L'EX SINDACO-ROVINA DI TORINO SI DIMOSTRA SEMPRE PIU' UN ESSERE DI
DESTRA
La busjarda online LA STAMPA di TORINO 11/9 rendiconta un
incontro - avvenuto all’interno della redazione del quotidiano- con l’attuale primo cittadino del Piemonte, l’ex sindaco-rovina di
Torino, Sergio Chiamparino.
L’ex responsabile del capoluogo regionale è
protagonista di una serie di sproloqui, su ogni argomento proposto dai s
giornalisti, tali da far sobbalzare qualunque persona di buon senso e anche solo
vagamente di ‘sinistra’: vediamoli punto per punto.
Per quanto concerne il
bilancio del 2015, il Kiampy sostiene la gravità della situazione per la quale
“serve una radicale politica di riordino, risparmiando e spostando risorse da
reinvestire”: la solita politica di austerità, che si tradurrà in tagli
allo stato sociale e contemporaneo aumento delle spese a favore ad es.
dell’istruzione non pubblica e clericale.
A proposito del futuro dello scalo aereo di
Cuneo, il presidente della Regione sostiene che “per noi vale il criterio
secondo il quale i piemontesi devono andare nel maggior numero di posti, nei
tempi più brevi e a costi ragionevoli. Posto che in Italia esistono troppi
scali, senza una vocazione specifica, non vogliamo che Levaldigi chiuda. Ha una
concessione, ventennale, ma ad oggi il partner privato non c’è. Allora dico:
trovate un privato. In alternativa, studiamo un’integrazione con Caselle. La
Regione non può sostenere uno scalo che perde sistematicamente, a 40 chilometri
da Torino e a 200 da Malpensa”; come a dire: l’aeroporto di Caselle è quello più
importante ma, se viene regalato ai privati, Levaldigi può continuare a
funzionare per ingrassare i nuovi padroni.
Per quanto riguarda il trasporto
pubblico locale su ferro, il primo cittadino piemontese rimarca la sostanziale
continuità con i satrapi della precedente amministrazione, sostenendo che alcune
linee vanno sospese, e non soppresse, perché “possono ancora avere un senso. Non
vanno cancellate in toto, ma bisogna capire dove il servizio su gomma può
sostituire quello su rotaia e dove invece vale la pena spostare tutto sul ferro.
Al riguardo, non ho pregiudizi: in caso di collegamento con il Servizio
Ferroviario Metropolitano alcune tratte, come la Alba-Bra, potrebbero persino
essere più convenienti degli autobus. Ma allora bisogna tagliare i secondi”;
qualcuno mi spieghi dove si può intravedere la differenza con la giunta leghista-berlusconiana di Cota:
anche qui si tratta di tagliare a più non posso il servizio pubblico, per
consentire ai privati di aumentare a dismisura i profitti.
Non è un caso che
lo stesso Kiamparino affermi che “in questo senso, la gara, sulla quale abbiamo
già registrato l’interesse di players nazionali e internazionali, sarà
dirimente. Il fatto di bandirla per tre-quattro lotti, garantendo la
competizione su ogni lotto, ci permetterà di riconoscere un servizio peculiare
per certe linee, penso a quello turistico, come la Ceva-Garessio-Ormea o la
Santhià-Arona. Quanto alla Casale-Vercelli, vorremmo riattivarla anche in
funzione dell’Expò 2015. Nel bando di gara, tra le altre cose, andrà rivisitata
tutta la dorsale Est del Piemonte. Ma il concetto resta lo stesso: i doppioni
ferro/gomma non sono più sostenibili, non possiamo più permetterci di far
viaggiare autobus o treni mezzi pieni e mezzi vuoti”: secondo il suo modo di
s-ragionare, meglio dare in concessione ai privati - a canoni indecentemente
bassi - le linee, privandosi totalmente degli introiti che da esse
deriverebbero, piuttosto che investire nel rilancio delle stesse; ma è del tutto
evidente che questo è un discorso che può essere fatto soltanto da chi preferisce mandare a pallino il servizio pubblico
piuttosto che rispettare la Costituzione della Repubblica Italiana.
