Per il rappresentante dell'accusa va affermata la responsabilità degli
imputati, ma serve un nuovo processo d'appello per motivare meglio le condanne.
Oggi la sentenza
"Rigettare i ricorsi degli imputati che chiedono
l'assoluzione ma annullare le pene di secondo grado perché non motivate": è la
richiesta del pg di Cassazione della quarta sezione che rappresenta la pubblica
accusa nell'udienza in corso questa mattina a Roma, del processo per il crollo
al liceo Darwin di Rivoli nel quale il 22 novembre del 2008 morì Vito Scafidi.
Il 28 ottobre 2013 i giudici piemontesi avevano ribaltato la sentenza di primo
grado - dove era stato condannato solo uno dei sette imputati - condannando
6 imputati e assolvendone uno.La
sentenza affrontava, in particolare, la responsabilità dei responsabili del
servizio di prevenzione e protezione, definiti "i garanti della sicurezza".
Nella sentenza
di appello, infatti, sono stati condannati i tre responsabili con pene
dai 2 anni e 2 mesi ai 3 anni e 6 mesi che in primo grado erano stati
assolti."Se di fronte al tempo di un
quarto di secolo qui trascorso, dal 1984 al 2008, - scrivevano i magistrati
- si fosse verificato lo stato di quel controsoffitto conoscibile,
ispezionabile e monitorabile con il sovrastante vano tecnico, si sarebbero
potute evidenziare, valutare e fronteggiare le sue gravi anomalie; ne ignoravano
l'esistenza: e ciò che non si conosce è, e non può che essere insicuro, e
continuare a esserlo".
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