ZENGCHENG (GUANGDONG), DUE GIORNI DI SCONTRI
La polizia maltratta un'ambulante e in città esplode la sommossa
Migliaia di agenti antisommossa presidiavano ieri sera la città industriale di Zengcheng, nel Guandong, dove domenica la milizia aveva faticato per riprendere il controllo di una vera e propria sommossa scoppiata venerdì. Quel giorno alcuni agenti di sicurezza hanno maltrattato una venditrice ambulante, incinta, e l'episodio ha fatto scoppiare un malcontento profondo che covava, a cui concorrono diversi elementi: dai prezzi degli alimentari e delle case, che continuano a salire, alla corruzione di funzionari locali. Così Zengcheng, città di lavoratori immigrati è scoppiata. Foto e video diffusi con i telefonini degli abitanti mostrano folle infuriate che incendiano uffici governativi, rovesciano veicoli della polizia, e si scontrano con migliaia di poliziotti. La rivolta e gli scontri sono proseguiti per tutto il fine settimana. Nel video si vede anche la polizia usare lacrimogeni e presidiare le strade con blindati. Ieri sera la città era calma e semideserta, a parte migliaia di poliziotti" (da Il Manifesto del 14 giugno).
Nel Guandong, dove vi è una massiccia presenza di operai, operai immigrate dalle campegne, sono scoppiati quest'anno anche scioperi per il salario nelle più grandi fabbriche dalla Honda alla Foxconn, dove il capitalismo cerca i superprofitti imponendo un supersfruttamento caratterizzato essenzialmente da ore di lavoro massacranti. In questo "filone d'oro" si sono buttati anche i capitalisti italiani. "Nel Guangdong si concentrano i maggiori investimenti industraili italiani... si tratta di circa 200 tra imprese e uffici di rappresentanza... Sono presenti anche aziende come Luxottica, Candy, Magneti Marelli e Piaggio, solo per citarne alcune..." (Idem).
Ma ora il capitalismo selvaggio non può stare tranquillo...
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