L’aguzzino italo-canadese, presentato come il
salvatore della FIAT, è in realtà un super pagato manager, ben
rappresentativo di un'industria parassitaria foraggiata ed ingrassata nel
corso degli anni dai contributi e dai finanziamenti pubblici, noto per
aver lavorato ad affossare il conflitto sociale a scapito della forza
lavoro, comprimendone i diritti insieme ai sindacati confederali per
dividerne le lotte e sfruttarla senza ricevere opposizione. Va ricordato
come questo “illustre” finanziere abbia presentato, alla guida della
FIAT, almeno 8 piani industriali rivelatisi poi tutti fasulli. Il più
famoso, “FABBRICA ITALIA” del 2010, aveva previsto una vendita di 2,15
milioni di auto FIAT per quest’anno, ma è miseramente fallito con le
vendite che non hanno superato lo 0,93! False promesse di un
prestigiatore, che in pochi anni ha chiuso stabilimenti, licenziato e
cassintegrato migliaia di operai, cancellato ogni diritto, perfino
determinando ripetuti crolli di borsa e di vendite. E’ un cialtrone
spacciato per grande manager da giornalai di regime, dai sindacati
prezzolati e dai politici vi(tali)ziati, che guadagna quasi 6 milioni di
euro l’anno per “sparare” sciocchezze nei salotti televisivi, spostando
la sede fiscale del gruppo torinese all’estero, di fatto trasferendo al
governo inglese le tasse e delegando quello italiano a pagare cassa
integrazione, contratti di solidarietà, indennità di mobilità. Né a
Trento, né altrove dobbiamo dare cittadinanza e diritto di parola a
questo “signore” che, dopo aver cancellato diritti, salario e dignità
dei lavoratori, ha svenduto la FIAT all’estero, importando precarietà e
miseria.
Parlando di miseria si è parlato anche della compagna
Maria che si è suicidata. Maria Baratto, 47 anni, operaia Fiat in cigs
da anni del WCL fantasma di Nola, si è ammazzata con quattro coltellate
al ventre lo scorso martedì 20 maggio nella sua casa di Acerra e solo
ieri ne è stato rinvenuto il corpo dopo che i vicini hanno allertato i
Carabinieri che con l’ intervento dei vigili del fuoco sono entrati
nell’appartamento.
Maria faceva parte del Comitato Mogli degli Operai di
Pomigliano d’Arco, e già il 2 agosto 2012 aveva postato sul sito delle
“donne operaie” un suo articolo scritto l’anno precedente e già riferito
al suicidio di un operaio della Fiat Pomigliano ed al tentato suicidio
di un altro operaio sempre della Fiat di Pomigliano.
Il suo scritto che di seguito riportiamo è un lucido
testamento politico e sindacale: “la nitida rappresentazione
dell’attuale condizione e solitudine operaia fotografata dall’interno”,
una “forte accusa” alla Fiat ed alle complicità istituzionali, politiche
e sindacali che stanno contribuendo al fenomeno dei suicidi operai, da
Pomigliano a Nola all’intero lavoro dipendente e fino ai piccoli
commercianti. Appena lo scorso febbraio si è suicidato un altro operaio
del reparto logistico fantasma di Nola: Giuseppe De Crescenzo
impiccatosi nella sua casa di Afragola.
http://www.comitatomoglioperai.it/?p=63
Alle 9,30 c'è stata l'assemblea pubblica con i lavoratori dell’Alfa di Arese alla facoltà di sociologia, con diversi interventi e poi alle 11,00 un corteo di protesta dalla facoltà di sociologia al teatro sociale
Luc Thibault - Delegato Usb Greta Alto Vicentino - Schio
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