GUERRA DI RELIGIONE? NO, FASCISMO PADRONALE!
Nei giorni in cui la Fiat annuncia nuova cig a Mirafiori - per tutti i 5.500 dipendenti il 17 gennaio, poi a singhiozzo fino all'11 febbraio - continua l'offensiva fascio-padronale volta a far cedere la Fiom ai ricatti dell'infame ad del Lingotto, il canadese Sergio Markionne.
Secondo il presidente degli industriali torinesi, il 65enne Gianfranco Carbonato, "chi si oppone alla sua realizzazione (del modello Pomigliano a Torino, n.d.r.) si assume una responsabilità enorme nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie così come dei fornitori".
Insomma, lo schifoso capo dei padroni torinesi interviene per sostenere il suo degno compare prospettando, neppure troppo velatamente, la possibilità concreta che la Fiat lasci Torino, nel caso la Fiom non ceda all'ignobile ricatto di Markionne.
La conclusione dell'intervento di Carbonato, poi, è un concentrato di comicità; quest'essere ignobile ha il coraggio di dichiarare - vedasi Leggo di martedì 21 dicembre, pagina 24: "la Fiom sta assumendo una posizione da guerra di religione, il rischio è che succeda anche dall'altra parte. Ma le guerre di religione, si sa, non si vincono mai".
Secondo questo untermensch (sottouomo, n.d.r.) sarebbe la Fiom ad avere una posizione oltranzista, non quel vigliacco di Markionne che è soltanto capace di dire "o fate come dico io o me ne vado all'estero".
Che immensa faccia di tolla!
Torino, 21 dicembre 2010
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