mercoledì 22 dicembre 2010

pc quotidiano 22 dicembre - la camusso e la cgil rispondono picche alla richiesta degli studenti

Camusso: "Adesso no allo sciopero generale" 73 –"Nessuno esclude lo sciopero generale, ma per ora a nostro avviso non ci sono le condizioni": lo ha detto la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso
11:48Studenti ricevuti da segretaria Cgil Camusso 62 –Una delegazione di studenti è stata ricevuta stamane dal segretario generale Cgil Susanna Camusso. Ai giovani, che invocano lo sciopero generale contro il ddl Gelmini, la leader sindacale avrebbe promesso l'intenzione della Cgil di valutare azioni di protesta congiunte, eventualmente anche uno sciopero generale, da realizzare in primavera.

dallo speciale di proletari comunisti

In un paese normale, come usano dire i rappresentanti politici dell'opposizione e i dirigenti sindacali della Cgil, a fronte di una manifestazione come quella del 16 ottobre, alla scesa in campo del movimento degli studenti, alle proteste degli immigrati, ai tagli a tutti i settori sociali, all'emergenza dei rifiuti e dell'ambiente, lotte ed esigenze che hanno avuto una risposta totalmente sorda o negativa, ostentatamente negativa, sarebbe stato del tutto naturale promuovere lo sciopero generale per dare una spallata a questo governo, aiutarlo nella sua morte parlamentare e porre una ipoteca sugli sviluppi futuri nel paese.
Ebbene è assolutamente grave che questo sciopero generale la Cgil non lo abbia volutamente proclamato., lo abbia volutamente contrastato, e, infine, che il gruppo dirigente Fiom continua a chiedere come un disco rotto, senza indirlo, creando uno stato di fatto .
Altri sindacati, in altri paesi europei, ne hanno già fatto più di uno .
Il mancato sciopero generale vuol dire isolare il movimento degli studenti, consegnarlo alla repressione, salvare il governo, molto più dei parlamentari in vendita di turno.
La gravità di questo non è sufficientemente compreso nel movimento operaio e in parte rilevante della opposizione sociale e politica reale
Anche la serie di gruppi operaisti, comunisti, di opposizione reale che giustamente denunciano, combattono il passaggio armi e bagagli nel campo del padrone di cisl e uil sono ciechi, ottusi e opportunisti nel non cogliere che nel contesto politico della situazione attuale, il ruolo più nefasto di partito della conciliazione reale, lo svolge la Cgil con il suo gruppo dirigente e apparato
Il vero tappo che deve saltare, come Lama nel '77 sia pur in condizioni diverse – è il gruppo dirigente al servizio dell'opposizione parlamentare e dello Stato.
.Sappiamo benissimo che parlare di gruppo dirigente della Cgil significa anche parlare dei partiti dell'opposizione parlamentare, ex parlamentari o aspiranti parlamentari, a cui i singoli dirigenti appartengono e che ne fanno la linea generale. Ma sappiamo anche quanto siano delegittimati già e giustamente nel movimento i dirigenti di tutti questi partiti, la cui natura di politicanti è divenuta ben chiara anche in questi giorni - basti pensare che il portavoce della Federazione della Sinistra è un personaggio quale Diliberto che a fronte degli scontri di Roma, si fa fatica a distinguerlo da Maroni nelle sue dichiarazioni.
La Cgil, in quanto sindacato maggioritario e di opposizione, rappresenta d l'unico potere forte in grado di svolgere una funzione effettiva di contenimento del conflitto a fronte della radicalità effettiva che esso domanda e che in una certa misura le lotte di questi ultimi mesi mettono sul tappeto.
La Camusso è stata tra le prime a condividere le posizioni del governo con la sua dichiarazione
“la più totale condanna della guerriglia, di questa frangia violenta. E questo lo diceva mentre tutto il suo cuore era in Parlamento, tanto a ripetere pappagallescamente le parole di Fini: “In realtà non c'è più una maggioranza politica”, ifferenziandosi poi da Fini aggiungeva: “se non ci sono le condinzioni per riavere un governo del paese, è meglio andare alle urne”, portando la favola falsa, per cui: “il vero problema è che non c'è più il governo”, proprio mentre questo a tamburo battente e manu militari sta approvando la riforma Gelmini, dopo aver approvato il Collegato lavoro e la caterva di leggi e provvedimenti antioperai e antipopolari.
La Camusso, diventando più governativa del governo, aggiunge “saggezza e attenzione per il paese richiederebbero di determinare un'agenda che si occupi della crisi... temo, invece, che avere una situazione di instabilità e code velenose non saranno utili al paese e che sono sempre un grande rischio”.
Con questa posizione la Cgil non non ha certo intenzione di dichiarare lo sciopero generale; anzi, la vera possibilità è che si finisca per assistere a una nuova parodia degli scioperi “antiterrorismo” degli anni passati, a fronte di un eventuale ulteriore sviluppo di giornate di 'guerriglia e di frange violente' quali quelle del 14 dicembre.
Per questo diventa sempre più insostenibile, la posizione del gruppo dirigente della Fiom, anch'esso sceso immediatamente in campo con una oscena dichiarazione nei confronti della battaglia di Roma. Oscena perchè non condivisa dalla grande maggioranza dei partecipanti e perfino quella parte del drappello Fiom presente alla manifestazione che abbia occhi e onestà intellettuali per vedere quello che realmente è successo.
Ma non si può tornare a parlare di sciopero generale in sindacalese, come fa Landini nell'intervista a Il Manifesto, senza dare seguito al mandato che ha già e che le proviene dalla manifestazione del 16 ottobre e dalla virulenta emergenza nelle fabbriche di rispondere al fascismo padronale, che dalla Fiat si estende a tutto il padronato.
Il livello minimo della decenza è la parola d'ordine: “operai, studenti, prerari, disoccupati uniti nella lotta” che si traduca in uno sciopero generale che nel contesto attuale assuma la valenza di momento unificante e decisivo per dare uno sbocco politico e sociale al movimento in corso.

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