Articolo su adnkronos
Un
vigilantes uccide la sua ex compagna (una ragazza di 27 anni) con un
colpo di pistola alla nuca e si parla di "incidente", di "errore umano".
Di
"errori umani", di "effetti collaterali" che hanno assassinato decine
di migliaia di donne e bambini è piena la storia delle guerre
imperialiste e nella guerra di bassa intensità contro le donne questi
"errori" a volte assumono sembianze kafkiane, ai limiti dell'assurdo
come in questo caso. Per i mass media e per la polizia, infatti, non si è
trattato di femminicidio, ma solo di "incidente".
Se errore è stato, tuttavia, le cause di questo errore non vanno
ricercate nelle modalità con cui la guardia si è tolta la fondina, ma
sul fatto che il vigilantes fosse autorizzato a girare con una pistola caricata
a morte, tanto da poter uccidere chiunque gli capitasse a tiro e guarda caso gli è capitata a tiro la sua ex.
E' stata un'"operazione chirurgica" o un "effetto collaterale"? E' stato un errore o è stato voluto? Di sicuro è Stato ...il
frutto di quell'"Italia a mano armata” di cui parlava Repubblica in un
articolo del 2010 e che abbiamo citato nell'opuscolo dello stesso anno, "Uccisioni delle donne oggi". Di sicuro è Stato ...il
frutto di questo sistema, marcio dalle sue fondamenta, che di violenza
sulle donne si alimenta e contro il quale, con la scintilla dello
sciopero delle donne, abbiamo sollevato la voce e il pugno di decine di
migliaia di donne, lavoratrici, precarie, studentesse ecc., perché tutta
la vita deve cambiare!
Dal dossier "La scintilla dello sciopero delle donne": "..."Lo sciopero delle donne" che ha dato vita a momenti di lotta, di gioia, di rabbia, di ribellione contro questa società che è la madre di tutte le violenze contro le donne, non è stato che "l'assaggio" e rappresenta una tappa di un percorso lungo, tortuoso, ma di lotta e forti azioni da parte delle donne per ciò che desideriamo e meritiamo... per spezzare le doppie catene che questa barbara società capitalista ci ha imposto! Lo sciopero delle donne ha posto un punto di non ritorno: le donne non vogliono più solo denunciare, lamentarsi, ma si ribellano e lottano. E quindi diciamo: “mai più come prima!”, agli uomini che odiano le donne, ai padroni, al governo, allo Stato che odia le donne; “tutta la vita deve cambiare!".
Con
lo sciopero delle donne abbiamo tessuto una rete di donne e compagne
che già ora ha ottenuto dei risultati: ci siamo riprese l'8 marzo con la
mobilitazione; attraverso la denuncia pubblica e l'azione diretta
abbiamo raggiunto piccoli obiettivi, limitati nello spazio e nella sfera
di influenza, che tuttavia ci incoraggiano, perchè concreti e immediati
(rimozione magliette sessiste da un'area di servizio e messaggio
sessista da una macelleria), perchè con essi abbiamo sperimentato ancora
una volta che con l'unione e l'azione si crea la forza.
Ma
se vogliamo che tutta la nostra vita cambi, tutta la società deve
essere rivoltata, i campi di battaglia sono tanti e le donne, che hanno
doppie e triple catene da spezzare in questo sistema capitalista e
imperialista devono essere in prima fila sempre...".
Luigia da L'Aquila per l'mfpr
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