domenica 12 giugno 2011

pc 11-12 giugno - gli operai immigrati delle cooperative in lotta di bg smentiscono la stampa sulla loro lotta


Dalmine 07/06/2011

direttore@giornaledibergamo.com Egregio direttore
economia@giornaledibergamo.com Paolo Provenzi


Richiesta di rettifica degli articoli da voi pubblicati nelle pagg. 16 e 17 del Giornale di Bergamo del 02/06/2011.

In merito alle inesattezze pubblicate nell’articolo di cui sopra vi invitiamo prontamente alla pubblicazione delle presenti rettifiche e chiarimenti ai sensi dell’art. 8 della legge n. 47 del 1948.

Facciamo riferimento in particolare alle dichiarazioni dei sigg.ri Piccinini (Cisl) e Bresciani (Cgil) riguardo alle cariche delle forze dell’ordine contro i lavoratori in sciopero il giorno prima alla K+N di Brignano Gera ‘Adda.
Che, pur non essendo mai stati presenti né alle trattative né allo sciopero esprimono affermazioni nel merito della gestione della vertenza che, oltre che a non avere alcun fondamento, sono offensive per lo Slai Cobas per il Sindacato di Classe e per i 130 lavoratori tesserati al sindacato operanti nel magazzino K+N di Brignano Gera d‘Adda.

Vorremmo evidenziare inoltre che la gran parte dei suddetti lavoratori, ora tesserati allo Slai Cobas pSC erano iscritti, prima a Cgil e poi a Cisl; nell’aprile scorso, si erano rivolti al nostro sindacato, dopo aver verificato l’assoluta mancanza di volontà, da parte dei confederali, di intervenire presso le cooperative per affrontare le problematiche inerenti alla situazione lavorativa nel magazzino, nonostante ne fossero stati messi a conoscenza nel corso delle innumerevoli telefonate che i lavoratori stessi avevano effettuato, nella fattispecie negli ultimi mesi verso il signor Alberto Civera segretario FIT CISL, al fine di sollecitarne un intervento riguardo.

Riteniamo anche importante specificare che i lavoratori in sciopero alla K+N di Brignano Gera ‘Adda il 31/05 e l’01/06 erano circa il 90% dei 180 operanti nel magazzino, quindi la stragrande maggioranza, compresi parecchi non tesserati Slai Cobas pSC e non 50 come erroneamente riportato nei vs. articoli di cui sopra.

Durante lo sciopero del 31/05 e del 01/06 infatti un centinaio di lavoratori circa, in sit in davanti ai 2 cancelli, bloccavano a singhiozzo i camion diretti alla K+N, che aveva al suo interno meno di 20 operai, mentre lasciavano passare tutti i camion e i lavoratori diretti ad altre cooperative con sede sempre nello spazio K+N. Opponendosi in maniera determinata ma sempre pacifica solamente all’entrata di gruppi di lavoratori esterni al magazzino chiamati dalle cooperative per sostituire gli scioperanti, pratica definita dall'art. 28 dello Statuto dei Lavoratori, condotta antisindacale.

L’improvvisa carica dell’01/06 mattina è stata quindi un’azione inaspettata e immotivata, innanzitutto perché in quel momento la trattativa era già in corso ed i lavoratori, come accordato con la controparte, avevano appena lasciato passare 13 camion diretti alle cooperative Proteo e Syrio e, fatto ancora più grave, nessuno aveva intimato loro l’ordine di sgomberare la carreggiata, bensì, l’attacco, ha avuto luogo quando i lavoratori erano seduti a terra e, per la gran parte, con le spalle rivolte agli agenti.
Quindi, contrariamente a quanto avete riportato nei vs. articoli al momento della carica non era stato dato ordine di sgombero perchè non c’era nessun blocco e non ci sono stati scontri ma un azione offensiva unilaterale messa in atto dai rappresentanti delle fdo.

Per questi motivi gli 8 lavoratori malmenati, hanno presentato querela alla procura della Repubblica ed il nostro sindacato presenterà un esposto agli organi competenti, col quale chiederà di conoscere a chi si debba imputare la responsabilità di questo comportamento totalmente ingiustificato al fine di poter procedere con le opportune azioni legali.

Slai Cobas per il sindacato di Classe



come è realmente andata nel resoconto dei lavoratori in lotta - prima parte

Bergamo cooperative: Siamo operai non animali….

