Migranti: fumogeni e scritte no borders contro la polizia in piazza Matteotti a Genova
Genova - Blitz la scorsa notte davanti alla sede del commissariato di polizia in piazza Matteotti a Genova dove sono stati lanciati fumogeni contro l’atrio del palazzo ed è stata danneggiata una volante della polizia. Sul vetro di una banca adiacente all’ingresso è comparsa la scritta «Polizia infame Ventimiglia no borders».
Ventimiglia, "No borders" sgomberati davanti alla stazione
Manifestazione, tensione con la polizia: "Siamo stati caricati"
Si è conclusa la manifestazione dei no border a Ventimiglia all'insegna di fatto di un altro sgombero dei manifestanti che occupavano le scale davanti all'ingresso dellsa stazione, avvenuto non senza tensioni e qualche collutazione: "Stavamo recuperando i nostri zaini - raccontano alcuni degli attivisti - quando ci hanno spinto via a forza e due di noi sono stati colpiti anche alla testa. Vogliamo continuare a stare vicino ai migranti, ma la polizia ce lo impedisce"
Circa 300 tra aderenti ai centri sociali e no border, provenienti da varie parti d'Italia, hanno infatti manifestato a Ventimiglia davanti all'ingresso del centro di accoglienza per migranti realizzato in uno spazio della stazione ferroviaria. Il centro è stato presidiato da alcune decine di agenti e carabinieri in tenuta antisommossa. La manifestazione non è stata autorizzata. I manifestanti protestano per lo sgombero dell'accampamento no border avvenuto nei giorni scorsi nella pineta dei Balzi Rossi, al confine italo-francese di Ponte san Lodovico, e per la chiusura della frontiera da parte della Francia che impedisce ai migranti di raggiungere il il paese transalpino. I giovani espongono striscioni. In uno è scritto "Siamo tutti clandestini"; in un altro campeggia la scritta "Solidarietà ai no border". Alcuni striscioni sono anche scritti in arabo. I manifestanti stanno tenendo un comizio per chiedere l'apertura della frontiera, che viene tradotto anche in inglese, francese e arabo.
Il raduno dei no border era cominciato intorno alle 14 con un pic nic davanti alla stazione ferroviaria di Ventimiglia.
Altri 40 saranno denunciati per la manifestazione non
autorizzata
No Borders: denunciato manifestante per lesioni ad un agente
lunedì, 05 ottobre 2015
Altri quaranta manifestanti saranno denunciati per la manifestazione non autorizzata di ieri pomeriggio. Anche nei loro confronti saranno avviate le procedure del foglio di via.
Nel frattempo, la Digos della Questura di Imperia sta esaminando tutti i filmati del presidio, al quale hanno partecipato circa trecento manifestanti tutti passibili di denuncia, qualora identificati o riconosciuti.
Ventimiglia, sgomberato il presidio No
Borders, i migranti tornano sugli scogli
Confine sbarrato dai poliziotti francesi, dall'Italia 12 camionette di carabinieri e polizia arrivati all'alba ai Balzi Rossi: succede ora alla frontiera di Ventimiglia, al campo No Borders, autogestito da migranti e attivisti. Per evitare lo sgombero e l'arresto, 100 persone tra migranti e italiani sono fuggiti dal campo occupato sotto la pineta, e si sono rifugiati sugli scogli, portando tutto con loro, come a giugno all'inizio della protesta.
Intorno alle 7, mentre albeggia, nel caos e tra le urla dei No Borders, le forze dell'ordine entrano nell'accampamento con un'ordinanza di sgombero: lo smantellano e bonificano, "Come chiedevamo da tempo, troppi i disagi che causava", commenta subito il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano (sedicente democratico, n.d.r.). Gli attivisti hanno indetto una manifestazione per mezzogiorno nel centro di Ventimiglia; in arrivo giovani da varie parti d'Italia, confermata la presenza di associazioni solidali.
