Il
“macellaio” dei diritti e della vita dei lavoratori è venuto a spiegare
i suoi metodi di sfruttamento della forza lavoro, a bassissimo costo.
Ha spiegato come si debba lavorare efficacemente insieme ai sindacati
confederali, come perseguitano nelle fabbriche le organizzazioni di
difesa dei lavoratori e come si chiudano nei reparti confino i loro
combattivi rappresentanti, come si licenziano gli operai e come questi
non vadano reintegrati al lavoro anche in presenza di decisioni della
magistratura a loro favorevoli. Sistemi che questa “sanguisuga”
illustrerà alla rassegna, davanti ad una platea di “rampolli” della
locale imprenditoria, di politici locali arricchitisi con i vitalizi, di
giovani studenti ignari del diritto sindacale. Basterebbe espellerlo
ricordando la denuncia presentata nel 2006 dal sindacato svizzero nei
suoi confronti, per aver illegalmente assunto nella sua residenza
elvetica alcuni giardinieri italiani, pagandoli un terzo del salario
minimo di legge.
L’aguzzino italo-canadese, presentato come il
salvatore della FIAT, è in realtà un super pagato manager, ben
rappresentativo di un'industria parassitaria foraggiata ed ingrassata nel
corso degli anni dai contributi e dai finanziamenti pubblici, noto per
aver lavorato ad affossare il conflitto sociale a scapito della forza
lavoro, comprimendone i diritti insieme ai sindacati confederali per
dividerne le lotte e sfruttarla senza ricevere opposizione. Va ricordato
come questo “illustre” finanziere abbia presentato, alla guida della
FIAT, almeno 8 piani industriali rivelatisi poi tutti fasulli. Il più
famoso, “FABBRICA ITALIA” del 2010, aveva previsto una vendita di 2,15
milioni di auto FIAT per quest’anno, ma è miseramente fallito con le
vendite che non hanno superato lo 0,93! False promesse di un
prestigiatore, che in pochi anni ha chiuso stabilimenti, licenziato e
cassintegrato migliaia di operai, cancellato ogni diritto, perfino
determinando ripetuti crolli di borsa e di vendite. E’ un cialtrone
spacciato per grande manager da giornalai di regime, dai sindacati
prezzolati e dai politici vi(tali)ziati, che guadagna quasi 6 milioni di
euro l’anno per “sparare” sciocchezze nei salotti televisivi, spostando
la sede fiscale del gruppo torinese all’estero, di fatto trasferendo al
governo inglese le tasse e delegando quello italiano a pagare cassa
integrazione, contratti di solidarietà, indennità di mobilità. Né a
Trento, né altrove dobbiamo dare cittadinanza e diritto di parola a
questo “signore” che, dopo aver cancellato diritti, salario e dignità
dei lavoratori, ha svenduto la FIAT all’estero, importando precarietà e
miseria.
Parlando di miseria si è parlato anche della compagna
Maria che si è suicidata. Maria Baratto, 47 anni, operaia Fiat in cigs
da anni del WCL fantasma di Nola, si è ammazzata con quattro coltellate
al ventre lo scorso martedì 20 maggio nella sua casa di Acerra e solo
ieri ne è stato rinvenuto il corpo dopo che i vicini hanno allertato i
Carabinieri che con l’ intervento dei vigili del fuoco sono entrati
nell’appartamento.
Maria faceva parte del Comitato Mogli degli Operai di
Pomigliano d’Arco, e già il 2 agosto 2012 aveva postato sul sito delle
“donne operaie” un suo articolo scritto l’anno precedente e già riferito
al suicidio di un operaio della Fiat Pomigliano ed al tentato suicidio
di un altro operaio sempre della Fiat di Pomigliano.
Il suo scritto che di seguito riportiamo è un lucido
testamento politico e sindacale: “la nitida rappresentazione
dell’attuale condizione e solitudine operaia fotografata dall’interno”,
una “forte accusa” alla Fiat ed alle complicità istituzionali, politiche
e sindacali che stanno contribuendo al fenomeno dei suicidi operai, da
Pomigliano a Nola all’intero lavoro dipendente e fino ai piccoli
commercianti. Appena lo scorso febbraio si è suicidato un altro operaio
del reparto logistico fantasma di Nola: Giuseppe De Crescenzo
impiccatosi nella sua casa di Afragola.
http://www.comitatomoglioperai.it/?p=63
Alle 9,30 c'è stata l'assemblea pubblica con i lavoratori dell’Alfa di Arese alla facoltà di sociologia, con diversi interventi e poi alle 11,00 un corteo di protesta dalla facoltà di sociologia al teatro sociale
Luc Thibault - Delegato Usb Greta Alto Vicentino - Schio
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