Dopo i 2 giorni di sciopero che hanno portato alla firma dell’accordo con le cooperative della logistica Proteo e Syrio (consorzio CBS)del magazzino K+N di Brignano Gera d’Adda sentiamo la necessità di fare una cronistoria e un’analisi minima dei fatti.

I lavoratori della KN ci contattano all’inizio di aprile, dopo aver verificato sulla propria pelle, l’inerzia e la connivenza dei sindacati confederali con questo sistema di sfruttamento; in un primo momento con l’iscrizione d’ufficio alla CGIL da parte della cooperativa e poi, nell’illusione di trovare una rappresentanza più consona, non avendo ottenuto nessun risultato con questo primo sindacato, passando in blocco alla FIT CISL.

Nei 5 mesi di iscrizione alla CISL i lavoratori sollecitavano ripetutamente un intervento del sindacato in merito ad una serie di anomalie sulla busta paga, sui livelli, le mansioni e tanto altro, ma da parte dei confederali non ricevevano alcuna risposta.

A questo punto i lavoratori decidono di fare da soli, mettendo in campo alcune iniziative autonome, come quella di fermarsi tutti insieme per chiedere alla cooperativa un adeguamento di pochi centesimi della paga oraria inferiore rispetto al CCNL,
ma la risposta è negativa e seguita dalla minaccia da parte delle coop di addebito ai lavoratori dei danni provocati dal fermo produzione.
Allora i lavoratori per protesta decidono di limitarsi a fare solamente le 8 ore giornaliere previste dal contratto (rispetto alle 13-14 ore solite) ottenendo come risposta dell’azienda la modifica dell’orario settimanale su 6 giorni (mantenendo le 40 ore) e l’inserimento lavoratori a tempo determinato di un’altra cooperativa per compensare il lavoro giornaliero.
Le coop giustifica questa rappresaglia con una comunicazione in bacheca che scarica la responsabilità sul cliente Kuehne Nagel:”..a decorrere dal 4 aprile 2011 i nuovi turni di lavoro saranno i seguenti 6.40-12.40 e 12.40-19.20”.

Senza diritti, dignità e sicurezza sul lavoro, sottopagati rispetto ai minimi contrattuali, con orari di lavoro allucinanti, livelli inferiori a quelli spettanti e con la minaccia continua di essere in qualsiasi momento “licenziati” col pretesto della perdita dell’appalto, oppure trasferiti nel momento in cui alzano la testa per rivendicare le minime tutele sindacali, che spesso vengono scavalcate dal sistema perverso delle scatole cinesi tra cooperative che gestiscono al ribasso il lavoro presso le multinazionali della logistica.

Dopo alcuni incontri, in cui i lavoratori ci informano delle condizioni in cui sono costretti a operare, una quarantina di loro decide di disdire le iscrizioni alla Cisl (e Cgil) e di passare al cobas che immediatamente chiede un incontro con le cooperative alla presenza di rappresentati dei lavoratori.
L’incontro in un primo momento viene confermato dalle coop che successivamente lo rinviano per 2 volte.
Nel frattempo i capi fanno pressioni sui lavoratori, chiamandoli in ufficio individualmente, con tessere nominative alla mano, perché si iscrivano alla Cgil.
Quindi il cobas con una lettera diffida le coop dal continuare questa manovra ricordando che l’art 15 dello statuto dei lavoratori garantisce ai lavoratori la libertà di scegliere il proprio sindacato.

Intanto le coop continuano a creare intoppi riguardo all’incontro e dopo i 2 rinvii, propongono di farlo senza i rappresentanti dei lavoratori e non a Brignano ma alla sede Cbs di Bonate Sopra. Inoltre con una lettera il 04/05 ci informano di avere già in corso delle trattative con i confederali …….ribadendo anche di non voler riconoscere come interlocutore lo Slai Cobas psc.

Di fronte a questa ennesima provocazione il cobas, con i lavoratori iscritti, decide di dare un segno chiaro indicendo lo sciopero del 5 maggio.
Lo sciopero inizia alle 4 di mattina e si chiude alle 21 con la firma di un verbale d’intesa in cui le cooperative si impegnano a fissare la data dell’incontro interlocutorio entro 1 settimana. L’adesione allo sciopero è dell’85% e coinvolgendo anche dei lavoratori a tempo determinato che decidono seduta stante di tesserarsi con i cobas, a fine giornata gli iscritti sono quasi raddoppiati.

