Sicurezza alla Tenaris !!!
dalla lettera ai dipendenti di dicembre di padron Paolo Rocca:
"Mentre stavo finendo di scrivere la lettera di questo mese, ho ricevuto la notizia di un infortunio mortale avvenuto in Scrap, la società di Tenaris che si occupa della gestione dei rottami ferrosi in argentina. Carlos Enrique sandez, di 26 anni, sposato con una figlia di 3 anni, impiegato presso l'azienda fornitrice Comau, stava aiutando a collegare il gancio di traino di un rimorchio alla motrice quando quest'ultima è arretrata inaspettatamente, urtandolo e provocandone il decesso qualche ora più tardi in ospedale.
Nonostante l'impegno di tutti, le procedure, i controlli, la formazione sulla sicurezza, il graduale miglioramento dei nostri indici negli anni, non riusciamo ad evitare infortuni mortali: il 2010, anno in cui ne abbiamo avuti quattro, sarà ricordato come un grave passo indietro per Tenaris."
Ma ogni giorno anche alla Tenaris Dalmine avvengono quelli che l'azienda chiama "mancati incidenti", ossia quelle situazioni di rischio e pericolo che solo per casi fortuiti non producono feriti e morti tra gli operai, ma che sono la cartina di tornasole della situazione che si vive nei reparti quotidianamente e che nonostante siano sotto gli occhi di tutti dai capi turno ai dirigenti ai responsabili della sicurezza aziendale.
Non si rimuovono le cause per evitare che questi eventi si ripetano o meglio si interviene per rimuoverle dopo che avviene un infortunio con qualche operaio che si fa male.
Il caso del reparto bombole Atb di Sabbio ne è l'esempio concreto a partire dall'ultimo episodio successo sabato 18 dicembre intorno alle 11 di mattina sulla linea di verniciatura dove un incendio ha distrutto parte dell'impianto e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per domarlo e spegnerlo, l'allarme è stato dato da operai addetti alla manutenzione prevista per quel giorno sugli impianti e che stavano staccando per la pausa mensa .
Fortunatamente la produzione per quel giorno era ferma e gli operai, che normalmente si trovano a diretto contatto con la macchina non erano presenti, altrimenti avremmo avuto l'ennesimo "caso" di operai morti bruciati o rovinati per tutta la vita per le ustioni e sui giornali si sarebbe parlato di "tragico incidente di cui non si riescono a trovare le cause", come alla Thyssen di Torino, come all'Eureco di Paderno o come l'ultimo incendio nella ditta Brill Futura di Arcene dove da uno scoppio e da un conseguente incedio di una macchina per la lucidatura del metallo, situata nel semiinterrato, sono rimasti intossicati 3 operai il 15 dicembre .
Gli operai nei reparti sanno benissimo che gli infortuni sul lavoro non sono tragici incidenti, ma sono il frutto di responsabilità e scelte ben precise da parte della direzione delle aziende che mettono sempre al primo posto la produttività e il profitto senza tener conto della sicurezza di chi lavora; avviene quando gli impianti sono tirati al massimo per raggiungere i record di produzione nel periodo di massima espansione dei mercati, ma anche nelle fasi in cui si usa la "crisi dei mercati" per la ristrutturazione delle fabbriche, come quella in corso alla Tenaris dopo l'accordo sottoscritto dai sindacati confederali con i circa 700 esuberi previsti nei prossimi anni negli stabilimenti in Italia, tra cui il grosso (oltre 500) è bene ricordarlo sono concentrati nei reparti di Dalmine a Bergamo.
In questa situazione i rischi e gli infortuni non possono che aumetare nei reparti, sia a causa dei investimenti che aumentano la velocità e la produttività delle linee, sia per la riorganizzazione dell'organizzazione del lavoro, ad isole e spostando personale da un reparto all'altro, sia per il mancato investimento e il conseguente miglioramento dei macchinari, che comunque continuano a produrre e che continuamente richiedono l'intervento degli operai per sopperire alla mancata manutenzione e modifica anomalie e continui incagli sulle linee.
Nel reparto bombole di sabbio la situazione è proprio quest'ultima descritta sopra, dato che nell'ultimo anno l'azienda ha prima tagliato il personale sui turni, promettendo investimenti su macchinari e tecnologie per rilanciare il prodotto sui mercati, che però si sono rivelati una bufala in quanto nell'ultimo incontro con i dipendenti, il mese scorso, a distanza di un anno l'amministratore delegato Vincenzo Crapanzano ha detto chiaramente che gli investimenti saranno fatti quando il mercato delle bombole riprenderà!!!
