sabato 19 marzo 2011

pc quotidiano 19 marzo - due firme sbagliate della CGIL ?.. ma quando mai ci sono stati in tutti questi anni firme giuste , caro Cremaschi ?

*Due firme sbagliate*

*di Giorgio Cremaschi*

Sono passati pressoché sotto silenzio, con tutti i drammi e i problemi che
ci sono, due accordi interconfederali con la firma di tutti. E invece si
tratta di due accordi pericolosi la cui sottoscrizione da parte della Cgil è
un fatto politicamente grave.

Il primo è un avviso comune che riguarda le cosiddette politiche di
conciliazione della vita delle donne con l’organizzazione dei tempi di
lavoro. Sotto una valanga di buoni propositi si celano almeno due code
velenose. La prima è il riferimento esplicito al piano Italia 2020, per
l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro, che finora era stato
giudicato negativamente dalla Cgil. In secondo luogo, con il solito pretesto
della conciliazione dei tempi di vita con i tempi di lavoro, si apre alla
flessibilità annuale degli orari di lavoro. Sono due scelte che,
giustamente, Sacconi considera patrimonio della propria impostazione di
governo.

Ancora più grave è la sottoscrizione da parte della Cgil di un accordo sulla
detassazione delle retribuzioni per produttività, nel quale vengono
accettati tre principi gravissimi. Il primo è la sussidiarietà e
“cedevolezza” della contrattazione aziendale e territoriale rispetto a
quella nazionale. Con questo concetto sostanzialmente si dà il via libera
alle deroghe al contratto nazionale La Cgil non aveva mai accettato il
principio della sussidiarietà nella contrattazione, perché farlo significa
considerare meno importante il contratto nazionale degli accordi aziendali e
territoriali. In secondo luogo la contrattazione sui salari viene
disciplinata da accordi territoriali confederali. Si cancella così
l’autonomia delle categorie e ancora di più quella delle Rsu. In terzo luogo
si fa riferimento nell’intesa al recepimento dei contratti nazionali
applicati, il che vuol dire che nella sostanza si dà il via libera al valore
generale degli accordi separati.

Queste due firme non sono frutto di errori o trascuratezza, ma delle
ambiguità che continuano in una linea politica della Cgil, che da un lato
proclama lo sciopero generale, ma poi ne riduce la portata quantitativa e
qualitativa. Si dichiarano 4 ore di sciopero generale contro il governo, ma
poi nella politica contrattuale si continua a subire la linea di
flessibilità e decontrattualizzazione che esercitano assieme governo e
Confindustria. D’altra parte nei volantini sinora emessi dalla
Confederazione per spiegare lo sciopero non c’è un solo accenno alle
posizioni della Confindustria e del sistema delle imprese. In questo modo
l’aggressione e il logoramento al sistema dei diritti sindacali e
contrattuali continua senza che la Cgil costruisca una vera opposizione ad
essa.

*16 marzo 2011*

Nessun commento:

Posta un commento