IL SINDACO di Palermo Diego Cammarata è volato a Roma per chiedere cento milioni di euro al governo nazionale. Ha chiesto un contributo una tantum per salvare il Comune dallo spettro del crac: un viaggio avvenuto la settimana scorsa (il sindaco è rientrato venerdì) ma che non ha prodotto i risultati sperati. Cammarata avrebbe ricevuto un diniego dal ministero dell'Economia: Giulio Tremonti avrebbe fatto capire di aver dato già abbastanza a Palermo. L'amministrazione, infatti, ha già ricevuto negli anni scorsi 230 milioni. I primi 80 sono stati inghiottiti dall'Amia, poi travolta dal fallimento. Gli altri 150 milioni sono invece i fondi Cipe: la prima tranche, arrivata ai primi di gennaio nelle casse dell'amministrazione, è stata stornata per pagare gli stipendi dei dipendenti comunali e delle società Amat, Amia e Gesip.
Ma le risorse Cipe - che Cammarata ottenne nonostante l'ostilità dell'ex mentore Gianfranco Miccichè - non bastano a salvare un'amministrazione che dal 1° maggio non ha più un euro in bilancio per pagare il corrispettivo mensile alla Gesip né fondi per fare fronte ai tagli dei trasferimenti regionali che, al momento, sembra supereranno i 30 milioni.
Il treno che Cammarata attende con ansia non è passato: a Roma le elezioni sembrano più lontane e il primo cittadino si trova costretto a governare ancora. Ma come? Senza le risorse - e con i dipendenti Gesip senza stipendio - si rischia che la tensione sociale salga alle stelle.
L'annunciato rientro in giunta di Miccichè sarebbe utile a Cammarata anche per avere un alleato per far pressione su Berlusconi e Tremonti. «Se Gianfranco entra nell'esecutivo deve darsi da fare», ha detto Cammarata ai suoi al rientro da Roma.
Ma pare che dietro lo stop del sottosegretario, che ha deciso di posticipare un matrimonio che sembrava già cosa fatta, ci siano proprio i dubbi suscitati dal no del governo all'ultima richiesta di aiuto del sindaco. «Perché Miccichè dovrebbe entrare dentro un esecutivo che rischia di trovarsi a governare una città in rivolta? - si chiede un esponente della maggioranza- Forza del Sud ha capito che è bene valutare prima di fare una scelta così impegnativa».
E Cammarata? I suoi lo definiscono «sereno». «A Roma ha avviato una trattativa - dicono dalla sua corrente - per ora gli hanno detto di no, ma lui è fiducioso». Di milioni al Comune ne servirebbero almeno 140: questo è il conto preparato dagli uffici al sindaco prima che lui partisse. Cammarata, però, ne ha chiesti 100. E, almeno finora, ne ha incassati zero.
12 marzo 2011
la republica palermo
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