Ma qui, tra i migranti, nessuno si arrende, "Noi resistiamo, stiamo qui sugli scogli, come alle origini, guardandoci a distanza con gli agenti", spiega concitato Alexander, uno degli attivisti dagli scogli. Intorno, ritmi e slogan della protesta di sempre: “We are not going back”. Intanto le forze dell'ordine in assetto anti sommossa sono sempre più vicine, circondano gli scogli, e si teme uno scontro sulle rocce che potrebbe essere rischioso. "Le strade sono chiuse, ci sono ragazzi che stanno provando a raggiungerci ma vengono bloccati", denunciano dagli scogli i ragazzi, che mandano foto, "ma non sappiamo per quanto avremo ancora i cellulari carichi, nè cosa succederà". Per il sindaco "devono spostarsi, dove andranno lo valuterà la questura, ma questa situazione non poteva più andare avanti - spiega - capiamo le motivazione della loro protesta ma il campo era abusivo e ci vuole rispetto per una città che è stata accogliente e ospitale". Ma per mediare con le forze dell'ordine gli attivisti hanno chiamato il vescovo di Ventimiglia, Antonio Suetta, da sempre loro sostenitore: "Sta arrivando qui, ha già contattato la Prefettura e gli hanno assicurato che non useranno la forza - spiega Alexander - Vedremo... Di sicuro, il vescovo si era detto disponibile a concederci una struttura per traslocare il presidio. Se ci lasciassero passare, magari ci sposteremmo senza conseguenze per nessuno...".
Per ora, però, il confronto è sugli scogli, da una parte decine di agenti in assetto antisommossa, dall'altra loro. "C'era tensione nell'aria, sapevamo del rischio di uno sgombero ma non pensavamo di arrivare a questo punto. Dodici camionette sono tante. Mentre i francesi hanno sbarrato il confine per evitarci vie di fuga", conclude Alex.
Ventimiglia, via i migranti dalla scogliera. Arriva il vescovo, un arresto
Ventimiglia - È scattato all’alba lo sgombero dell’accampamento al confine tra l’Italia e la Francia, a Ventimiglia, dove ancora un centinaio di stranieri era accampato, insieme ai giovani dei centri sociali, da più di cento giorni. Polizia e carabinieri sono intervenuti con circa 200 uomini e decine di blindati, circondando la tendopoli organizzata dagli attivisti italiani e francesi “No Borders” che ospitava gli immigrati. Non ci sono stati episodi di resistenza o violenza.
Arriva anche il vescovo e tenta la mediazione
Intorno alle 10 è arrivato al confine tra Italia e Francia di Ponte San Ludovico il vescovo di Ventimiglia monsignor Antonio Suetta. Il sacerdote si è inoltrato sugli scogli e ha parlato con i migranti e No Borders che si sono rifugiati in riva al mare. Don Suetta, nelle scorse settimane, è stato al centro di polemiche per la donazione di duemila euro al presidio No Borders. “Ho chiesto ai No Borders un passo indietro, ora decideranno loro che cosa fare” ha raccontato dopo l’incontro.
“Riconosco che in un contesto ordinato della società queste persone stavano agendo in maniera formalmente illegale. Conoscendoli meglio ho anche capito che però in loro ci sono delle buone attitudini, soprattutto quella di considerare lo straniero non solo una persona da assistere, ma come uomo a tutti gli effetti. Credo che questa attitudine, se ben indirizzata, vada coltivata”. Il vescovo ha confermato che il convegno di questa sera organizzato dalla Caritas e al quale aveva invitato i No Borders si svolgerà regolarmente.
Un arresto
Nel frattempo la polizia ha eseguito un arresto: fermato un cittadino bosniaco di 40 anni che risultava colpito da un ordine di cattura internazionale. Una decina di persone, individuate come i promotori della protesta, sono state accompagnate in commissariato per notificare loro una serie di provvedimenti da parte della magistratura.
