L'accordo al ministero del lavoro del 7 dicembre tra fim-fiom-uilm-ugl e azienda, sotto la regia del min. del lavoro Sacconi, permette a padron Merloni di portare a termine il cosidetto "piano italia" che in sintesi consiste:
nella chiusura della fabbrica di brembate a bergamo (430 lavoratori+l'indotto) e di refrontolo a treviso (80 lavoratori),
nell'accorpare queste produzioni (lavabiancheria a carica dall'alto e prodotti speciali di cottura) nei poli di Caserta e Fabriano entro il mese di aprile 2011, così si potranno sfruttare di più gli impianti e quindi gli operai attraverso gli "investimenti" per 120 milioni di euro che saranno destinati all'innovazione di prodotto e di processo(leggi taglio delle pause e aumento dei ritmi della catena ecc. che già nello stabilimento di brembate avevano spremuto gli operai con il 130% di produttività).
Gli investimenti in Italia diretti soprattutto a focalizzare la missione degli stabilimenti italiani del Gruppo su produzioni ad alto contenuto tecnologico.
nell'utilizzare la "crisi" per uscire più forte
la crisi chiude in bellezza la ristrutturazione
E' definitivo l'accordo tra Governo, Indesit e sindacati per gli stabilimenti di Bergamo e Treviso destinati alla chiusura. Sara' salvaguardato il posto di lavoro dei 510 addetti dei due siti e l'azienda effettuera' investimenti per un totale di 120 milioni di euro in tre anni. Non ci saranno licenziamenti, verranno utilizzati ammortizzatori sociali per cinque anni e per oltre 300 dei 510 addetti, sono gia' pronte nuove offerte di assunzione.
L'intesa, si legge in una nota, e' stata siglata martedì a Roma, al Ministero dello Sviluppo economico, alla presenza dei rappresentanti del Ministero Lavoro e delle Politiche Sociali, delle Regioni Lombardia e Veneto, delle Provincie di Bergamo e Treviso, delle Unioni Industriali di Bergamo e Treviso.
Il testo dell'accordo ridisegna l'assetto della presenza industriale di Indesit in Italia. Il 'Piano Italia', presentato dall'azienda lo scorso 9 giugno, prevede l'accorpamento nei poli di Caserta e Fabriano (nel mese di aprile 2011) delle produzioni di lavabiancheria a carica dall'alto e prodotti speciali di cottura, oggi a Brembate (Bergamo) e Refrontolo (Treviso). Gli investimenti in Italia per 120 milioni saranno destinati all'innovazione di prodotto e di processo, diretti soprattutto a focalizzare la missione degli stabilimenti italiani del Gruppo su produzioni ad alto contenuto tecnologico.
Il piano conferma inoltre la centralita' dell'Italia sul fronte della ricerca, dell'innovazione, e dello sviluppo di prodotto. "Siamo soddisfatti che gli sforzi congiunti di azienda, sindacato e istituzioni abbiano permesso di individuare una soluzione condivisa e innovativa", ha dichiarato l'amministratore delegato di Indesit Company, Marco Milani. "L'operazione rappresenta un impegno importante per Indesit sia sotto il profilo industriale di scelta di centralita' dell'Italia che, in linea con la storia dell'azienda, della responsabilita' sociale".
Per la tutela dei lavoratori coinvolti, le parti hanno concordato di dare seguito al percorso positivo, avviato nel mese di settembre dall'advisor individuato dalla societa', che ha gia' prodotto manifestazioni di interesse formali per il ricollocamento di buona parte dei lavoratori interessati, con assunzioni incentivate da parte di aziende terze interessate o legate a progetti di reindustrializzazione dei siti. A tal fine, e' prevista l'istituzione di appositi Comitati Tecnici a livello regionale compartecipati azienda-sindacato-istituzioni che dovranno essere operativi per tutto il periodo coperto dagli ammortizzatori sociali e che avranno il compito di gestire e sviluppare il processo di reindustrializzazione dei siti avviato, favorendo l'ingresso di aziende terze in grado di assumere lavoratori in uscita, e di ricollocamento incentivato dei lavoratori presso altre aziende (che potranno assumere il lavoratore a tempo indeterminato a costo zero per i primi 12-18 mesi).
