Il
nuovo parlamento europeo nella sostanza non conterà neanche questa
volta nulla, ma la crisi dell'Europa imperialista fa sì che l'Europa
stessa e i suoi governi abbiano bisogno di una foglia di fico e una
camera di compensazione che completi il ruolo della troika e aiuti a
trattare le contraddizioni interne e nello stesso tempo a far sfogare
in un recinto di parassiti le istanze anti euro e anti Europa che
brulicano nei paesi europei.
Uno
strumento nuovo, aggiuntivo dell'Europa imperialista ma molto vecchio
perchè somiglia ai vecchi parlamenti dell'epoca d'oro della legge
proporzionale e di un'Europa non in crisi. In questo nuovo parlamento
non è cambiato granchè; dei 776 seggi i popolari ne avevano 274 ora
ne hanno 213, targhettati Merkel ed esprimenti la presidenza,
probabile Junker, sono in questo momento forza di maggioranza, ma
nella sostanza di minoranza rispetto al panorama maggiormente venato
di critiche e di euroscetticismo.
I
socialisti sono passati da 190 a 196, il loro peso relativo è
cresciuto, la direzione è schiacciantemente socialdemocrazia
tedesca, la prospettiva è l'intesa condizionante con i popolari.
La
sinistra radicale, ringiovanita da Syriza, è passata da 35 a 42.
Tutto
il resto è un mare dove destra e sinistra non esistono più, sono
tutti euroscettici a parole, a caccia poi in sostanza di inclusione
nelle larghe intese della maggioranza parlamentare, liberali (passati
da 83 a 64), verdi (passati da 57 a 53), conservatori antifederalisti
(passati da 57 a 46). Questi più o meno dovrebbero sostenere la
maggioranza.
E'
cresciuta notevolmente l'opposizione di destra tra gruppi
euroscettici indipendenti. Queste forze piene di fascisti, nazisti,
xenofobi, razzisti, hanno attualmente la loro base oggettiva in
Francia con agganci significativi in Inghilterra, Italia, e di simile
orientamento è anche la maggioranza dell'Est Europa. Il pericolo di
questa presenza è la legittimazione parlamentare e istituzionale,
non tanto dei sentimenti reazionari che dentro la crisi c'erano e ci
saranno, quanto della militanza paramilitare organizzata che vuole
sporcare i paesi europei di nero e di sangue.
In
questo senso l'europarlamento può diventare un centro politico
organizzato della reazione.
Serve
quindi un fronte antifascista e antimperialista europeo come
movimento ma anche come rappresentanza alternativa fuori dal
parlamento.
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