Nel corso di questa lunga giornata abbiamo modo di sperimentare varie espressioni dell’arroganza delle cooperative, che nella notte precedente arrivano a promettere 100€ di “premio” a chi non aderirà allo sciopero (promessa, tra l’altro, non mantenuta!) e poi a sciopero in corso, tentando senza riuscirci di introdurre nel magazzino squadrette di crumiri.

Otteniamo l’incontro tra coop lavoratori e cobas il 12, nel quale presentiamo la piattaforma rivendicativa preparata con i lavoratori. Mentre appare chiaro che l’obbiettivo principale delle coop sia screditare il cobas agli occhi dei lavoratori, otteniamo comunque di entrare nel merito delle anomalie da correggere, fissiamo un incontro tecnico il 24/05.

Il 17/05 effettuiamo la prima assemblea sindacale retribuita con i lavoratori all’interno del magazzino.
Successivamente veniamo a sapere che pochi giorni prima i confederali, che latitavano da anni, durante un’assemblea in un altro magazzino, comunicano di avere sottoscritto un’ipotesi di accordo quadro col consorzio CBS che quindi riguarda tutte le cooperative.

Con i lavoratori decidiamo di continuare a portare avanti la nostra piattaforma rivendicativa per ottenere non sono solo adeguamenti di salario e livello ma il rispetto della dignità dei lavoratori calpestata ogni giorno, per fare un esempio banale basti dire che la mensa che dovrebbe essere utilizzata da circa 180 persone da anni consta di 3 tavoli e 7 sedie.

Il 24/05 i confederali fanno la loro prima apparizione con un’assemblea improvvisata al magazzino di Brignano alla quale partecipa un’esigua minoranza di lavoratori che non hanno aderito allo sciopero del 05/05, il resto continua a lavorare.
Lo stesso giorno durante il tavolo tecnico i lavoratori sottopongono alla coop una proposta di mediazione su alcuni punti, quali una tantum per differenze retributive e passaggi ai livelli spettanti, la controparte si riserva di dare una risposta entro il 03/06.

Al momento della firma le coop pongono nuovamente il veto sulla sottoscrizione dello stesso da parte dello Slai cobas psc, ma i lavoratori non cedono e ottengono così anche la firma del loro sindacato e richiedono un’assemblea per il 27/06 a Brignano.

Il 26/05 arriva al sindacato una comunicazione dal legale delle coop che ancora una volta dichiara di non voler riconoscere il cobas e, fatto gravissimo, accusa il sindacato di avere falsificato molte delle firme sulle deleghe per la trattenuta della quota sindacale, dichiarando di voler procedere penalmente verso lo stesso. Inoltre mette in discussione la validità della nomina dei 6 rappresentanti dei lavoratori.



Il 27/05 giorno dell’assemblea, nella bacheca del magazzino appare una comunicazione delle coop che afferma che tutto quanto ottenuto fino a quel momento è da attribuire ai confederali seguito dal solito tentativo di screditare il sindacato agli occhi dei lavoratori che invece si rendono conto che senza sarebbero nuovamente in balia delle coop decidono quindi di pretendere come condizione essenziale per proseguire le trattative è il riconoscimento del loro sindacato.

Questa è la richiesta che viene dai migliaia di lavoratori delle cooperative, in prevalenza giovani e immigrati, che lavorano nei tanti capannoni della logistica dove si smistano senza sosta le merci che andranno a riempire gli scaffali dei supermercati o dei centri commerciali della provincia di Bergamo.

Ma sono proprio questi nuovi schiavi che non ci stanno a tenere la testa bassa, hanno una loro dignità che non vuole più essere calpestata e vogliono lottare per essere considerati per quello che sono operai salariati che da anni lavorano e svolgono mansioni qualificate presso i capannoni disseminati nella nostra provincia.

Per questo anche spontaneamente iniziano a cercare di organizzarsi per rivendicare dei miglioramenti sul posto di lavoro e cercano un sindacato che tuteli i loro interessi di lavoratori avendo coscienza che già questo passaggio è molto rischioso e per così dire rivoluzionario in quanto la repressione e i ricatti sono molto forti, anche per i continui subentri di nuove cooperative.