La circolazione è bloccata dalla parte italiana poco dopo la frazione di Latte, mentre, in Francia, i veicoli non possono transitare verso il confine all’altezza del porto di Mentone Garavan
Le forze dell’ordine hanno eseguito un provvedimento di sequestro cautelativo dell’area in cui sorgeva l’accampamento dei No Borders firmato dal gip Bracco del Tribunale di Imperia. Nel fascicolo aperto dalla procura di Imperia vengono ipotizzati i reati di occupazione abusiva e di furto di acqua e di energia elettrica. Alcuni esponenti dei centri sociali sono stati accompagnati in commissariato ma non risultano in stato di fermo.
Smantellato tutto l’accampamento abusivo dei No Borders
Era stato allestito presso la frontiera di Ponte San Ludovico, ed è stato smantellato da polizia e carabinieri. Sul posto, alle 7:30, sono arrivati i camion della nettezza urbana che hanno cominciato a caricare tende, materassi, sedie, tavoli. Nel frattempo una cinquantina di persone è tornata sulla scogliera dei Balzi Rossi. Si tratta di un gruppo di attivisti No Borders e di una cinquantina di migranti, di quelli che da quasi 100 giorni si trovavano alla frontiera. La situazione è tranquilla, con un gruppo di poliziotti che a loro volta sono scesi sulla scogliera circondando gli immigrati e gli attivisti dei centri sociali.
La rabbia esplosa il 13 giugno
Dopo giorni di tensione al confine, la Francia aveva bloccato la frontiera, impedendo ai migranti di attraversare il confine. Di fronte al tentativo della polizia di sgomberare l’improvvisato bivacco che si era formato sulla aiuole del varco di San Ludovico, ottanta immigrati erano scappati sulla scogliera, pronti a tuffarsi in mare. Lo slogan: «Non possiamo tornare indietro, di qui non ce ne andiamo».
È stato questo il prologo della rivolta degli scogli, che per molti giorni ha catalizzato l’attenzione dei media nazionali. Dopo più di cento giorni, la protesta ha però cambiato volto. A dar man forte agli immigrati sono arrivati i No Borders, giovani d ei gruppi sociali che hanno installato un accampamento sotto la scogliera e tra le arcate ferroviarie dei Balzi Rossi.
Una tendopoli organizzata con cucine e punti si assistenza intorno alla quale hanno continuato a gravitare circa 150 persone tra italiani e stranieri. Ma l’iniziale spinta di solidarietà per i migranti si è trasformata in un’onda di disagio e protesta. I continui cortei, blocchi stradali e manifestazioni non autorizzate hanno colpito soprattutto i frontalieri e i commercianti che fanno affari con i clienti di oltreconfine.
A sollecitare in ogni modo lo sgombero è stato Enrico Ioculano, il giovane sindaco Pd che ha abbattuto una delle ultime roccaforti del centrodestra nel Ponente ligure. Parole di fuoco: «Questa occupazione deve finire. Queste persone hanno offeso la città, che ha vissuto tutto quel che è accaduto negli ultimi mesi con spirito di solidarietà, tolleranza, accoglienza. La risposta è stata quella di creare continui disagi».
Ioculano ha anche risposto picche all’invito del vescovo Antonio Suetta a riaprire il dialogo con i No Borders in occasione di un incontro organizzato dalla Caritas per questa sera. Vescovo a sua volte investito dalle polemiche per per aver donato duemila euro ai No Borders nel corso di un incontro chiesto dai giovani: «L’ho fatto per garantire ai migranti di mangiare», ha reagito il sacerdote. A far deflagrare una situazione già elettrica è poi arrivato un episodio inquietante.