Nello stesso tempo nel reparto continuano a verificarsi situazione di rischio per gli operai che non vengono affrontate dalla sicurezza aziendale che è sicuramente attenta a sanzionare operai per il loro comportamento, casco o occhiali, ma quando all'addetto della sicurezza dell'azienda gli operai fanno notare le problematiche sopra descritte sugli impianti, gli viene risposto che non è un problema suo ma di manutenzione e di segnalarlo al capo turno...cosa che gli operai fanno da tempo senza alcun risultato.
La dinamica dell'incendio è abbastanza chiara: a gennaio 2010 viene sostituita il tipo di vernice da quella ad acqua usata finora a quella bicomponente con la presenza di un solvente altamente infiammabile, questo per garantire una migliore qualita e spessore della verniciatura della bombola ma anche e soprattutto per diminuire i fermi della catena dell'impianto e quindi aumentare la produttività, tanto che sul giornalino aziendale "Flash" questo cosidetto investimento viene messo in evidenza con tanto di foto e articolo di una cabina nuova, esterna al reparto, per tenere la vernice in condizioni ottimali ed evitare in particolare il freddo, quello che però non viene adeguato è il resto dell'impianto per garantire nelle camere dove avviene il processo di verniciatura una temperatura adeguata che si continua a cercare di ottenere posizionando nelle vicinanze delle stufette a metano!!!
Basterebbe questo per capire dove sta il problema ossia a monte delle scelte aziendali, ma in azienda girano voci per giustificare il tutto e si parla di corto circuito o del fatto che qualcuno ha messo troppo vicino la stufetta oppure che alcune stufette non erano dotate di valvola di sicurezza anche se tutte arrivano dalla sede centrale di dalmine
(questo è comunque vero visto che pochi giorni prima visto il freddo nel reparto qualche operaio aveva fatto notare che quelle stufette non erano a norma e che comunque strenamente da quando non si fanno più i tre turni sia nel reparto che negli spogliatoi e bagni fa un freddo porco e che i bruciatori di aria calda vengono accesi solo per poco tempo e non piu sulle 24 ore tanto che alla mattina e alla sera ci si deve cambiare velocemente per la bassa temperatura).
Alla fine del 2 turno il capo da indicazione a tutti gli operai di spegnere le stufette anche se non sono dotate di rubinetto per chiuderle e quindi bisogna andare alla colonnina di didtribuzione del metano e che questo quindi dovrebbe farlo lui come preposto, e poi come mai fino a sabato le stufette durante la notte erano lasciate accese nei pressi delle varie centraline oleodinamiche per evitare ritardi nell'accensione delle macchina alla mattina a causa del freddo, questo è anche la constatazione che l'azienda ha lasciato gli operai nei reparti al freddo, ma sappiamo le macchine vengono prima di tutto!!!..
Ma l'azienda va oltre e come successo altre volte non avvisa dell'accaduto neanche il delegato alla sicurezza dei lavoratori Rls, che viene a conoscenza di quanto accaduto solo lunedi pomeriggio dagli operai, mentre la mattina di lunedi la macchina è stata fatta funzionare lo stesso senza nessuna garanzia sulla sicurezza e sul fatto che l'incendio possa di nuovo ripetersi visto che ci si trova nelle stesse condizioni di prima con stufette nelle vicinanze e tubetti in pressione con solvente infiammabile.
Qualche operaio dice: "se adesso si fa casino ci manderanno a casa per un mese, ossia il tempo di ripristinare la macchina bruciata"
Noi diciamo che su questo fatto come su altri ancora aperti: incendio al forno di trattamento con fumi che non si sa cosa respira, caduta di bombole che si staccano dal magnete allo scarico verniciatrice è il momento di fare chiarezza o meglio di ottenere delle risposte concrete, per questo chiediamo che venga fatta subito l'assemblea retribuita di 1 ora sulla sicurezza, come previsto dalla legge, con i lavoratori per decidere cosa fare di fronte all'arroganza aziendale che considera gli operai bestie o carne da macello.
sindacato lavoratori autorganizzati intercategoriale
cobas dalmine per il sindacato di classe
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