(Da Il Fatto Quotidiano)
Sabrina Ferilli, secondo lei Marino chi è? Anzi cos’è?
Un uomo inadeguato, è figlio di questo tempo e partecipe dei
successi di questa nuova classe dirigente che fa dell’apparenza la
propria cifra, l’essenza dell’esistenza. Il sindaco di Roma c’è stato
sempre nelle belle notizie, pronto a mettere il suo sorriso davanti
all’aiuoletta pulita, a spumeggiare di felicità nella celebrazione del
matrimonio tra gay, ad annunciare ora la pedonalizzazione, ora la
moralizzazione, ora la bonifica. Con gli annunci oppure in compagnia
delle belle notizie lui è sempre stato presente. Con le brutte, con i Casamonica re di Roma, è andato ai Caraibi.
Fugge dal dolore?
Fugge dalla vita vera. Fugge esattamente come Matteo Renzi,
il capostipite di questa mejo gioventù. Ieri (9 ottobre, ndr) Roma
bruciava e il premier era con le eccellenze emiliane. Sempre pronto e in
prima fila alla partita di tennis, in ultima quando deve avere occhi
per gli ultimi. So’ uguali uguali. Ma Marino ha un aut aut che Renzi non
può permettersi di vantare: è fuori dalla fanghiglia del potere dei
predatori, di coloro che adesso contano le bottiglie di vino, se la
moglie ha mangiato bresaola o pasticcio siciliano, e non ricordano chi ha dato le chiavi del Campidoglio a Buzzi, chi ha reso inservibile il 65% degli autobus della Capitale, chi ha concesso – per sette euro e 75 centesimi di affitto al mese – settemila abitazioni di proprietà pubblica.
Chi ha messo in bilancio e speso come assistenza ai nomadi, 270mila euro all’anno per famiglia?
Un magna magna rivoltante, del quale Marino è totalmente estraneo. I
suoi errori, che pure sono niente male, sono stati altri: non capire che
una città ha bisogno di essere curata ogni giorno, ha bisogno di vedere
che fai e non solo annunci. Però, diamine!
Diamine cosa?
Che il Papa si senta in dovere di fare un
comunicato per sfancularlo è – posso dirlo? – decisamente inaudito.
Tutta la stima e la deferenza, ma Bergoglio non se lo poteva permettere. Eppure, ha visto che silenzio?
C’è il Giubileo della Misericordia, siamo tutti devoti.
Iene, pronti all’agguato. La Panda ’ndo sta’? La multa, la
gita, la cravatta, lo scontrino. E il ristoratore che ricorda
esattamente che due anni fa c’era la moglie e anche quante briciole lasciò sulla tovaglia, e la Comunità di Sant’Egidio pronta a segnalare che quella volta no, loro non hanno magnato, ma forse l’altra precedente… E tutti a gridare: scandalo!
Se fai il puro c’è sempre qualcuno più puro di te che poi ti epura.
Purezza? Schifezza direi. Perché in un mondo di gattopardi, di
gente che fa marcire Roma, rende gli abitanti sporchi come chi li guida,
si grida allo scandalo per fregnacce e si tace sulle milizie di furbi e
ladri che hanno saccheggiato la città. È così grande l’ipocrisia che
nemmeno l’Everest.
Marino, non ti dimettere più.
Falli schiumare Forrest Gump. Sarà bizzarro e
inadeguato, ma non ladro. Non è lui ad aver spalancato le porte alla
mafia, non è lui il corrotto. E io non voglio che oramai la censura si
attivi solo per le cazzatelle, che la bottiglia di vino da cinquanta euro
debba far decidere le dimissioni. Invece mi sembra che stiamo andando
proprio verso questo nuovo traguardo dell’immoralità: si bruciano soldi,
speranze collettive, si macchia sistematicamente l’onore, e tutto tace.
Ma guai a te se hai la cravatta sporca di sugo: le tagliatelle dove le
hai mangiate? E quanto hai speso? Cento euro? Vergogna.
Lei è magnificamente sola, in netta minoranza.
Ma essere in minoranza non vuol dire avere torto. Non è
un’equazione possibile, mio caro. La maggioranza detterà la linea non
l’etica, né segnerà il confine del giusto dall’ingiusto.
Né misurerà la distanza dell’apparenza dalla realtà.
Solo l’apparenza conta. Appari come non sei, e la realtà è
nascosta, taciuta, vilipesa. Ha visto mai Renzi partecipare a un dolore,
partecipe di una disfatta personale o anche collettiva? Mai. Le macerie
cadono sempre sulla testa dei più deboli. Lui pulito, ordinato e
pettinato trova conforto nel sorriso da categoria enduro. Sta sempre con
chi vince: la tennista che si aggiudica il Grande Slam, il regista che vince l’Oscar,
l’astronauta che raggiunge le stelle, il ristoratore che fa ballare la
samba ai carciofi. Marino in questo è un eccellente socio. Il socio del
sorriso. Sorrida di meno e sfanghi di più. Oppure, se capisce che
l’hanno accerchiato…
Gli hanno teso un agguato?
E che dubbio c’è? Se capisce che è caduto in un trappolone (e poteva
pure stare attento alla carta di credito) fugga via. Parta per i
Caraibi, e questa volta se la prenda comoda.
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