Una trentenne lombarda, accampata da un mese e mezzo nella pineta con la sua tenda, ha denunciato nei giorni scorsi alla polizia: «Sono stata violentata da un migrante, un senegalese. Ero entrata nella doccia allestita sotto la ferrovia, è entrato, mi ha zittito e poi ha approfittato di me per un’ora». Ancora: «Gli altri ragazzi hanno cacciato quel giovane, ma mi hanno chiesto di tacere per evitare ripercussioni sugli altri stranieri». Fatti sdegnosamente smentiti dai No Borders: «È stata una vendetta dopo che l’abbiamo allontanata per i suoi comportamenti».
la cronaca
corrispondenza
ANCORA DIS-INFORMAZIONE DI REGIME
Domenica quattro ottobre, a Ventimiglia, a partire dalle ore 14:00, si è
svolto – sulla piazza della stazione ferroviaria, dove è allestito il centro di
prima accoglienza per i richiedenti asilo – un presidio in solidarietà con i No
Borders allontanati con la forza qualche giorno prima dalla zona dei Balzi
Rossi, dove erano accampati da circa tre mesi in appoggio alla lotta dei
migranti, ai quali è tutt’ora impedito di attraversare il confine francese.
Della giornata ecco il comunicato in tempo reale, apparso su una nota rete sociale, diramato dagli attivisti sopra citati - “Piazzale della stazione a Ventimiglia sotto attacco. La polizia ci carica insieme ai manifestanti e migranti a termine del presidio della manifestazione di questo pomeriggio. Vari feriti e alti livelli di repressione. Le cariche sono state seguite da inseguimenti a piedi per le vie della città”.
Il giorno successivo ci si aspetterebbe che la stampa borghese regionale desse ampio risalto alla vicenda: invece ancora una volta i fogliacci (almeno quelli telematici, che sono gli unici che riesco a leggere in tutte le loro edizioni locali) si dimostrano organi di dis-informazione; l’unica testata a dare uno spazio decente alla manifestazione – con un pezzo dal titolo “Ventimiglia, ‘No borders’ sgomberati davanti alla stazione” – è La Repubblica.
Per parte sua, Il Secolo XIX qualcosa fa trapelare; peccato che ne accenni soltanto all’interno di un pezzo, apparso sull’edizione genovese, dal titolo “Migranti: fumogeni e scritte no borders contro la polizia in piazza Matteotti”, il cui contenuto si limita a sei righe: di queste solo qualche parola – “Ieri, al termine di un corteo ‘no borders’ alcuni manifestanti sono stati caricati dalle forze dell’ordine” – si riferisce ai fatti accaduti nella cittadina di confine.
Genova, 06 ottobre 2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
Due blitz contro due sedi del Partito Democratico di Torino sono state imbrattate con scritte di vernice bianca e rossa la scorsa notte. Gli attacchi diretti contro i circoli di via Colautti, nel quartiere Borgo Vittoria, e di via Cervino, nel quartiere Barriera di Milano. Si tratta degli ennesimi blitz contro sedi del Pd a Torino, soprattutto nell'area Nord della città, dove si trova anche il quartier generale dei Democratici a Torino già preso di mira. Tanto che viene sorvegliato dalle forze dell'ordine.
Questa volta il pretesto non è la Tav e le scritte non hanno connotazioni " No Tav". Vengono invece "attaccate" le politiche sull'immigrazione e l'accoglienza dei profughi. In particolare lo sgombero del campo a Ventimiglia, sul confine italo-francese.
Su i due episodi indaga la polizia: si pensa che le scritte siano state tracciate da esponenti del movimento antagonista. Si chiede la chiusura dei Cie, lo
Genova - La digos indaga su un volantino diffuso in questi giorni a Genova, firmato `antirazzisti solidali´, che critica «il sindaco di Genova, il prefetto e il portavoce del Forum terzo settore» per l’accordo firmato il 17 settembre per fare lavorare i migranti in lavori di pubblica utilità su base volontaria.
«Nella barbarie generalizzata che avvolge l’Europa - si legge nel volantino - le istituzioni genovesi fanno la loro parte. I profughi accolti in Liguria potranno `migliorare la citta´` ed ´essere una risorsa per la collettività’. Con risorsa il prefetto intende merce, senz’altro. Le parole sono importanti. Infatti i profughi lavoreranno gratis in opere atte a impedire le alluvioni».