D’altra
parte, il Kiampy sviluppa il medesimo s-ragionamento anche per quanto, più in
là, dirà a proposito delle autostrade, quando blatererà che “io sarei per fare
le gare, sempre e comunque”; privatizzazioni a go-go: questo è la sola
fissazione del politicante sedicente democratico.
Per quanto attiene alle
Terme di Acqui, e alla Mostra orafa di Valenza Po, l’indegno politicante
sostiene che la Regione debba vendere ai privati le sue quote, poiché “non si
capisce a quale titolo un ente pubblico debba essere presente in questo
comparto”; al contrario, non si capisce perché si debba continuare con la furia
privatizzatrice: i padroni non fanno ancora abbastanza profitti sulla pelle
della gente, e quindi bisogna dar loro modo di aumentarli?
Siccome, poi, un
po’ di populismo fa sempre bene, ecco la soluzione della questione legata al
Teatro Regionale Alessandrino: “la priorità è risolvere il caso dei lavoratori
interessati, parliamo di 15 dipendenti che saranno licenziati dal 15 settembre.
Poi, certo: bisogna che una realtà come Alessandria torni ad avere un teatro. Ci
lavoreremo”; si può stare tranquilli che, questo lestofante, lavorerà per cedere
ai privati anche questo comparto, con conseguente diminuzione dei posti di
lavoro, aumento dei prezzi dei biglietti, e quant’altro serva per arricchire i
soliti noti.
Proseguendo nella lettura, ci si imbatte nella vicenda dei
palazzetti dello sport, che a sentire le parole del Kiampy, rimarranno vere e
proprie ‘cattedrali nel deserto’ incompiute: probabilmente perché nessun padrone
ha interesse a rilevarli, a causa degli altissimi costi di gestione già
sperimentati con gli impianti delle Olimpiadi invernali del 2006.
A seguire,
l’ex sindaco-rovina di Torino si lascia andare all’unico ragionamento di
‘sinistra’ - insieme con quello, che si trova più avanti, sulla fecondazione
eterologa - di tutto il colloquio: a suo avviso, la diga sul fiume Sessera - che
è avversata dalla maggioranza della popolazione locale - “non mi sembra una
priorità”.
Subito appresso, ecco la questione sanità; il primo cittadino
piemontese abbaia: “i conti della Sanità vanno rimessi in ordine per liberare
risorse da reinvestire nell’edilizia sanitaria e nelle tecnologie, il che ci
imporrà decisioni difficili”; anche qui non si vede alcuna differenza con la
Giunta precedente: quelli tagliavano, mentre questi ‘riordinano’ - attraverso
l’accorpamento tra Aziende Sanitarie Locali e Aziende Sanitarie Ospedaliere - …
la sola cosa che cambia è il vocabolo usato, ma il succo è sempre lo
stesso.
Detto del fatto che sulla questione dei soldi da regalare alle scuole
private - attraverso l’istituto del ‘buono-scuola’ - il Kiampy si mostra in
sintonia con la sua assessora Gianna Pentenero, disattendendo totalmente il
dettato costituzionale all’articolo trentatre comma terzo, resta da puntare il
dito contro il politicante per un altro attentato alla Costituzione, e
precisamente all’articolo undici della stessa carta fondamentale dello Stato
borghese.
Come è noto, questa norma recita: “l'Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli
altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Richiesto di un parere
sulla costruzione dei cacciabombardieri F35 Joint Strike Fighters nel sito
novarese di Cameri, il Kiamparino risponde: “non ho alcuna preclusione a che sul
nostro territorio vengano prodotti aerei da combattimento, o da difesa. Non è
questo il punto: il punto è se sono competitivi”.
Peccato per lui che questo
suo modo di pensare sia in totale contrasto con quanto espresso dalla Carta alla
quale ha giurato fedeltà quando ha assunto l’incarico che ricopre: solo per
questo dovrebbe essere perseguito dalla Magistratura borghese per il reato di
Attentato alla Costituzione.
Bosio (Al), 13 settembre 2014
Stefano
Ghio - Proletari Comunisti
Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
Nessun commento:
Posta un commento