lunedì 16 maggio 2011

pc 16 maggio - elezioni: sulla base dei primi dati

Un primo giudizio di Proletari Comunisti
(suscettibile naturalmente di approfondimenti e aggiustamenti successivi)

Il governo arretra, il riformismo tiene, le ali più radicali di esso crescono,
in un quadro di approfondimento della crisi Stato-masse espresso dalla crescita ulteriore dell'astensionismo operaio e popolare.

Il partito di Berlusconi e il suo alleato Lega arretrano ovunque, il Terzo polo pesa nel loro calo.
Il riformismo PD tiene a Milano e Torino, arretra a Bologna e crolla a Napoli;
le ali più radicali di esso a Milano con Pisapia, a Napoli con De Magistris, e altrove con le liste 'grillo' crescono.
La campagna moderno fascista di Berlusconi per la Moratti su Milano paga pegno verso il suo stesso elettorato, settori della borghesia votano Pisapia; se Pisapia vince, Milano diventa laboratorio di un nuovo governo dei padroni non berlusconiani.
A Torino il PD, da sempre il partito dei padroni e in particolare della FIAT, passa da Chiamparino a Fassino, confermando la sua presa nella città; le ali del riformismo radicale conservano una presenza significativa.
A Bologna la crisi del riformismo al potere, viene intercettata dal riformismo piccolo borghese della lista Grillo.
A Napoli le forze camorristico-affariste del PdL e quelle partitocratiche -istituzionaliste del PD arretrano, mentre avanzano fino al ballottaggio quelle democratico borghesi espresse da De Magistris.
Insignificante su scala nazionale e locale la presenza delle liste del revisionismo e neorevisionismo falso comunista espresse da Federazione della Sinistra, Partito dei Lavoratori, Napoli non si piega, Napoli tua - che ha scelto come Carc-(n)PCI di sostenere apertamente l'Italia dei Valori e De Magistris - ecc.
Voti persi e dispersi, a danno dell'astensionismo operaio e popolare che approfondisce il divario tra masse e Stato e dà basi di massa alla necessità del boicottaggio attivo e della rivolta popolare, unica via per rovesciare il governo Berlusconi e contrastare ogni governo dei padroni.

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