministro dell’Interno e capo dell’Ncd, che nel 2016 deve affrontare
le elezioni in Sicilia.”
Lo “stile” di Renzi, moderno fascista, si è rivelato tante
volte, come questa riportata dal giornalista: “Ci rimbocchiamo le maniche e sistemiamo
tutto”, aveva detto col tono velleitario che gli è proprio il presidente del Consiglio
poche settimane fa, quando si boccheggiava per il caldo. Una “rivoluzione
copernicana”, disse. Promise nove
miliardi e 7.000 cantieri in partenza. Cadute le prime foglie e consumate
le prime alluvioni pare siano arrivati 50 milioni…”
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