Dopo anni in cui tantissimi operai della Fincantieri di
Palermo sono stati in cassa integrazione, adesso sono rientrati quasi tutti e
stanno lavorando ad una nave della Msc per trasformarla.
E sono subito tornati alla ribalta grazie appunto ad una
"operazione di alta chirurgia metallurgica" con tanto di tv e
giornali addirittura da tutto il mondo che hanno ripreso le operazioni di
allungamento della nave, intervistando anche i dirigenti che hanno vantato
ancora una volta l'abilità delle "maestranze" che "hanno finito
il lavoro con due giorni di anticipo" rispetto alla data prevista. Altre
navi che fanno parte del programma Rinascimento della Msc (Sinfonica: lavori
dal 12 gennaio al 16 marzo 2015; Opera dal 2 maggio al 4 luglio; Lirica dal 31
agosto al 2 ottobre per un investimento complessivo di circa 200 milioni di
euro) arriveranno nei prossimi mesi, dopo che questa sarà uscita a novembre, così
dicono i responsabili, per un lavoro che dovrebbe durare almeno un anno.
Inoltre è previsto l'arrivo per il prossimo 19 settembre della Saipem 7000, la
nave officina più grande del mondo, che resterà ormeggiata per 45 giorni per
lavori di manutenzione.
Insomma una "boccata d'ossigeno" e una certa "tranquillità",
così ne abbiamo parlato con gli operai, che permetterà di pensare ad altri
problemi oltre quello di lottare per tenersi il posto di lavoro…
Se a questa ripresa facesse seguito finalmente il concreto
impegno della Regione con il finanziamento di 50 milioni (già stanziati) mille
volte promesso e mai attuato per la costruzione del nuovo bacino da 80mila
tonnellate al posto dei due bacini da 19 e 52mila tonnellate, qualche anno di
lavoro potrebbe essere davvero assicurato.
Certo, l'intenzione che sta dietro la costruzione di questo
bacino, e cioè, l'impegno dell'azienda di "aggredire" il mercato
delle costruzione di megayacht ci sembra azzardato e comunque anche se andasse
in porto non richiederebbe tutti gli operai attualmente in forza alla
Fincantieri di Palermo, se ci si dovesse affidare solo a questo settore.
Ma a queste "buone notizie" si affiancano quelle
relative alla privatizzazione della metà della Fincantieri dal mese di luglio
scorso; la Borsa però non ha risposto come l'azienda (quasi tutta statale)
pensava, confermando sia la scarsa comprensione, da parte del
"management", dei meccanismi del mercato capitalistico soprattutto
nei periodi di crisi, sia la scelta più per necessità ideologica che economica
del governo. E quanto questa ideologia, abbassati oramai fino al servilismo,
abbia ormai toccato nel profondo i sindacati confederali, questa volta,
rispetto agli anni passati, non solo l'annuncio, ma nemmeno la privatizzazione
vera e propria ha provocato una opposizione (nemmeno della Fiom, che l'anno
scorso aveva accennato almeno ad un piccolo sciopero!)
Dalla parte degli operai comunque le conseguenze della lunga
cassa integrazione sono ancora sul tappeto dato che alcuni hanno fatto causa
contro l'azienda per discriminazione nell'utilizzo appunto della cassa, mentre
nel frattempo è partita un'altra causa per il riconoscimento del tempo di
lavoro che riguarda il "cambio tuta"… vedremo nelle prossime
settimane come queste iniziative si evolveranno. Iniziative che abbiamo
inserito nelle discussioni nate con gli operai stimolate dal cartello con il
quale abbiamo presidiato l'ingresso della fabbrica, che denuncia la politica del
governo Renzi. Dalla privatizzazione all'attacco al salario e all'art. 18 dello
Statuto dei lavoratori…
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