(da Tavolo 4)
VICENZA : BASTA VIOLENZA SULLE DONNE
Solidarietà e giustizia
per Mariana !
APPUNTAMENTO Sit-in e volantinaggio di
solidarietà
mercoledì
4 FEBBRAIO h 13 al
“vecchio” Tribunale Civile di Contrà Santa Corona 26.
VICENZA: GIUSTIZIA per MARIANA! BASTA violenza sulle donne!
Invitiamo la cittadinanza di Vicenza, in modo particolare le donne di
questa città, ad unirsi a noi per chiedere e vigilare affinché il gravissimo
fatto accaduto lo scorso 15 luglio a Vicenza non sia insabbiato o sminuito da
una sentenza che, come già accaduto troppe volte nel nostro Paese, sia segnata
dal maschilismo e dalla sottovalutazione dell’accaduto perché a subirlo è stata
una donna povera e giudicata dalla morale del perbenismo bigotto.
Gray Jerelle Lamarcus, un giovane militare Usa della Caserma Dal Din (Dal Molin) ed Edil McCough, sono accusati di aver stuprato, per ore, e ferocemente picchiato, Mariana nella notte del 15 luglio scorso. Mariana era incinta. Circa un anno prima dall’aggressione Gray Jerelle Lamarcus era stato accusato per lo stupro di una ragazza minorenne. A luglio nonostante questo precedente la procura ha ritenuto sufficienti per gli accusati gli arresti domiciliari all’interno della caserma e così, a distanza di soli alcuni mesi, in dicembre il militare è riuscito ad evadere, ed è stato nuovamente denunciato con l’accusa di aver tentato di ottenere una prestazione sessuale da un’altra prostituta, anch’essa incinta, aggredendo sia lei sia un’altra donna.
Per Mariana sdegno iniziale e promesse non mantenute
Dopo la feroce aggressione a Mariana si sono subito mobilitate associazioni femminili e alcuni comitati con dichiarazioni, sit-in e offrendo supporto alla difesa legale della donna.
Il sindaco di Vicenza, nonché Presidente della provincia, Achille Variati, subito dopo l’orribile fatto che aveva attirato l’attenzione dei mass media, fece tante promesse di aiuto alla donna e al suo bambino (che nel frattempo è nato) , promesse che sono rimaste vuote parole.
Ora sembra che si voglia liquidare tutta la questione giustificando il militare in quanto, secondo la Difesa, sembra “non fosse capace di intendere e volere” e il silenzio sta cadendo su questo terribile episodio di violenza.
Ci rivolgiamo alla cittadinanza di Vicenza, in modo particolare alle donne, per vigilare insieme sul processo perché sia fatta GIUSTIZIA, Chiediamo che il sindaco mantenga le promesse e aiuti il nucleo familiare di Mariana, non solo lei e il bambino ma anche il papà del bambino, perché la povertà non deve essere motivo di ricatti e di divisione dei nuclei familiari, come sembra succeda normalmente a Vicenza dove i pochi aiuti (ad esempio una struttura dove vivere in mancanza di una casa e un lavoro) sono offerti solo alle mamme e ai figli, escludendo i padri ed esponendo le famiglie in gravi difficoltà economiche al trauma della separazione proprio nel momento di maggior difficoltà.
Gray Jerelle Lamarcus, un giovane militare Usa della Caserma Dal Din (Dal Molin) ed Edil McCough, sono accusati di aver stuprato, per ore, e ferocemente picchiato, Mariana nella notte del 15 luglio scorso. Mariana era incinta. Circa un anno prima dall’aggressione Gray Jerelle Lamarcus era stato accusato per lo stupro di una ragazza minorenne. A luglio nonostante questo precedente la procura ha ritenuto sufficienti per gli accusati gli arresti domiciliari all’interno della caserma e così, a distanza di soli alcuni mesi, in dicembre il militare è riuscito ad evadere, ed è stato nuovamente denunciato con l’accusa di aver tentato di ottenere una prestazione sessuale da un’altra prostituta, anch’essa incinta, aggredendo sia lei sia un’altra donna.
Per Mariana sdegno iniziale e promesse non mantenute
Dopo la feroce aggressione a Mariana si sono subito mobilitate associazioni femminili e alcuni comitati con dichiarazioni, sit-in e offrendo supporto alla difesa legale della donna.
Il sindaco di Vicenza, nonché Presidente della provincia, Achille Variati, subito dopo l’orribile fatto che aveva attirato l’attenzione dei mass media, fece tante promesse di aiuto alla donna e al suo bambino (che nel frattempo è nato) , promesse che sono rimaste vuote parole.
Ora sembra che si voglia liquidare tutta la questione giustificando il militare in quanto, secondo la Difesa, sembra “non fosse capace di intendere e volere” e il silenzio sta cadendo su questo terribile episodio di violenza.
Ci rivolgiamo alla cittadinanza di Vicenza, in modo particolare alle donne, per vigilare insieme sul processo perché sia fatta GIUSTIZIA, Chiediamo che il sindaco mantenga le promesse e aiuti il nucleo familiare di Mariana, non solo lei e il bambino ma anche il papà del bambino, perché la povertà non deve essere motivo di ricatti e di divisione dei nuclei familiari, come sembra succeda normalmente a Vicenza dove i pochi aiuti (ad esempio una struttura dove vivere in mancanza di una casa e un lavoro) sono offerti solo alle mamme e ai figli, escludendo i padri ed esponendo le famiglie in gravi difficoltà economiche al trauma della separazione proprio nel momento di maggior difficoltà.
A fianco di Mariana e di tutte le donne stuprate
Nella notte del 15 luglio scorso lo stupro e le percosse che Mariana ha
subito sulla sua pelle sono uno stupro e una violenza di cui dovrebbe sentirsi
vittima ogni donna.
Il fatto che Mariana faccia la prostituta, argomento adotto ipocritamente da diverse persone per giustificare o sminuire il crimine da lei subito, non deve e non può mettere il silenziatore alla giusta indignazione, alla solidarietà e alla mobilitazione necessaria affinché questi episodi non debbano più ripetersi.
Ci rivolgiamo a tutte le donne e a tutti gli uomini, a tutte le associazioni e comitati di donne che già si sono attivati e a quelli che non l'hanno ancora fatto, per costruire un fronte unico di lotta, a Vicenza e anche fuori di Vicenza, che vigili su questo processo e che si ponga come obiettivo quello di contrastare tutte le forme di violenza sulle donne.
Donne in lotta di No Austerity Vicenza
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
Febbraio 2015
Il fatto che Mariana faccia la prostituta, argomento adotto ipocritamente da diverse persone per giustificare o sminuire il crimine da lei subito, non deve e non può mettere il silenziatore alla giusta indignazione, alla solidarietà e alla mobilitazione necessaria affinché questi episodi non debbano più ripetersi.
Ci rivolgiamo a tutte le donne e a tutti gli uomini, a tutte le associazioni e comitati di donne che già si sono attivati e a quelli che non l'hanno ancora fatto, per costruire un fronte unico di lotta, a Vicenza e anche fuori di Vicenza, che vigili su questo processo e che si ponga come obiettivo quello di contrastare tutte le forme di violenza sulle donne.
Donne in lotta di No Austerity Vicenza
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
Febbraio 2015
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