La storia dei lavoratori del magazzino Kuehne Nagel di Brignano Gera D’Adda che lavorano per due cooperative associate alla CBS (consorzio bergamasco servizi) è lo specchio della situazione di tantissimi operai invisibili agli occhi dell’opinione pubblica sempre pronta a parlare degli immigrati solo quando si tratta di costruire campagne allarmistiche come in questi giorni verso gli immigrati tunisini, ma che poi fanno finta che non esista e di non vedere questo sfruttamento diffuso di manodopera.

Questi lavoratori hanno verificato sulla loro pelle la connivenza dei sindacati confederali con questo sistema di sfruttamento e la loro inerzia verso le aziende, all’inizio con l’iscrizione d’ufficio da parte della cooperativa alla CGIL e poi con il passaggio di iscrizione di tanti verso un altro sindacato la FIT CISL nell’illusione che qualcosa cambiasse. Ma dopo 5 mesi che i lavoratori pagavano la tessera e sollecitavano un intervento del sindacato presso la cooperativa in merito ad una serie di anomalie sulla busta paga, sui livelli e mansioni e altro, non è stato richiesto nemmeno un incontro.

A questo punto i lavoratori hanno iniziato a fare da se, mettendo in campo alcune iniziative autonome, come quella di fermarsi tutti insieme e chiedere alla cooperativa un adeguamento di pochi centesimi della paga oraria inferiore rispetto al ccnl, ma la risposta è stata negativa ed è stata accompagnata da una minaccia delle cooperative ai lavoratori: se avessero osato fare un'altra volta questa fermata spontanea gli avrebbero addebitato i danni provocati alla produzione…..i lavoratori non si sono fermati e hanno deciso per protesta di fare solamente le 8 ore giornaliere previste dal contratto (rispetto alle 13-14 ore) ottenendo come risposta dell’azienda la modifica dell’orario settimanale su 6 giorni (mantenendo le 40 ore) e introducendo nuova manodopera a tempo determinato per compensare il lavoro giornaliero…..la cooperativa ha giustificato questa rappresaglia con una comunicazione in bacheca che diceva:” a seguito di riorganizzazione del cliente Kuehne Nagel …..a decorrere dal 4 aprile 2011 i nuovi turni di lavoro saranno i seguenti 6.40-12.40 e 12.40-19.20:”.

“I lavoratori chiedono tutele e diritti la cooperativa risponde con la guerra” è ha questo punto che anche tra i lavoratori nasce la necessità di trovare un sindacato che li organizzi e li tuteli in questa guerra per questo si rivolgono ai Cobas, che a Bergamo sono rappresentati sin dalla loro nascita dallo Slai Cobas per il sindacato di classe, ed è così che dopo alcuni incontri, i lavoratori decidono di passare in massa, per ora oltre 60 su 160, ad un sindacato combattivo e non invischiato con le aziende, che sempre più sta dimostrando che l’unita nella lotta e una linea giusta può vincere e ottenere risultati nei posti di lavoro e anche nelle cooperative legate alla logistica.

Tutto questo avviene in un contesto difficile in cui tanti lavoratori sono sfiduciati dai sindacati perché hanno visto che non fanno niente e quindi tendono a vederli tutti uguali, ma nello stesso tempo si è dimostrato anche dal tipo di approccio che abbiamo avuto la diversità dei Cobas che come hanno detto alcuni lavoratori si vede anche dalle facce e dagli occhi che siete diversi, oltre al fatto che ci siamo fatti carico di spiegare come vediamo questa battaglia per i diritti che sarà una guerra ma che si intreccia con la volontà di questi lavoratori di radicare la presenza sindacale tra le loro fila, di rendersi protagonisti e attivi di questa sfida dove non basta iscriversi e delegare ma lottare.

Per concludere questa prima tappa si vuole mettere in evidenza che appena sono arrivate le disdette alla CISL l’azienda ha provato per due giorni a fare un passaggio che definire scandaloso è poco, ossia ha iniziato a chiamare ad uno ad uno i lavoratori in ufficio invitandoli a firmare un foglio per aderire alla CGIL, che a quanto pare è il sindacato di gradimento di queste cooperative, invitando i lavoratori a farlo altrimenti avrebbero lavorato solo ed esclusivamente per 8 ore, con conseguente riduzione di paga, come sindacato abbiamo subito risposto con una diffida che ha fatto cessare questa iniziativa antisindacale e ha ottenuto immediatamente un incontro che si terrà questa settimana dove mettere sul tavolo le richieste dei lavoratori.
La battaglia è iniziata e non sarà facile ma anche tra i lavoratori aumenta la decisione di portarla fino in fondo…

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