Ogni euro speso per il Tav è un euro rubato a qualcosa di utile
per tutti e tutte, per questo recentemente 48 notav sono stati
condannati ad oltre 140 anni di carcere e al risarcimento di 131.140
euro.
Da oltre venticinque anni ci battiamo contro un’opera inutile e
dannosa, non solo per il territorio e per la vita della Valsusa, ma per i
bisogni e il futuro di tutti i cittadini.
Parliamo di un progetto di cui nessuno, presidenti del consiglio,
ministri della repubblica, commissari di governo, tecnici e docenti, è
mai riuscito a dimostrare realmente la effettiva necessità per il nostro
Paese.
Al contrario, il movimento No Tav ha dimostrato in ogni sede, non
solo come si possa fare a meno di una nuova linea veloce tra Torino e
Lione, ma come questo progetto sia un attentato alle finanze pubbliche e
che ogni risorsa dedicata al Tav sia sottratta alle vere esigenze della
società.
Mentre la crisi economica miete vittime quotidianamente e tutti i
governi che si sono succeduti hanno concorso all’impoverimento generale,
il “sistema tav” non è mai stato messo in discussione, anzi ha sempre
avuto un assenso continuo da parte dei vari inquilini dei palazzi del
potere, a prescindere, con la motivazione recitata a memoria: “ormai è
stato deciso” o addirittura “lo vuole l’Europa”.
Nessuna di queste due affermazioni è vera, l’opera è giorno dopo
giorno sempre più messa in discussione proprio in Europa, l’organismo
che dovrebbe cofinanziare il Tav.
Il movimento No Tav ha sempre fatto la sua parte in questa vicenda,
osteggiando con ogni mezzo possibile la realizzazione dell’opera, e per
questo da oltre due anni frequenta quotidianamente le aule di tribunale
se non le patrie galere.
Non potendoci sconfiggere con altri mezzi, da oltre due anni è la
magistratura a portare avanti con più determinazione gli interessi del
“sistema Tav”, ingaggiando una campagna senza precedenti contro i No
Tav, che ha visto solo negli ultimi due anni oltre mille indagati,
decine di arresti, capi d’imputazione fantasiosi, risarcimenti
esorbitanti, accuse di terrorismo, e solo poche settimane fa a 46 No Tav
sono toccati 140 anni di prigione, ben 130 anni in più degli autori
della strage del Vajont. 3 ragazzi sono ancora in carcere, 4 ai
domiciliari e in decine non possono frequentare la Valle di Susa a causa
dei fogli di via.
Una costruzione capillare del nemico pubblico No Tav utile a
difendere un progetto che vale al centimetro quanto un buon stipendio
mensile: milleseicento euro.
Questo quando ogni volta che piove ci tocca contare le vittime
dell’incuria del territorio, quando cade il tetto di una scuola, quando
una famiglia dorme in macchina, quando si taglia sul trasporto pubblico
ma aumenta il biglietto per bus e tram, quando senza soldi non ci si può
curare.
E nonostante questo le priorità del governo rimangono sempre altre:
come l’Expo di Milano, un vero e proprio affare per mafie e lobby, che
ha trasformato Milano in un cantiere a cielo aperto, mentre viene
spacciato come un’ occasione di rilancio per il nostro Paese.
Se siamo colpevoli di batterci contro quest’immondo (quanto
consapevole) spreco di denaro pubblico a favore di interessi di pochi
non abbiamo problemi a dirlo: siamo tutti colpevoli, dal più anziano al
più giovane, ed è per questo che invitiamo tutti alla manifestazione che si terrà sabato 21 febbraio a Torino.
Vogliamo essere in tanti quel giorno perché la libertà è
una cosa seria e come tale va trattata. Perché tutti insieme siamo
imbattibili, perché fermarci è veramente impossibile.
Il Movimento No Tav
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