Ma bastano questi “apprezzamenti” per avviare concretamente i lavori? Ma quando mai!
Il progetto, da quanto viene riportato dai giornali, prevede la produzione di quattro modelli Dr2, Dr3, il restyling della Dr5 e la berlina Dr4 per una produzione annuale di 60.000 auto utilizzando i reparti lastratura, verniciatura e assemblaggio presenti in fabbrica e l’impiego a regime di quasi tutti gli operai. Sembra un programma interessante, che prevede anche l’allargamento del mercato all’Europa in generale, ma c’è da fidarsi? Perché il padrone della Dr, Massimo Di Risio, ha voluto presentare il progetto direttamente a Lombardo? È chiaro che Di Risio, abituato ad un giro d’affari basso, prova a fare il salto di qualità e vuole la sicurezza che i fondi regionali ci siano e vengano erogati davvero.
Ma i dubbi sulle reali potenzialità del progetto stanno anche in alcuni passi che traiamo da un articolo di Lettera 43: “in tre anni di attività ne hanno immatricolate solo 10 mila, con una capacità produttiva di 115 al giorno e un fatturato 2010 di 50 milioni di euro… (
La voglia della Dr di osare verrebbe dal fatto che ci sarebbe da anni “una partnership con la casa automobilistica cinese Chery, che spiegherebbe come una piccola azienda che assembla auto possa mettersi a produrle e affrontare la competizione di un mercato di giganti. E soprattutto resistere a un mercato dell'auto disastroso: nel 2010, secondo l'Istat, è sceso del 3,9%, mentre gli ordinativi sono calati dell'11,2%.”
Un’altra proposta su cui gli operai devono potersi esprimere conoscendo innanzi tutto il piano industriale…
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