Cronache dalla ristrutturazione dalmine: come far uscire i padroni dalla crisi grazie ad accordi sindacali unitari che legano mani e piedi agli operai, peggiorano le condizioni di lavoro, portano alla contrattazione individuale e alla fine di quella sindacale collettiva.
Esempio di come si lavora alla dalmine - da ottobre a gennaio produzione di 1500 tubi alreparto fas (tubi per petrolio e gas) del diam 711, costo 50mila euro l’uno con straordinario al sabato e poi improvvisamente finite le consegne da fare urgenti, viene tolto il turno di notte e vengono spostati operai nei vari reparti e poi magari dopo agosto ancora cassa integrazione…
Il padrone decide di far lavorare le festività 17 marzo (al di la del suo significato discutibile è l’unica prevista per questo anno), ma i padroni non possono perdere nemmeno un giorno di produzione e quindi durante gli incontri sindacali per il rinnovo dell’accordo aziendale pone il problema con decisione, i sindacati rispondono, in un primo momento, dicendo quando l’azienda è disposta a dare, i sindacati dicono che è fuori tema ma la uilm propone di dare 1 euro ogni anno ossia moltiplicato per gli anni dall’unificazione fanno 150 euro.
L’azienda ribadisce che prima devono firmare un via libera per lavorare il 17 e poi vedremo cosa dare, a questo punto fiom e fim dicono di no e la uilm si allinea agli altri sindacati. A questo punto azienda salta i bassi paletti posti dal sindacato, che nel frattempo con un comunicato ha ribadito la festività e invitato gli operai di non accettare proposte di lavoro individuali ricordando (sic!) che è aperto un piano di esuberi e cigs, e prosegue nei vari reparti dove serve lavorare facendo firmare ai lavoratori la disponibilità a lavorare la festività con unatantum di 150 euro, mentre vuole rinviare la trattativa per il contratto integrativo, scaduto da 1 anno, di un altro anno e proprio per questo l’azienda è disposta a concedere una-tantum dello stesso valore…
quindi questo dimostra che i profitti non sono mai calati e i soldi ci sono e sarebbero molto di più se si ottenessero aumenti mensili uguali per tutti, ma per questo serve un sindacato di classe che dia una prospettiva agli operai, che spieghi la crisi e che tipo di lotta fare, non come fenomeno venuto dal cielo e accetti le giustificazioni padronali del tipo “non c’è lavoro”, quando invece si usa la crisi per peggiorare le condizioni di lavoro, per concentrare le commesse in pochi mesi e con la scusa delle commesse urgenti, delle consegne da rispettare se no ci sono le penali (vedi esempio iniziale del reparto fas), non accetti i diktat aziendali ma si imponga una programmazione a lungo termine del lavoro, per lavorare con turnazioni regolari e in condizioni di sicurezza sugli impianti. Basti pensare che alla dalmine dopo gravi incidenti bisogna raccogliere le firme tra i lavoratori per far muovere i delegati e far intervenire l’asl oppure bisogna fermarsi improvvisamente all’inizio del turno per veder garantita il riscaldamento negli spogliatoi durante il freddo invernale e trovarsi contro la contro informazione di azienda e fim e uilm che minacciano che queste iniziative fanno perdere 1/12 del premio di redditività aziendale (PRA) e vengono viste come piccole rivoluzioni dagli occhi degli stessi operai.
Il concretismo Operaio guarda i soldi a fine mese, “io ho figli da mantenere”, “voi siete matti a non accettare i soldi che ci vuole dare azienda per festività da lavorare, intanto le colate in più che gli servono le recuperano giorno per giorno…..” dicono ai cancelli e quindi si pensa che sia meglio l’uovo oggi che la gallina domani, così si accetta di lavorare in condizioni da moderni schiavi, dove aumentano i controlli su quante volte si va in bagno, i ritmi con macchine collegate a computer dove bisogna segnare i fermi dopo 1 minuto di mancanza di produzione, dove quando ci si fa male si va in malattia o peggio si resta al lavoro con una mano staccata con dentro i punti, così non si perde il “premio sicurezza” (PPS) di 140 euro,
accettano di contrattare individualmente (volontari al sabato straordinario oltre ai recuperi produttivi previsti dagli accordi sindacali), quando servirebbero assemblee generali per far ragionare gli operai e rispondere al baratro in cui ci sta portando il fascismo padronale anche in dalmine.
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