«Ci si pulisce le coscienze - prosegue il documento - rendendo i profughi degli schiavi e l’accoglienza un affare per i nuovi affaristi. Rimettere a posto le parole è importante. Ma il problema è sapere chi sono i nuovi padroni. E organizzarsi». Il documento verrà trasmesso nelle prossime ore in procura, al pool specializzatostop agli sgomberi e alle retate e la risoluzione della situazione migranti di Ventimiglia.
Della giornata ecco il comunicato in tempo reale, apparso su una nota rete sociale, diramato dagli attivisti sopra citati - “Piazzale della stazione a Ventimiglia sotto attacco. La polizia ci carica insieme ai manifestanti e migranti a termine del presidio della manifestazione di questo pomeriggio. Vari feriti e alti livelli di repressione. Le cariche sono state seguite da inseguimenti a piedi per le vie della città”.
Il giorno successivo ci si aspetterebbe che la stampa borghese regionale desse ampio risalto alla vicenda: invece ancora una volta i fogliacci (almeno quelli telematici, che sono gli unici che riesco a leggere in tutte le loro edizioni locali) si dimostrano organi di dis-informazione; l’unica testata a dare uno spazio decente alla manifestazione – con un pezzo dal titolo “Ventimiglia, ‘No borders’ sgomberati davanti alla stazione” – è La Repubblica.
Per parte sua, Il Secolo XIX qualcosa fa trapelare; peccato che ne accenni soltanto all’interno di un pezzo, apparso sull’edizione genovese, dal titolo “Migranti: fumogeni e scritte no borders contro la polizia in piazza Matteotti”, il cui contenuto si limita a sei righe: di queste solo qualche parola – “Ieri, al termine di un corteo ‘no borders’ alcuni manifestanti sono stati caricati dalle forze dell’ordine” – si riferisce ai fatti accaduti nella cittadina di confine.
Genova, 06 ottobre 2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
contro le sedi del Pd
(la foto è ripresa dalla Stampa, n.d.r.)Due blitz contro due sedi del Partito Democratico di Torino sono state imbrattate con scritte di vernice bianca e rossa la scorsa notte. Gli attacchi diretti contro i circoli di via Colautti, nel quartiere Borgo Vittoria, e di via Cervino, nel quartiere Barriera di Milano. Si tratta degli ennesimi blitz contro sedi del Pd a Torino, soprattutto nell'area Nord della città, dove si trova anche il quartier generale dei Democratici a Torino già preso di mira. Tanto che viene sorvegliato dalle forze dell'ordine.
Questa volta il pretesto non è la Tav e le scritte non hanno connotazioni " No Tav". Vengono invece "attaccate" le politiche sull'immigrazione e l'accoglienza dei profughi. In particolare lo sgombero del campo a Ventimiglia, sul confine italo-francese.
Su i due episodi indaga la polizia: si pensa che le scritte siano state tracciate da esponenti del movimento antagonista. Si chiede la chiusura dei Cie, lo
Migranti, volantino contro il sindaco e il prefetto. La polizia indaga
Genova - La digos indaga su un volantino diffuso in questi giorni a Genova, firmato `antirazzisti solidali´, che critica «il sindaco di Genova, il prefetto e il portavoce del Forum terzo settore» per l’accordo firmato il 17 settembre per fare lavorare i migranti in lavori di pubblica utilità su base volontaria.
«Nella barbarie generalizzata che avvolge l’Europa - si legge nel volantino - le istituzioni genovesi fanno la loro parte. I profughi accolti in Liguria potranno `migliorare la citta´` ed ´essere una risorsa per la collettività’. Con risorsa il prefetto intende merce, senz’altro. Le parole sono importanti. Infatti i profughi lavoreranno gratis in opere atte a impedire le alluvioni».
«Ci si pulisce le coscienze - prosegue il documento - rendendo i profughi degli schiavi e l’accoglienza un affare per i nuovi affaristi. Rimettere a posto le parole è importante. Ma il problema è sapere chi sono i nuovi padroni. E organizzarsi». Il documento verrà trasmesso nelle prossime ore in procura, al pool specializzatostop agli sgomberi e alle retate e la risoluzione della situazione migranti di Ventimiglia.
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