martedì 16 settembre 2014

pc 16 settembre - NO TAV il processo inquisizione sempre più in crisi... intanto blocco espropri al terzo valico

Riparte il processo No Tav, il 30 settembre la requisitoria

È ripartito questa mattina il maxi processo No Tav contro i 53 attivisti accusati di resistenza e lesioni per gli scontri in val di Susa del 27 luglio e del 3 agosto 2011. E quelle della mattinata di oggi in aula bunker delle Vallette sono le battute finali prima della discussione delle parti che inizierà il 30 settembre con i pm Nicoletta Quaglino ed Emanuela Pedrotta. Quaglino, che stamattina era in aula, ha spiegato che assieme alla collega avranno bisogno di una sola udienza per la loro requisitoria. La parola poi passerà alle parti civili e ai numerosissimi avvocati con un calendario fitto di udienze che potrebbero protrarsi fino al 21 gennaio.

Oggi la parola è stata delle difese. Ma l'udienza è stata rapidissima, poco più di un'ora. Giusto il tempo per illustrare una perizia di parte che metteva in discussione il riconoscimento di una imputata e poi predisporre il calendario dei prossimi mesi. In aula erano presenti una decina di imputati e tra il pubblico c'era Alberto Perino, storico leader del movimento. Il presidente della Corte, il giudice Quinto Bosio, in apertura di udienza ha rigettato la richiesta di rinvio di due imputati sotto processo anche a Milano.

I pm Padalino e Rinaudo lasciano il maxiprocesso

Riparte il processo No Tav, il 30 settembre la requisitoria

Il nuovo procuratore capo Spataro: "Troppi quattro pubblici ministeri per un procedimento che si avvia alla conclusione"

"Dall'autunno si rialza la tensione sulla Tav" è l'annuncio arrivato dagli attivisti dopo che l'estate in Val di Susa stava per concludersi in modo quasi indolore. Ma in Procura sembra comunque prevalere una linea moderata, nonostante il 4 settembre, puntuali, i No Tav si siano presentati al cantiere e abbiano fatto irruzione entrando all'interno delle reti. Un attacco "chirurgico" che non ha fatto troppi danni, ma che ha ridato vigore alla mobilitazione contro il supertreno. La Procura di Torino e la Digos hanno avviato una indagine per identificare gli autori del blitz, una ventina di persone incappucciate come da copione, che con un paio di scale hanno scavalcato la rete e poi, dall'interno, hanno lanciato petardi e bombe carta per una decina di minuti.

La nuova linea della Procura si esplicherà in un autunno che sarà complesso anche per gli appuntamenti in aula, dove si celebreranno alcune tra le più delicate udienze delle inchieste Tav. Inizia infatti la discussione in quello che è stato chiamato il maxi-processo No Tav e che sta per concludersi: 53 imputati per gli assalti del 27 luglio e del 3 agosto 2011, con accuse che vanno da lesioni a resistenza a devastazione. Ora che il dibattimento è verso la fine, si ridistribuiscono i compiti: saranno i pm Nicoletta Quaglino ed Emanuela Pedrotta a pronunciare la requisitoria e a chiedere le pene. "Quattro pm erano troppi e c'è moltissimo da fare negli altri procedimenti e nelle indagini in corso" spiega il procuratore capo Armando Spataro. Pedrotta e Quaglino erano all'origine dell'inchiesta titolari insieme a Giuseppe Ferrando del fascicolo. Con l'addio di Ferrando erano subentrati, in appoggio, Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, che da quel momento hanno costituito di fatto il nucleo forte del pool delle indagini sulla Tav, voluto dall'ex procuratore capo Giancarlo Caselli.

Adesso la loro attenzione sarà tutta per l'udienza del tribunale del Riesame che sarà fissata a breve. In quella sede la procura ha il difficile compito di riaprire il capitolo sull'accusa di "terrorismo " che tante polemiche ha scatenato. I due pm dovranno "rimotivare" l'accusa nel procedimento contro i quattro anarchici detenuti dallo scorso dicembre alle Vallette. La Cassazione, infatti, il 15 maggio scorso ha rinviato al Riesame di Torino la decisione di confermare la misura. Permangono le esigenze cautelari, secondo la Suprema corte, per le altre accuse (detenzione di armi incendiarie ecc.), mentre non ci può essere accusa di terrorismo senonc'èun"gravedannoper un Paese o un'organizzazione internazionale - hanno scritto i giudici - e se non si è creata un'apprezzabile possibilità di rinuncia da parte dello Stato alla prosecuzione delle opere per l'Alta Velocità". I nuovi elementi che troveranno i pm per motivare l'accusa saranno fondamentali anche per l'esito del processo vero e proprio dove i quattro restano accusati di terrorismo ma dove è evidente che una nuova decisione dei giudici potrebbe imprimere un nuovo corso al dibattimento.

Infine, non smette di alimentare il dibattito, il processo a Erri De Luca, che inizierà a gennaio. Lo scrittore, rinviato a giudizio per istigazionea delinquere, ha annunciato ieri a Genova: "Non sono preoccupato stiamo mettendo insieme un libro dove contesteremo all'accusa il sabotaggio della libera parola che c'è in Italia. Uscirà a gennaio pubblicato da Feltrinelli e si intitolerà "La parola contraria".

Terzo Valico, No Tav bloccano lavori: «Il terreno non è stato espropriato»


Alessandria - Una decina di No Terzo Valico sta bloccando, in modo pacifico, i lavori di recinzione di un terreno in località Libarna, una frazione di Serravalle Scrivia.
Sostengono che il terreno non è stato espropriato e, quindi, non può essere occupato dai tecnici incaricati dal Cociv, general contractor dei lavori per la realizzazione dell’Alta Velocità ferroviaria tra Genova e Milano. Sul posto stanno intervenendo le forze dell’ordine.

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