pc 7 giugno - come in afghanistan, sbirri porci e vigliacchi esercitano violenza e sorprusi impuniti - è il prodotto quotidiano dello stato di polizia moderno fascista gestito dai governi dei padroni
Un uomo steso a terra a pancia in giù, con i
polsi bloccati dalle manette dietro la schiena. Un agente di polizia che
controlla che stia fermo e un altro che gli lega le caviglie con quella
che sembra una cinghia. È accaduto alla fine di maggio, una notte, nel
commissariato di Monza: a scattare questa foto è stato probabilmente un
collega dei due agenti (trentenni, in servizio da cinque anni)
immortalati mentre usano una pratica di contenimento definita «non
usuale» su un cittadino marocchino, fermato poche ore prima per una
rissa, ubriaco, che aveva dato in escandescenze mentre attendeva il suo
turno in corridoio. La foto è arrivata sulla scrivania dei vertici della
polizia e il questore di Milano, Luigi Savina, ha inviato una relazione
al procuratore capo di Monza, che potrebbe aprire un’inchiesta. Il
commissariato monzese non è nuovo a episodi del genere: nel 2007 un
agente immortalò un altro fermato ammanettato a un palo.
Le stanze per trattenere i fermati non erano agibili, si difesero i
poliziotti, e non lo sono tuttora, denuncia il sindacato di polizia
Siulp, che attacca i vertici della polizia per le condizioni «al limite
della decenza» di commissariati e questure. Ma ammette: «Quelle
procedure di contenimento dei fermati non sono lecite» (Oriana Liso)
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