L'azienda garantisce inoltre un incentivo per coloro che sceglieranno l'esodo volontario e si impegna, al termine del periodo di attivazione degli ammortizzatori sociali, ad offrire soluzioni alternative per tutti i lavoratori che non avranno ricevuto un'offerta di lavoro.
"La produzione nelle due fabbriche Indesit di Bergamo e Treviso cessera' ad aprile 2011 per essere trasferita rispettivamente a Caserta e Fabriano. I 510 lavoratori coinvolti non saranno licenziati, ma verranno inseriti in un piano di ricollocazione, con l'unica eccezione di chi aderira' alla mobilita' incentivata volontaria (l'incentivo massimo e' di 25.000 euro) o finalizzata al raggiungimento della pensione (l'incentivo garantisce la retribuzione netta per la durata della mobilita')".
Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm del settore elettrodomestici, commenta cosi' l'accordo appena siglato al ministro dello Sviluppo economico. "Il piano di ricollocazione - spiega il sindacalista - e' molto ambizioso, ma parte da una base di piu' di 300 offerte di lavoro gia' pervenute da parte di aziende terze o da parte di soggetti interessati a reindustrializzare i siti; inoltre e' riconosciuta la possibilita', per chiunque lo desiderasse, di essere trasferito ad altro stabilimento del gruppo. Infine - aggiunge Ficco - c'e' l'impegno di Indesit a non licenziare chi alla fine del biennio dovesse non aver ricevuto un'offerta lavorativa. Peraltro le istituzioni centrali e locali si sono impegnate a favorire e monitorare i processi di reindustrializzazione e ricollocazione. Ora l'accordo - conclude Ficco - sara' portato nelle assemblee di fabbrica. Se avra' il placet definitivo dei lavoratori e se dara' i risultati auspicati, costituira' un esempio estremamente innovativo e positivo nella gestione delle crisi industriali, reso possibile dalla responsabilita' sociale dimostrata dall'Indesit, pur in questo difficile frangente, e dalla volonta' delle organizzazioni sindacali di misurarsi in una sfida comune".
"Si tratta di un accordo innovativo che coniuga le problematiche di competitivita' dell'impresa, la realizzazione e valorizzazione degli investimenti necessari per offrire prospettive ad un settore produttivo messo alla prova sia dalla crisi economica che dalla competizione internazionale con quelle di tutela delle persone". Cosi' Anna Trovo', segretario nazionale della Fim Cisl sull'intesa per la Indesit. "L'accordo non si limita a definire misure temporanee di assistenza e sostegno al reddito - continua Trovo' - ma si pone l' obiettivo ambizioso di dare risposte occupazionali a tutti i lavoratori oggi occupati negli stabilimenti di Bergamo e Treviso. Forte e' la responsabilizzazione di Indesit sia nel reperimento delle offerte di lavoro sia nell'incentivazione delle aziende che assumeranno il personale, sia nella ricerca ed agevolazione di soggetti disponibili ad insediare attivita' che diano continuita' produttiva ed occupazionale alle aree". "L'accordo che esprime un alto livello di responsabilita' sociale delle parti che lo hanno sottoscritto - conclude Trovo' - verra' sottoposto al giudizio dei lavoratori nei prossimi giorni".
"L'accordo conferma la centralita' italiana degli stabilimenti produttivi di Indesit e, attraverso diverse modalita' e strumenti, prevede la tutela del posto di lavoro per i circa 510 lavoratori coinvolti". Lo sottolinea una nota del ministero dello Sviluppo economico secondo il quale il testo dell'accordo firmato questa sera "sara' sottoposto al giudizio dei lavoratori dell'azienda attraverso un referendum che si terra' lunedi' 13 e martedi' 14 dicembre. Successivamente, l'accordo, per diventare operativo, dovra' essere firmato dal ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani e dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi".
Nessun commento:
Posta un commento