Fiat. Landini (Fiom): “Sventato il tentativo dell'Azienda di spostare la sede processuale e i termini del procedimento”
Il Segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
“L'udienza in tribunale a Torino sulle newco è andata come pensavamo. La Fiat ha cercato di spostare la sede della vertenza ad altro Tribunale e di rinviare il più possibile i termini della discussione. Alla fine della giornata, il Giudice ha fissato la discussione definitiva per il 16 luglio.”
“Rimaniamo convinti di avere delle buone ragioni giuridiche che sostengono la scelta del ricorso nei confronti della Fiat.”
In tribunale la Newco di Pomigliano
niente conciliazione tra Fiat e Fiom
Il segretario generale dei sindacato Maurizio Landini ha indicato le condizioni per un accordo con la Fiat, ma il responsabile delle relazioni industriali del Lingotto, Paolo Rebaudengo, ha ribattuto che "non ci sono le condizioni per un dialogo costruttivo su una soluzione negoziale già rifiutata dalla stessa Fiom
Al via il processo, nella maxi aula 1 del tribunale di Torino, per il ricorso della Fiom contro la newco di Pomigliano. Il giudice Vincenzo Ciocchetti subito tentato una concialiazione tra le parti per una causa che ha definito difficile.
In aula per la Fiom si sono presentati il segretario generale Maurizio Landini e il responsabile del settore auto Giorgio Airaudo. Sono presenti anche gli esponenti delle altre organizzazioni sindacali con i loro avvocati: Bruno Vitali della Fim, Eros Panicali della Uil, Roberto di Maulo segretario generale della Fismic e Antonio D'Anolfo della Ugl Metalmeccanici. Ad eccezione della Fismic, che si è costituita in giudizio, gli altri sindacati intendono spiegare le ragioni dell'accordo di Pomigliano, "sottoscritto al fine di mantenere i posti di lavoro".
I legali della Fiat presenteranno delle eccezioni preliminari, la principale sulle competenze territoriali, con la richiesta che ad occuparsi della causa sia il tribunale di Nola.
"Riteniamo di avere ottimi ragioni - spiega l'avvocato Raffaele De Luca Tamajo, che guida il pool dei legali del Lingotto - perchè è un'iniziativa imprenditoriale inedita, con l'adozione di un modello produttivo in linea con i modelli più affermati a livello mondiale e l'unico in grado di restituire competitività allo stabilimento di Pomigliano".
Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ha indicato le condizioni per una conciliazione con la Fiat, ma il responsabile delle relazioni industriali del Lingotto, Paolo Rebaudengo, ha ribattuto che "non ci sono le condizioni per un dialogo costruttivo su una soluzione negoziale già rifiutata dalla stessa Fiom".
"La Fiom - ha detto Landini - è disponibile alla conciliazione della causa alle seguenti condizioni: le parti si impegnino a dare applicazione al vigente contratto di lavoro e agli accordi confederali, a garantire il passaggio alle dipendenze di Fabbrica Italia Pomigliano di tutti i lavoratori attualmente occupati nello stabilimento di Pomigliano. La Fiom è pronta alla rinegoziazione degli accordi per il sito di Pomigliano e si dichiara disponibile a discutere dell'istituzione del lavoro a turni, fino a 18 turni, dell'istituzione di un sistema di scorrimento delle pause e dell'introduzione di una procedura di raffreddamento dei conflitti in alternativa alla cosiddetta clausola di responsabilità".
"Ricorrere ad un tribunale per far invalidare un accordo firmato dalla maggioranza delle sigle e avallato dalla maggioranza dei lavoratori, vuol dire sancire la fine del sindacato. Non è nelle aule giudiziarie che si difende il lavoro, ma ai tavoli di trattativa in cui viene garantita occupazione e produzione". Lo dichiara Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl.
"La segreteria nazionale dell'Ugl Metalmeccanici è oggi a Torino - osserva - per difendere gli accordi sottoscritti con Fiat. Auspichiamo che il tribunale sostenga le ragioni della maggioranza dei sindacati perchè l'automotive in Italia deve rinascere e tornare a dare occupazione. I dipendenti del settore non hanno bisogno di polemiche 'tribunalizie', ma di un fronte sindacale unitario che permetta loro di avere garantito futuro e occupazione".
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