giovedì 17 marzo 2011

pc quotidiano 17 marzo - ricordando DAX

A Napoli come in altre città italiane, otto anni dopo la notte del suo omicidio, si ricorda con una settimana di iniziative Davide “Dax” Cesare.

Dax era un militante del Centro Sociale O.R.So (“Officina di Resistenza Sociale”) di Milano e fu aggredito e ucciso tra il 16 ed il 17 marzo 2003 da un gruppo di neofascisti armati di coltelli, mentre era con alcuni compagni fuori ad un bar del quartiere ticinese.

Come tante altre brutte storie che riguardano aggressioni fasciste e immediati successivi “incontri” con le forze dell’ordine, anche la tragedia di Dax si accompagna a situazioni inquietanti e vergognose: i soccorsi arrivano in ritardo, al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo, i compagni presenti – dopo aver appreso la notizia della morte ed mentre assistevano gli altri, rimasti feriti nell’agguato – vengono brutalmente picchiati dalle forze dell’ordine.

Tutto viene liquidato dalla cronaca mainstream, connivente con le forze dell’ordine e con l’aggressione stessa, come una “rissa tra balordi”, offrendo la giustificazione morale ai pestaggi nell’ospedale, come reazione inevitabile alle intemperanze dei compagni di Dax, che per giunta “avevano richiesta di trafugare” dall’ospedale la salma.

La vicenda è ancora aperta. E non solo dal punto di vista processuale, dato che testimonianze dei presenti e di parte dello stesso personale medico hanno smentito questa versione dei fatti, mentre lo stesso processo agli aggressori fatica a individuarne le responsabilità.

La vicenda è ancora aperta, nella memoria e nella rabbia.

Le nostre città resistono ai tentativi di gruppetti di (neo)fascisti di farsi spazio nelle scuole, nelle università e nelle nostre strade.

Otto anni dopo, non dimenticare Dax, significa anche non dimenticare Carlo, Federico, Stefano e tutt* gli altr* che vengono uccisi in un paese dove si muore per i coltelli e le botte di fascisti e razzisti e si muore per la brutalità dello Stato in strada, in caserma e in carcere, dove le istituzioni repressive uccidono ed umiliano, coperte da menzogne e depistaggi

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