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Nei
mesi di maggio e giugno la Fiom-Cgil ha promosso un’inchiesta tra i
propri delegati per analizzare le aree di lavoro in cui permangono
criticità per le condizioni di lavoro e rischi per la sicurezza.
Questa
inchiesta è stata promossa con l’intento di realizzare una
mappatura delle principali criticità esistenti nel contesto di una
situazione produttiva in cui sono aumentati sistematicamente la
velocità delle linee, le saturazioni e di conseguenza i carichi di
lavoro, nonostante l’ingresso di tanti addetti in somministrazione
e trasfertisti.
Nonostante
gli investimenti realizzati dall’azienda, sono necessari maggiori
investimenti sull’ergonomia, sulla salubrità dell’ambiente di
lavoro e sulla sicurezza, perché gli investimenti sulla nuova linea
si sono concentrati principalmente su impianti e macchinari e meno
sulle condizioni di lavoro.
Le
principali criticità che emergono, al di là della sostenibilità
del lavoro secondo il nuovo modello di turnazione sono:
a)
l’incremento della velocità delle linee ha frazionato maggiormente
i tempi e aumentato la ripetitività delle mansioni con rischi per
epicondilite, tunnel carpale, cuffia rotatoria.
b)
eccessiva concentrazione degli addetti linea su alcuni tratti linea,
in particolare nelle prime UTE del Montaggio e alla Meccanica,
difficoltà nello svolgimento del lavoro in spazi molto ridotti, a
causa del nuovo layout della linea della 334 e della 520.
c)
insufficienza dei sistemi di abbattimento dei fumi e di areazione in
LASTRATURA e nella UTE FINAL del MONTAGGIO.
d)
alcuni investimenti realizzati dall’azienda, migliorativi delle
condizioni di lavoro, sacrificati per gli obiettivi di produzione
(superamento dei vincoli tecnici UTE TREAM 1 e 2 del Montaggio;
mancato utilizzo partner, servo-mezzi)
e)
aumento delle saturazioni su molte postazioni del Montaggio, causa
ERGO-UAS e organizzazione della produzione, perché il MONTAGGIO non
riesce a stare sempre dietro alla LASTRATURA e alla VERNICIATURA.
f)
La modifica del regime di TURNAZIONE risulta particolarmente pesante
per il sabato sera e la domenica pomeriggio; di fatto ogni lavoratore
nell’arco del mese vede interessata la domenica per effetto dei
fine turno del sabato sera o della domenica sera, senza considerare
il turno pomeridiano.
g)
i giorni di riposo si collocano soprattutto nell’arco della
settimana con il risultato di azzerare i momenti di socialità e
quelli dedicati alla famiglia nel fine settimana, un sacrificio
particolarmente gravoso per le lavoratrici.
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