domenica 14 settembre 2014

pc 14 settembre - Chiamparino PD un presidente in servizio permanente effettivo della reazione... una corrispondenza

L'EX SINDACO-ROVINA DI TORINO SI DIMOSTRA SEMPRE PIU' UN ESSERE DI DESTRA

La busjarda online LA STAMPA di TORINO 11/9  rendiconta un incontro - avvenuto all’interno della redazione del quotidiano-  con l’attuale primo cittadino del Piemonte, l’ex sindaco-rovina di Torino, Sergio Chiamparino.
L’ex responsabile del capoluogo regionale è protagonista di una serie di sproloqui, su ogni argomento proposto dai s giornalisti, tali da far sobbalzare qualunque persona di buon senso e anche solo vagamente di ‘sinistra’: vediamoli punto per punto.
Per quanto concerne il bilancio del 2015, il Kiampy sostiene la gravità della situazione per la quale “serve una radicale politica di riordino, risparmiando e spostando risorse da reinvestire”: la solita  politica di austerità, che si tradurrà in tagli allo stato sociale e contemporaneo aumento delle spese a favore ad es.  dell’istruzione non pubblica e clericale.
A proposito del futuro dello scalo aereo di Cuneo, il presidente della Regione sostiene che “per noi vale il criterio secondo il quale i piemontesi devono andare nel maggior numero di posti, nei tempi più brevi e a costi ragionevoli. Posto che in Italia esistono troppi scali, senza una vocazione specifica, non vogliamo che Levaldigi chiuda. Ha una concessione, ventennale, ma ad oggi il partner privato non c’è. Allora dico: trovate un privato. In alternativa, studiamo un’integrazione con Caselle. La Regione non può sostenere uno scalo che perde sistematicamente, a 40 chilometri da Torino e a 200 da Malpensa”; come a dire: l’aeroporto di Caselle è quello più importante ma, se viene regalato ai privati, Levaldigi può continuare a funzionare per ingrassare i nuovi padroni.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale su ferro, il primo cittadino piemontese rimarca la sostanziale continuità con i satrapi della precedente amministrazione, sostenendo che alcune linee vanno sospese, e non soppresse, perché “possono ancora avere un senso. Non vanno cancellate in toto, ma bisogna capire dove il servizio su gomma può sostituire quello su rotaia e dove invece vale la pena spostare tutto sul ferro. Al riguardo, non ho pregiudizi: in caso di collegamento con il Servizio Ferroviario Metropolitano alcune tratte, come la Alba-Bra, potrebbero persino essere più convenienti degli autobus. Ma allora bisogna tagliare i secondi”; qualcuno mi spieghi dove si può intravedere la differenza con la giunta leghista-berlusconiana di Cota: anche qui si tratta di tagliare a più non posso il servizio pubblico, per consentire ai privati di aumentare a dismisura i profitti.
Non è un caso che lo stesso Kiamparino affermi che “in questo senso, la gara, sulla quale abbiamo già registrato l’interesse di players nazionali e internazionali, sarà dirimente. Il fatto di bandirla per tre-quattro lotti, garantendo la competizione su ogni lotto, ci permetterà di riconoscere un servizio peculiare per certe linee, penso a quello turistico, come la Ceva-Garessio-Ormea o la Santhià-Arona. Quanto alla Casale-Vercelli, vorremmo riattivarla anche in funzione dell’Expò 2015. Nel bando di gara, tra le altre cose, andrà rivisitata tutta la dorsale Est del Piemonte. Ma il concetto resta lo stesso: i doppioni ferro/gomma non sono più sostenibili, non possiamo più permetterci di far viaggiare autobus o treni mezzi pieni e mezzi vuoti”: secondo il suo modo di s-ragionare, meglio dare in concessione ai privati - a canoni indecentemente bassi - le linee, privandosi totalmente degli introiti che da esse deriverebbero, piuttosto che investire nel rilancio delle stesse; ma è del tutto evidente che questo è un discorso che può essere fatto soltanto da chi preferisce mandare a pallino il servizio pubblico piuttosto che rispettare la Costituzione della Repubblica Italiana.
D’altra parte, il Kiampy sviluppa il medesimo s-ragionamento anche per quanto, più in là, dirà a proposito delle autostrade, quando blatererà che “io sarei per fare le gare, sempre e comunque”; privatizzazioni a  go-go: questo è la sola fissazione del politicante sedicente democratico.
Per quanto attiene alle Terme di Acqui, e alla Mostra orafa di Valenza Po, l’indegno politicante sostiene che la Regione debba vendere ai privati le sue quote, poiché “non si capisce a quale titolo un ente pubblico debba essere presente in questo comparto”; al contrario, non si capisce perché si debba continuare con la furia privatizzatrice: i padroni non fanno ancora abbastanza profitti sulla pelle della gente, e quindi bisogna dar loro modo di aumentarli?
Siccome, poi, un po’ di populismo fa sempre bene, ecco la soluzione della questione legata al Teatro Regionale Alessandrino: “la priorità è risolvere il caso dei lavoratori interessati, parliamo di 15 dipendenti che saranno licenziati dal 15 settembre. Poi, certo: bisogna che una realtà come Alessandria torni ad avere un teatro. Ci lavoreremo”; si può stare tranquilli che, questo lestofante, lavorerà per cedere ai privati anche questo comparto, con conseguente diminuzione dei posti di lavoro, aumento dei prezzi dei biglietti, e quant’altro serva per arricchire i soliti noti.
Proseguendo nella lettura, ci si imbatte nella vicenda dei palazzetti dello sport, che a sentire le parole del Kiampy, rimarranno vere e proprie ‘cattedrali nel deserto’ incompiute: probabilmente perché nessun padrone ha interesse a rilevarli, a causa degli altissimi costi di gestione già sperimentati con gli impianti delle Olimpiadi invernali del 2006.
A seguire, l’ex sindaco-rovina di Torino si lascia andare all’unico ragionamento di ‘sinistra’ - insieme con quello, che si trova più avanti, sulla fecondazione eterologa - di tutto il colloquio: a suo avviso, la diga sul fiume Sessera - che è avversata dalla maggioranza della popolazione locale - “non mi sembra una priorità”.
Subito appresso, ecco la questione sanità; il primo cittadino piemontese abbaia: “i conti della Sanità vanno rimessi in ordine per liberare risorse da reinvestire nell’edilizia sanitaria e nelle tecnologie, il che ci imporrà decisioni difficili”; anche qui non si vede alcuna differenza con la Giunta precedente: quelli tagliavano, mentre questi ‘riordinano’ - attraverso l’accorpamento tra Aziende Sanitarie Locali e Aziende Sanitarie Ospedaliere - … la sola cosa che cambia è il vocabolo usato, ma il succo è sempre lo stesso.
Detto del fatto che sulla questione dei soldi da regalare alle scuole private - attraverso l’istituto del ‘buono-scuola’ - il Kiampy si mostra in sintonia con la sua assessora Gianna Pentenero, disattendendo totalmente il dettato costituzionale all’articolo trentatre comma terzo, resta da puntare il dito contro il politicante per un altro attentato alla Costituzione, e precisamente all’articolo undici della stessa carta fondamentale dello Stato borghese.
Come è noto, questa norma recita: “l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Richiesto di un parere sulla costruzione dei cacciabombardieri F35 Joint Strike Fighters nel sito novarese di Cameri, il Kiamparino risponde: “non ho alcuna preclusione a che sul nostro territorio vengano prodotti aerei da combattimento, o da difesa. Non è questo il punto: il punto è se sono competitivi”.
Peccato per lui che questo suo modo di pensare sia in totale contrasto con quanto espresso dalla Carta alla quale ha giurato fedeltà quando ha assunto l’incarico che ricopre: solo per questo dovrebbe essere perseguito dalla Magistratura borghese per il reato di Attentato alla Costituzione.
Bosio (Al), 13 settembre 2014

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com

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